domenica 11 novembre 2018

Conto alla rovescia (-42)


 Una smorfia
al Natale


- 42 giorni al Natale

secondo l'accreditata smorfia napoletana: il caffé



" ... Ah, che bellu ccafe`
sulo `n carcere `o sanno fa'
co' `a recetta ch'a Cicirinella
compagno di cella ci ha dato mamma'. ..."

Il caffé è bevanda stimolante molto discussa da dietisti, alimentaristi e medici. Secondo recenti ricerche sembra che a dosi moderate faccia bene. Nella seconda metà del secolo scorso molti erano convinti che anche una sola tazzina potesse fare malissimo! due casi clinici sembrano avvalere questa ultima ipotesi!



Michele Sindona è stato un faccendiere, banchiere, bancarottiere e criminale.   
Sindona è stato un membro della loggia P2 (tessera n. 0501) ha avuto chiare associazioni con Cosa Nostra e con la famiglia Gambino negli Stati Uniti. Coinvolto nell'affare Calvi, è mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli.
Morì avvelenato in seguito all'ingestione di caffè al cianuro di potassio mentre era in carcere: 22 marzo 1986. La morte di Michele Sindona rimane tuttora un mistero.
Michele Sindona, alla metà degli anni Settanta, aveva un patrimonio stimato in oltre mezzo miliardo di dollari dell'epoca.



Gaspare Pisciotta
Nel carcere dell'Ucciardone a Palermo Pisciotta riteneva che la sua vita fosse in pericolo. Fu scritto che egli avrebbe dichiarato: «Uno di questi giorni, mi uccideranno», tanto che rifiutò di dividere la cella con qualcuno prima della sentenza del processo. Secondo alcuni, Gaspare aveva un piccolo passero al quale faceva mangiare il cibo prima di mangiarlo a sua volta, per paura di essere avvelenato, e non mangiava il cibo del carcere ma soltanto quello preparato da sua madre, che gli veniva recapitato in cella.
In ogni caso, la mattina del 9 febbraio 1954, Gaspare prese un preparato vitaminico che egli stesso sciolse nel caffè. Quasi immediatamente venne colpito da lancinanti dolori addominali e, nonostante fosse stato portato immediatamente all'infermeria della prigione, morì nel giro di quaranta minuti.  La causa del decesso, secondo gli esiti dell'autopsia, fu dovuta all'ingestione di 20 mg di stricnina, veleno per i topi che infestavano il carcere. 

Ai tempi dei Borgia ancora il caffè era pochissimo noto e ancor meno in uso. Nel secolo scorso fu invece usato al posto del vino perché nascondeva meglio il cattivo sapore del veleno. Sopra la tazzina che avrebbe usato Lucrezia Borgia!

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