martedì 3 aprile 2018

Donne detective (6)

Questa volta lasciamo indagare le donne!
Donne detective nella letteratura, nel cinema, nella Tv e nei fumetti di genere giallo e noir
  "Intuito femminile è come penna su freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan). 
(6)

Le sbirre (I)

Le indagini letterarie di donne poliziotto sono storie piuttosto recenti. In Italia le prime donne poliziotto si ebbero nel 1959 a seguito della legge Merlin. Prima di allora non ci furono né romanzi, né fiction TV. Ma l'Italia è tardiva... in Francia nel romanzo di Simenon Maigret tende una trappola (1955) le donne erano già attive nella Polizia di Parigi. A Londra penso anche prima, credo siano 103 anni e in USA più o meno. Per le donne carabiniere in TV bisognerà aspettare di più: la Comandante Isabelle Florent della Gendarmeria Francese arriva nel 1996. 
Fatta questa strigata premessa, iniziamo dalla più famosa.

11)    Petra Delicado



L’ispettore della polizia di Barcellona creata da Alicia Giménez-Bartlett nel 1996 è un personaggio duro ma allo stesso tempo sensibile e idealista (come si può intuire dal geniale ossimoro tra nome e cognome).



Fin dal primo romanzo, Riti di morte, compare il suo collega Fermìn Garzon. Nel 1999 dai romanzi di cui è protagonista è stata tratta una serie televisiva in tredici puntate, interpretata da Ana Belen e Santiago Segura: unico merito averci dato dei volti per questa serie del blog.



I romanzi sono infatti di qualità ben superiore. Alla dolce dura Petra fa  da contraltare il suo compagno di indagini, il viceispettore Fermìn Garzón, che grazie ai propri tratti fisici e caratteriali funziona da perfetta spalla all'ispettore Delicado. Fermin è un uomo dall'aspetto bonario che ama il buon cibo e vede le cose in modo semplice ma non semplicistico. Inoltre è diretto e a volte esprime lui le opinioni represse, a causa del ruolo, da Petra, spesso attento a nascondere la propria fragilità nel silenzio o dietro una maschera di sarcasmo.  Anche quando esplode il sarcasmo della collega interviene Fermìn, lui ama parlare con le persone ed è molto affabile, ma diventa duro con gli indiziati quando il lavoro lo richiede.



Petra è un personaggio complesso, molto distante dagli stereotipi dell'universo  delle investigatrice femminili. Competente e decisa nel suo lavoro, spesso brusca con i colleghi e insofferente rispetto ai riti sociali e mondani, non ama i compromessi neppure nel privato. Ha sposato in prime nozze il serioso e pedante avvocato Hugo, in seconde Pepe, troppo giovane e immaturo: è al suo terzo matrimonio, con un architetto, Marcos Artigas, che ha quattro figli essendo stato anche lui sposato due volte: Federico (16 anni), Theo e Hugo (gemelli, 12 anni) sono i figli della prima moglie: Marina, di otto anni, della seconda. Petra si trova così improvvisamente a dover fare i conti con dei ragazzini che non sa come prendere, ma ai quali si affezionerà e, anzi, troverà la loro presenza in casa molto piacevole.

Petra è descritta come una donna molto interessante, poco al di sopra dei quaranta e, in tutto il ciclo, fino all'ultimo romanzo (dove si scopre cinquantenne) praticamente non invecchia: rompe così come una modalità narrativa che anche salvo Montalbano ha rifiutato di seguire.

E' un ripensamento della sua autrice, se andiamo a rivedere  ne  "Il silenzio dei chiostri" Petra avrebbe dovuto aver dovuto già aver  superato   i cinquanta! Infatti nel primo libro, "Riti di morte" lei dichiara di esser stata sposata 14 anni con Hugo, conosciuto all'università, e che altri sette anni sono passati da allora: e fanno ventuno. In " Un bastimento carico di riso" afferma di lavorare con Fermìn da sette anni, quindi dall'epoca di "Riti di morte". In "Nido vuoto" è passato ancora un altro anno. Il conto è semplice: almeno 29 anni dal momento del primo matrimonio, avvenuto dopo la laurea in giurisprudenza. Ma per tutti c'è possibilità di redenzione!
12) Valeria Ferro


