mercoledì 28 agosto 2019

Miti gialli (03)


MITI
gialli ingialliti…
da smitizzare

(Monumento di Montalbano a Porto Empedocle)
(Parte III) 



Le stagioni basse e alte dei Queen

Dopo dieci anni di radiodrammi il successo di Ellery si smorzò. Gli schemi dell’enigma cominciarono a sembrare sempre più astrusi e incomprensibili: gli ascoltatori ormai lo abbandonavano.
Nel 1950 i cugini del delitto, molto interessati al business (SONO DELLA STIRPE: SE NON C'E' GUADAGNO, LA RIMESSA E' CERTA!) decidono che è arrivato il momento della TV. Inizia una serie dove le puntate durano solo mezz’ora (Ellery Queen) e poi (va piuttosto bene) un’ora (The Adventures of Ellery Queen e Murder is My Business).


Il successo non manca, ma è da considerare non travolgente. Seguono anni di routine, di sussistenza alimentare: riviste col proprio brand, racconti sparsi per il mondo e romanzi, anche apocrifi.


Solo nel 1966 Ellery Queen tornerà a vivere una delle sue avventure più affascinanti: viene in possesso di un manoscritto sconosciuto del dottor Watson in cui si narra di come Sherlock Holmes abbia scoperto l'identità di Jack lo Squartatore! Fra gli innumerevoli libri in cui si riprende il personaggio di Conan Doyle, questo A Study in Terror (Uno studio in nero) è sicuramente uno dei migliori. Dal libro due film: A Study in Terror, GB 1965, di James Hill, con John Neville, Anthony Quayle, Robert Morley). Il mondo però non si scuote.
Occorrono altri dieci anni per il rilancio in orbita!


Parlo di Ellery Queen la serie TV USA serie ideata nel 1974 da Richard Levison e William Link e trasmessa dall’emittente NBC dal ’75 al ’76. La prima apparizione in Italia avvenne nel 1978 sui canali della RAI. Interpreti e personaggi: Jim Hutton era Ellery Queen e David Wayne il padre Richard Queen. Il successo fu enorme: ripresero a salire anche le vendite dei romanzi, pur molto criticati.
Aveva iniziato Raymond Chandler (insieme a  Dashiell Hammett)  a versare sale sulle rovine del giallo classico, prendendo di mira proprio Ellery, che intendeva invece rivitalizzarlo. Così in un suo famoso saggio: “La storia soft, dove il cadavere viene trovato in biblioteca dal maggiordomo è ormai un pezzo d’epoca, direi da museo! Le storie vanno traslate dal chiuso di una stanza e gettate sui marciapiedi della metropoli…”. Il dibattito è ancora aperto e non intendo affrontarlo in questa sede. Mi limito a dire che la risposta più intelligente l'abbia data Nero Wolfe: un mix ben dosato di hard e di classic! Infatti Nero non figurerà in questa compilation di miti da sfatare!



Con la morte di Jim Hutton, Ellery perde il podio sul palcoscenico televisivo e mantiene solo un piccola legione di lettori attempati. Oggi la lettura mi risulta poco gradevole e sento il sapore stantio dell'improbabile.
Terza e ultima spallata: il testo è schematico e piatto, se togli l'enigma improbabile e macchinoso non resta niente!

( 3 - segue)

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