Attenti a
quelle due!
Lo specchio noir nel cinema
Gemelle e delitti
Parte II
Come arrampicarsi sugli specchi ...
La credenza che il "gemello" (come stato di
malessere esistenziale) possa portare con sé una doppiezza profonda e angosciante è radicata nella cultura pop. Venne
sottolineata da David Lynch con la scelta del nome del luogo dov decise di ambientare
la sua serie tv maledetta. La fiction seriale televisiva più sperimentale, più inquietante,
più sconvolgente e più pop (A Striscia la notizia ogni tanto Ezio
Greggio sortiva con un "Twins Peaks"!!) che sia mai stata mandata in onda dalla TV italiana (e forse mondiale): I segreti di Twins Peaks, 1990 - 91.
Nel disorientante e labirintico gioco di specchi oscuri, perfino l'agente speciale
della FBI Dale Cooper, interpretato da Kyle Mac Lachlan, si trova in situazioni molto
ambigue e perciò inquietanti. Ricordo una sequenza che lo mostra mentre, ferito
alla fronte, è in piedi davanti a uno specchio che riflette l‟immagine di un
altro, Frank Silva.
Nello specchio, è credenza anch'essa molto diffusa nei miti
e nella cultura pop, si possono annidare
fantasmi e ombre. Questa specie di gelida lastra rappresenta una soglia
pericolosa, impenetrabile al tatto, ma aperta per i dubbi dell'animo. Lo
confermano una grande quantità di film.
Comincerò col ricordare Le Sang d'un poète del 1930, di Jean
Cocteau, dove un attore provando e riprovando le varie espressioni allo specchio
ne viene, metaforicamente ma non troppo, posseduto.
Si tratta di cinema sperimentale francese, di
altissima qualità, ma il tema, come ho detto, è anche pop. Andiamo allora ad
Hollywood.
L'anima e il
volto
(A Stolen Life)
è un melò-noir del 1946 diretto da Curtis Bernhardt.
Due gemelle,
interpretate ambedue da Bette Davis, Patricia e Kate, si innamorano dello
stesso uomo, Bill (Glen Ford), che alla fine sceglierà Patricia e la sposerà,
perché più attraente, anche se meno dolce e sensibile di Kate.
Per ragioni di
lavoro Bill dovrà assentarsi per lungo tempo, lasciando sola la giovane moglie.
Le due sorelle tornano a frequentarsi, ma durante una gita in barca Patricia
cade in acqua a causa di un forte temporale e annega. Al ritorno di Bill, Kate
gli fa credere di essere Patricia, ma solo dopo aver scoperto che l'uomo non
amava più la sorella (si vedrà più avanti il film messicano La
Otra), la storia prenderà un'altra inattesa e brutta piega.
Il regista si sbizzarrisce con trucchi cinematografici
ancora mirabili, ma la sceneggiatura nella seconda parte mostra qualche buco e si
perde tensione. Non vi dico altro, ma riporto una frase dal film, pronunciata
da Kate: « Chi è solo desidera amici, ma deve cercare molto per trovarli ».
Omicidio a luci rosse (Body Double)
è un film del 1984 diretto da Brian de Palma con alcuni ammiccamenti a
Hitchcock, e molte (forse troppe) citazioni. Il tema centrale del film, soprattutto se confrontato cn la pellicola precedente, si presterebbe a battute grevi... dal volto al c... oppure faccia a c... sempre di doppio parlando. Ma non allentiamo la tensione, quando dirige Brian de Palma bisogna stare attenti i suoi ammiccamenti non sono mai banali.
Jake Scully, un attore un po' sfigato che interpreta un
vampiro sul set di un film horror a basso costo, soffre di claustrofobia. Jake si
sente male quando deve uscire da una
bara ed è licenziato dal regista Rubin. Tornato a casa, sorprende la sua
fidanzata a letto con un altro uomo: ne rimane fortemente scioccato e, senza
dire una parola, lascia la casa, di proprietà di lei, e se ne va. In un bar
incontra Sam Bouchard, già incrociato in precedenza a un'audizione; confida a
quest'ultimo il tradimento della sua ragazza e Sam, allora, gli procura un
posto dove stare: un lussuoso appartamento, di proprietà di un suo conoscente,
posto ai piani alti, da dove Sam mostra a Jake come fare ad assistere,
spiandolo col telescopio che è in dotazione, allo spogliarello
hard core in cui si esibisce, tutte le sere alla stessa ora, la bella e ricca
vicina di casa Gloria Revell.
La donna, sere dopo, viene uccisa sotto gli
occhi dell'impotente Jake; lui accorre ma non riesce a salvarla. Tempo dopo la
riconosce (ne ravvede le nudità, e un movimento osè, che aveva ben
"studiato" col telescopio!) in una spogliarellista ... ma allora, si dice,
non è morta! A questo punto si comprende il titolo originale: Body Double! Il protagonista non
riconosce il volto, ma lato B e tette! A questo può portare una fissazione. Ma forse
anche Antonio Banderas, prima d'innamorarsi della gallina del Molino Bianco, le
aveva viste doppie!
Il doppio volto
della paura
(Deadly Sibling Rivalry) è del
201; diretto da Hannelle M. Culpepper per la tv girò anche (poco in verità) nelle
sale senza troppo clamore.
Callie è da
sempre invidiosa della sorella gemella Janna, che nella vita ha avuto successo:
è infatti la socia di maggioranza di un'importante rivista di fitness e ha una
figlia, Fiona, studentessa al secondo anno di psicologia in un college
francese. Callie, inoltre, incolpa la sorella della morte del padre,
precipitato venti anni prima durante una scalata.
L'ho citato per
amor della lista, niente di più.
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