La poliziotta Valeria Ferro nasce da una serie Rai TV prodotta a partire dal 2015.   Ha il volto e il fisico (si tenta stupidamente di nasconderlo) di Miriam Leone (ex miss Italia, preoccupata, insieme alla regia, d'esser troppo bella) nei panni di Valeria Ferro, ispettore di polizia dal problematico passato familiare.  
La serie racconta casi riguardanti tristissimi crimini familiari o delitti (poco motivati e oscuri) commessi in comunità chiuse. Valeria Ferro, ispettore della Squadra Omicidi della Mobile di Torino, è aiutata dal suo braccio destro Andrea Russo, il veterano Gerardo Mattei e il novellino Luca Rinaldi.
Mentre si sviluppano le indagini, affiora nella bruma lungo il Po il doloroso passato di Valeria: quando era una bambina, sua madre Lucia è finita in carcere per l'omicidio del marito, suo padre.  E' stata lei? Un dubbio che attanaglia Valeria per tutta la serie.



Valeria Ferro è interpretata da Miriam Leone troppo bella per essere un credibile ispettore   della questura di Torino. Cerca di rimediare vestendo sempre lo stesso golfino cenere a paricollo e un laido eskimo grigio di materiale sintetico. Cerca anche di star gobba e si muove volutamente in modo goffo e rigido.  Carattere piuttosto impulsivo si mette spesso nei guai.

Gli altri
Andrea Russo  è il collega di Valeria Ferro della quale è innamorato e mostra da sempre gratitudine e affetto per il suo ispettore capo. Fa tanta tenerezza.


Giorgio Lombardi è il capo di Valeria Ferro, nonché anche suo partner sentimentale, uno dei primi casi su cui ha indagato è stato proprio il delitto del padre di Valeria. Il loro rapporto, dopo qualche puntata, entra   in crisi, per il suo rifiuto di riaprire il caso dell'omicidio del padre di Valeria.





Gerardo Mattei  è il collega "anziano" di Valeria. Sempre professionale e puntuale.
Luca Rinaldi  è l'anonimo e poco funzionale  collega "giovane" di Valeria.

La famiglia.
Come ho detto "troppa famiglia"! Giacomo Ferro,  il fratello di Valeria, che vive insieme alla moglie Michela e alla figlia Costanza. Michela Ferro,  moglie di Giacomo e madre di Costanza.
Giulio Ferro, lo zio di Valeria.
Lucia Ferro, la madre di Valeria.
Costanza Ferro: la nipote adorata di Valeria,  figlia di Giacomo e Michela.




Nota critica
I personaggi delle fiction TV, se non hanno carisma e carattere, sono vittime sacrificali del regista. Negli  diversi episodi   vengono commessi altri delitti di regia: la vittima è sempre la stessa: la suspense. Il regista, lo si vede, ha studiato; cap.4 pag. 51: "A momenti di tensione si devono alternare pause rilassanti che distraggano lo spettatore... ".
Dettame sacrosanto, se c'è la tensione e se le  pause sono rilassanti. Peccato che la tensione sia tutta condensata sullo sguardo vuoto fisso all'infinito dell'ispettore Ferro (avesse mai un guizzo d'ironia!) tutta presa dal trasmettere sul video il suo lacerante dramma intimo. Peccato anche che le pause siano solo rallentamenti dell'azione: gambe che scendono lentamente le scale, auto ai semafori, nuvole di passaggio: non rilassano, distraggono.
La Leone, vittima coatta, produce involontari effetti ridicoli quando ghigna affermando che un sospetto o un testimone "mentono". E' così che vuole il regista d'accordo con lo sceneggiatore. Farebbero meglio a leggersi un romanzo di Maigret. Ogni tanto, alternarlo alle letture della psicologia delle dispense dell'Enciclopedia Curcio fa bene!Ne esce una figura di donna Detective improbabile e costruita con le carte: un castello di carta che cade al primo sospiro e lei di sospiri ne fa parecchi!
Recitazione credibile, invece, dei comprimari.

 

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