Questa volta lasciamo indagare le donne!
"Intuito femminile è come penna su
freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan).
(6)
Le sbirre (I)
Le indagini letterarie di
donne poliziotto sono storie piuttosto recenti. In Italia le prime donne
poliziotto si ebbero nel 1959 a seguito della legge Merlin. Prima di allora non
ci furono né romanzi, né fiction TV. Ma l'Italia è tardiva... in Francia nel romanzo di Simenon Maigret tende una trappola (1955) le
donne erano già attive nella Polizia di Parigi. A Londra penso anche prima, credo siano 103 anni e in USA più o meno. Per le donne carabiniere in TV
bisognerà aspettare di più: la Comandante
Isabelle
Florent della Gendarmeria Francese arriva nel 1996.
Fatta questa strigata premessa, iniziamo dalla più famosa.
Fatta questa strigata premessa, iniziamo dalla più famosa.
11)
Petra
Delicado
L’ispettore della polizia di Barcellona creata da Alicia
Giménez-Bartlett nel 1996 è un personaggio duro ma allo stesso tempo sensibile
e idealista (come si può intuire dal geniale ossimoro tra nome e cognome).
Fin dal primo romanzo, Riti di morte, compare il suo
collega Fermìn Garzon. Nel 1999 dai romanzi di cui è
protagonista è stata tratta una serie televisiva in tredici puntate,
interpretata da Ana Belen e Santiago Segura: unico merito averci dato dei volti
per questa serie del blog.
I
romanzi sono infatti di qualità ben superiore. Alla dolce dura Petra fa da contraltare il suo compagno di indagini,
il viceispettore Fermìn Garzón, che grazie ai propri tratti fisici e
caratteriali funziona da perfetta spalla all'ispettore Delicado. Fermin è un
uomo dall'aspetto bonario che ama il buon cibo e vede le cose in modo semplice
ma non semplicistico. Inoltre è diretto e a volte esprime lui le opinioni
represse, a causa del ruolo, da Petra, spesso attento a nascondere la propria
fragilità nel silenzio o dietro una maschera di sarcasmo. Anche quando esplode il sarcasmo della collega
interviene Fermìn, lui ama parlare con le persone ed è molto affabile, ma
diventa duro con gli indiziati quando il lavoro lo richiede.
Petra è un personaggio
complesso, molto distante dagli stereotipi dell'universo delle investigatrice femminili. Competente e decisa nel suo lavoro, spesso brusca con
i colleghi e insofferente rispetto ai riti sociali e mondani, non ama i
compromessi neppure nel privato. Ha sposato in prime nozze il serioso e pedante
avvocato Hugo, in seconde Pepe, troppo giovane e immaturo: è al suo terzo
matrimonio, con un architetto, Marcos Artigas, che ha quattro figli essendo
stato anche lui sposato due volte: Federico (16 anni), Theo e Hugo (gemelli, 12
anni) sono i figli della prima moglie: Marina, di otto anni, della seconda. Petra
si trova così improvvisamente a dover fare i conti con dei ragazzini che non sa
come prendere, ma ai quali si affezionerà e, anzi, troverà la loro presenza in
casa molto piacevole.
Petra è descritta
come una donna molto interessante, poco al di sopra dei quaranta e, in tutto il
ciclo, fino all'ultimo romanzo (dove si scopre cinquantenne) praticamente non
invecchia: rompe così come una modalità narrativa che anche salvo Montalbano ha
rifiutato di seguire.
E' un ripensamento
della sua autrice, se andiamo a rivedere ne "Il silenzio dei chiostri" Petra
avrebbe dovuto aver dovuto già aver superato i
cinquanta! Infatti nel primo libro, "Riti di morte" lei dichiara di
esser stata sposata 14 anni con Hugo, conosciuto all'università, e che altri
sette anni sono passati da allora: e fanno ventuno. In " Un bastimento
carico di riso" afferma di lavorare con Fermìn da sette anni, quindi
dall'epoca di "Riti di morte". In "Nido vuoto" è passato
ancora un altro anno. Il conto è semplice: almeno 29 anni dal momento del primo
matrimonio, avvenuto dopo la laurea in giurisprudenza. Ma per tutti c'è
possibilità di redenzione!
