Lucy (Lucy) - 2014
di Luc Besson
con Scarlett Johanson, Morgan Freeman
Vai avanti te che mi vien da ridere!
Ci vuole tanta pazienza! Se uno spettatore non è disposto a stare al gioco, si rischia una rissa al botteghino per ottenere la restituzione dei soldi.
Il biondo dei capelli (e anche il resto) di Scarlett Johansson infiammerà anche la platea, ma l'espressione bollita di Morgan Freeman che ci spiega la rava a e la fava del cervello umano, un po' di nervoso lo fa montare! Ogni tanto appare (Un cavolo a merenda!) Lucy, la progenitrice troglodita pelosetta, ed è più espressiva di lui!
Meno male che c'è molta Scarlett! Il regista indugia in primi piani su ogni centimetro del suo volto. Ancora una volta Luc Besson mascolinizza una sex symbol creando un personaggio che ha tutte le carte in regola per essere ricordata all'interno del genere action thriller. Peccato solo che Lucy, le cui avventure procedono al galoppo tra azione e fantascienza, esaurisca le idee migliori in partenza. Nel raccontare le vicende della protagonista che a contatto con una nuova droga riesce a sviluppare la capacità di utilizzare al massimo il suo cervello (il film sostiene che un essere umano può solo usare 10% della sua capacità mentale), Besson non vede l'ora di arrivare a quel 100% di potere cerebrale, il goal definitivo del suo film. Nel farlo brucia ogni tappa ed esaurisce presto la premessa avvincente: un coitus interruptus infine!
Lucy (intendo Scarlet, non la quasi scimmia) non ha nulla da invidiare alla Milla Jovovich de Il quinto elemento, e ricorda molto Nikita, a cui Besson non smette per un attimo di pensare: bastano i primi venti minuti del film, senza dubbio i migliori, per capire quanto il regista si rifaccia al suo vecchio action thriller (ad oggi il suo film più bello), anche quello alle prese con una ragazza "sballata" che si trasforma in donna letale.
Se da una parte Besson è in grado di dare respiro all'azione sfruttando al massimo gli spazi attorno ai suoi personaggi e non affrettandosi a far sparare le pistole, dall'altra il frullato di teorie spazio-temporali e le lezioni di scienza, astronomia e filosofia si rivelano una ridicola paccottiglia usata come condimento di un film che non ha il tempo di sfruttare al massimo la potente e promettente premessa. Dopo una prima parte solida, il film corre troppo veloce verso il suo finale, come se intere sezioni di sceneggiatura fossero state strappate via, tagliate con l'accetta. Quel che rimane è la bella prova della Johansson, efficace sia all'inizio nei panni di una ragazzina poco sveglia e impaurita, sia quando attiva in toto il cervello trasformandosi in un'arma letale che non conosce alcun sentimento.
Visivamente efficace, Lucy finisce per affogare in effetti speciali che cercano disperatamente di nascondere l'esaurirsi delle idee. Per concludere, uno spettacolo divertente, ma ridicolo e sciocco. Questo è Lucy, pretenzioso in superficie, ma in realtà un altro esempio di “fast food cinema“ che sacrifica buone idee nel nome dell'intrattenimento: novanta minuti avvincenti, ma mai memorabili, come un videogoco: il giorno dopo è già dimenticato.
Io conoscevo, e tuttora ammiro, un'altra Lucy! Ma questa è di tutt'altro spessore: il suo di cervello funziona al 110%!
Voto **/5
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