sabato 7 aprile 2018

Il Gufo giallo (117)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 116

Mio caro serial killer
  di  Alicia Giménez-Bartlett 
Sellerio


 

E' tornata Petra: un verboso piacevole ritorno

 

La serialità consuma! Sono scrittore di gialli seriali con personaggi seriali. Consapevole dei rischi,  ne ho creati  quattro (anzi cinque) di personaggi. Il pericolo maggiore: col tempo è sempre più difficile variare con originalità e si può diventare improbabili e verbosi. Si ricorre allora all'assemblaggio di racconti, come faceva Chandler, ma non tutti sono lui!

Petra è tornata, ed è gradevole come sempre, ma alla lunga (471 pagine!) improbabile e troppo verbosa. In certi punti anche pallosa, con scene che nell'intenzione avrebbero voluto essere amene!

Questa volta Alicia Giménez-Bartlett ci offre una lettura divertente sulle agenzie matrimoniali spagnole. La chiave di volta della narrazione, dei battibecchi, degli omicidi, del mistero, del movente e del serial killer è rappresentata da una riservatissima agenzia matrimoniale.

 

 

All'accordato e sperimentato duo Petra Delicado - Fermìn Garzòn si aggiunge in questa troppo intricatissima storia un nuovo e ben strutturato personaggio: Roberto Fraile del corpo dei Mossos d'Esquadra, cui vengono affidate le indagini, con le prevedibili reazioni, non entusiastiche, di Petra.

Tutto ruota intorno ad una serie di femminicidi cruenti, con lettera d'amore lasciata sul corpo e il volto dilaniati delle vittime.

Per decine e decine di pagine non si riescono a trovare collegamenti plausibili finché, in modo piuttosto casuale spunta il bandolo della matassa.

La trama è complessa, anche se solo apparentemente di semplice decodifica. Tra colpi di scena a raffica si arriverà ad una conclusione, A VOLER ESSER BUONI, un tantino zoppicante e tirata per i capelli. a VOLER ESSER CATTIVI  raffazzonata e ripescata dalla piena di ipotesi all'ultimo momento.

Il racconto è a volte piacevole   e a volte, invece, pedante. Quando Alicia ci vuole spiegare "la rava e la fava" di un contesto sociale: è il suo difetto maggiore, già notato in altri romanzi. Non sempre alleggeriscono la pesantezza  dalla narrazione i battibecchi tra Petra e Fermìn. Gli intermezzi "familiari" non possono piacere che alle somantiche signora di mezzaetà della Spagna... Il personaggio di Roberto è apprezzabile, ma noioso: apporta una dimensione di disagio personale (vicende legate alla moglie) e alla progressiva sintonia tra approcci diversi dal punto di vista caratteriale e professionale.

La Giménez-Bartlett, reduce da tentativi di letteratura alta, però si dilunga troppo e si lascia trascinare (anzi ci trascina) in un finale troppo complesso e cervellotico (al limite del plausibile) con un interrogatorio finale che fa svanire la suspense come sale nell'acqua  con una (pedante anch'essa) riflessione sulle debolezze dell'animo delle persone sole e disturbate e delle loro ossessioni.

Comunque, tirate le somme, una prosa scorrevole e lettura per lunghi tratti piacevole. Nel voto mezza stellina è alla carriera, di Petra intendo! E mezza per affetto: solo 2,5 sarebbe stato oltraggio!

 

Voto: ***1/2/5

 

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