12) Valeria
Ferro
La
poliziotta Valeria Ferro nasce da una serie Rai TV prodotta a partire dal 2015.
Ha il volto e il fisico (si tenta
stupidamente di nasconderlo) di Miriam Leone (ex miss Italia, preoccupata,
insieme alla regia, d'esser troppo bella) nei panni di Valeria Ferro, ispettore
di polizia dal problematico passato familiare.
La
serie racconta casi riguardanti tristissimi crimini familiari o delitti (poco
motivati e oscuri) commessi in comunità chiuse. Valeria Ferro, ispettore della
Squadra Omicidi della Mobile di Torino, è aiutata dal suo braccio destro Andrea
Russo, il veterano Gerardo Mattei e il novellino Luca Rinaldi.
Mentre
si sviluppano le indagini, affiora nella bruma lungo il Po il doloroso passato
di Valeria: quando era una bambina, sua madre Lucia è finita in carcere per
l'omicidio del marito, suo padre. E'
stata lei? Un dubbio che attanaglia Valeria per tutta la serie.
Valeria
Ferro è interpretata da Miriam Leone troppo bella per essere un credibile ispettore della questura di Torino. Cerca di rimediare
vestendo sempre lo stesso golfino cenere a paricollo e un laido eskimo grigio
di materiale sintetico. Cerca anche di star gobba e si muove volutamente in
modo goffo e rigido. Carattere piuttosto
impulsivo si mette spesso nei guai.
Gli
altri
Andrea
Russo è il collega di Valeria Ferro
della quale è innamorato e mostra da sempre gratitudine e affetto per il suo
ispettore capo. Fa tanta tenerezza.
Giorgio
Lombardi è il capo di Valeria Ferro, nonché anche suo partner sentimentale, uno
dei primi casi su cui ha indagato è stato proprio il delitto del padre di
Valeria. Il loro rapporto, dopo qualche puntata, entra in
crisi, per il suo rifiuto di riaprire il caso dell'omicidio del padre di
Valeria.
Gerardo
Mattei è il collega "anziano"
di Valeria. Sempre professionale e puntuale.
Luca
Rinaldi è l'anonimo e poco funzionale collega "giovane" di Valeria.
La famiglia.
Come
ho detto "troppa famiglia"! Giacomo Ferro, il fratello di Valeria, che vive insieme alla
moglie Michela e alla figlia Costanza. Michela Ferro, moglie di Giacomo e madre di Costanza.
Giulio
Ferro, lo zio di Valeria.
Lucia
Ferro, la madre di Valeria.
Costanza
Ferro: la nipote adorata di Valeria, figlia di Giacomo e Michela.
Nota critica
I
personaggi delle fiction TV, se non hanno carisma e carattere, sono vittime
sacrificali del regista. Negli diversi episodi
vengono commessi altri delitti di regia: la
vittima è sempre la stessa: la suspense. Il regista, lo si vede, ha studiato;
cap.4 pag. 51: "A momenti di
tensione si devono alternare pause rilassanti che distraggano lo spettatore...
".
Dettame
sacrosanto, se c'è la tensione e se le
pause sono rilassanti. Peccato che la tensione sia tutta condensata
sullo sguardo vuoto fisso all'infinito dell'ispettore Ferro (avesse mai un
guizzo d'ironia!) tutta presa dal trasmettere sul video il suo lacerante dramma
intimo. Peccato anche che le pause siano solo rallentamenti dell'azione: gambe
che scendono lentamente le scale, auto ai semafori, nuvole di passaggio: non
rilassano, distraggono.
La
Leone, vittima coatta, produce involontari effetti ridicoli quando ghigna
affermando che un sospetto o un testimone "mentono". E' così che
vuole il regista d'accordo con lo sceneggiatore. Farebbero meglio a leggersi un
romanzo di Maigret. Ogni tanto, alternarlo alle letture della psicologia delle
dispense dell'Enciclopedia Curcio fa bene!Ne esce una figura di donna Detective
improbabile e costruita con le carte: un castello di carta che cade al primo
sospiro e lei di sospiri ne fa parecchi!
Recitazione
credibile, invece, dei comprimari.
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