mercoledì 2 maggio 2018

Una tranquilla provincia criminale (VIII)


 Una tranquilla provincia criminale
rassegna di alcuni delitti  della "provincia liquida" italiana



(VIII)
Napoli (II)



I processi in Italia sono longevi, si sa. Qualche tempo (anni) dopo lo Zarrelli Domenico fu assolto con formula piena dalla Corte di Cassazione, era   il 9 gennaio 1984 e in via definitiva il 18 marzo 1985, nonché, nel 2006, risarcito dallo Stato per danni morali e materiali con un milione e quattrocentomila euro (€1.400.000!).


Nonostante i mass media, alcune cose vengono tenute in sottofondo.


E' bene ricordare, per tentare di capire, che il coltello da cucina usato nel delitto e la coperta utilizzata per soffocare il cane (lo si vede in braccio alla terza vittima: la figlia) della famiglia furono custoditi nell'Ufficio Reperti del Tribunale di Napoli dell'ex Tribunale di Castel Capuano. La RAi si occupa del caso e anche altre TV. Per soddisfare "la curiosità del popolo", nel 2013 i reperti furono  esposti per la prima volta al pubblico nell'esposizione temporanea, allestita all'interno del Tribunale, ”Corpi di reato“, divenendo così inutilizzabili per successive indagini scientifiche.

Nuove indagini con il ricorso del DNA

 

Vengono pubblicati vari articoli e qualche libro. Infine, nell'ottobre 2011, il Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, in seguito a un esposto in cui venivano indicate informazioni utili al rinvenimento di alcuni reperti presso gli archivi del tribunale, ha disposto nuove analisi scientifiche tra cui quella dell'impronta genetica.
Tra i reperti ritrovati negli archivi ci furono un bicchiere usato, alcuni mozziconi di sigaretta, e un asciugamano macchiato di sangue che, a seguito delle analisi effettuate dalla Polizia Scientifica, risultano presentare tracce di origine biologica incompatibili con i profili delle vittime.
Il 28 agosto 2014 venne diffusa la notizia secondo la quale le analisi scientifiche effettuate sui reperti avrebbero dato come risultato l'individuazione del profilo genetico di Zarrelli. 

Nonostante la conferma dell'identificazione, in base al principio del "Ne bis in idem", di cui ho già detto (non due volte per la stessa cosa), Domenico Zarrelli non poté incorrere in un nuovo procedimento penale e neppure dovè restituire gli euro. E' ufficialmente innocente! Per cui siamo fermi al dubbio e non sembra possibile avere un colpevole...

(VIII - segue)



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