Film n. 100
La donna della domenica (---)
di Luigi Comencini
con Marcello Mastroianni, Jacqueline
Bisset, Jean-Louis Trintignant
Un amore consumato in una sola domenica
Tratto dall'omonimo romanzo del 1972 di Fruttero&Lucentini,
ne rispetta lo svolgimento ma trascura la sostanza ironica e di analisi sociale.
La trama. Torino, inizio anni '70, estate. Il
commissario Santamaria (qui romano, siculo nel romanzo) indaga sull'assassinio
di un individuo volgare ed equivoco, l'architetto Garrone, un professionista
fallito che vivacchiava ai margini della Torino bene, da cui era tollerato, ma
disprezzato. L'omicidio è stato scoperto dal geometra Bauchiero, che ha trovato
il cadavere dell'architetto, ucciso da un'arma non convenzionale: un fallo in
pietra. Quasi contemporaneamente all'interrogatorio del Bauchiero, i vendicativi
domestici della nobildonna Anna Carla Dosio, appena licenziati, portano in
commissariato un foglio su cui la Dosio ha scritto all'amico Massimo Campi che
lei e Massimo «...devono fare fuori il Garrone», biglietto che la stessa
Dosio ha poi rinunciato ad inviare e gettato in un cestino...
Il film (compatibilmente con la durata di 90 minuti circa)
è la pressoché fedele trasposizione della trama del romanzo, ma non di tutto quello
che gli autori narrano ed analizzano. Comencini ha realizzato un'opera che può essere inserita
più nel filone della Commedia all'italiana, che nel Giallo all'italiana. Il film,
molto riduttivo e schematico sui caratteri, non può essere diverso dalla trama del
romanzo, poiché il forte impianto narrativo che F&L hanno dato alla vicenda
impone al regista di attenervisi. Comencini riesce a interpretarlo egregiamente
cogliendo in perfetta sintesi i motivi cardine. Purtroppo la profonda ironia
che traspare, più che dalle persone, dalle situazioni è meno percepibile nel
film, mentre nel romanzo la si respira. L'afosa Torino estiva è rappresentata
con una fotografia piuttosto calda (anche con i "versi" del collega di Santamaria al ventilatore), con le vie deserte, le ville in zona
collinare, i grandi viali, il centro storico, il Balon storico mercato delle pulci
luogo di incontro della Torino "bene" e della Torino
"male".
I
personaggi sono ben tratteggiati, ma in modo schematico. Emergono la volgarità
del Garrone, il rifiuto del rango di Massimo Campi, la noia coniugale di Anna
Carla, la cortesia prudente, ma solo perché gli è stata imposta, del
Commissario, la grettezza della Tabusso. Il trio Mastroianni, Bisset, Trintignant
si trova perfettamente a suo agio in
questa commedia gialla improntata all'ironia. Nella penultima scena Mastroianni
e la Bisset si trovano a letto (è domenica): hanno consumato, ma sono sorpresi.
Più sorpresi ancora gli spettatori.
Forse
il limite di questo film è proprio l'esser figlio di un romanzo giallo alla cui
trama il regista ha dovuto attenersi fino in fondo scarnificando il resto.
Molto brava Lina Volonghi a regalarci una grezza borghese, cinica e spietata.
Molto brava Lina Volonghi a regalarci una grezza borghese, cinica e spietata.
Da
un romanzo che ha avuto uno straordinario successo letterario, un film che ebbe
simile successo, ma al botteghino. Il film pur mantenendo la sostanza del romanzo e l'ingarbugliata vicenda
gialla, si scioglie progressivamente, con qualche passaggio
troppo lento, secondo le regole di quel
genere di prodotti. C'è da osservare che nel film manca quella
"torinesità" che costituiva il fascino del romanzo. Chi non lo ha letto
non si accorge neppure della Mole.
Voto
***/5
Nessun commento:
Posta un commento