domenica 18 febbraio 2024

Recensione Picari Bastardi (I)

 

A proposito dei Picari Bastardi

Una riflessione di Carmen Claps



I

Mariotto Casadei è uno degli investigatori creati da Oscar Montani. A lui l’autore ha fino ad ora dedicato tre romanzi: Il pegno senza presto e Il tempo di una candela mozza sono già in libreria,  Vizi di famiglia uscirà tra poco. Questi, come ci tiene a precisare l’autore, non sono romanzi storici, ma romanzi di ambientazione storica. Infatti le vicende private, personali dei protagonisti sono saldamente collocate nel contesto storico del periodo. 


 

La storia con la S maiuscola, quella dei grandi fatti epocali che hanno cambiato il mondo e che sono oggetto dei manuali scolastici e la storia con la s minuscola, la vita quotidiana della gente comune, si intrecciano indissolubilmente e si illuminano l’un l’altra. A sottolineare il legame tra la Storia e le storie contribuisce il fatto che spesso Oscar Montani fa intervenire nelle vicende dei suoi investigatori personaggi celebri dell’epoca. Ora non è storicamente documentato che quel certo personaggio (artista, scienziato, prelato, ecc.) si trovasse in quel determinato giorno in quel determinato luogo, ma non c’è documentazione che neghi la sua presenza: avrebbe quindi potuto esserci!

Numerosissime sono le partecipazioni straordinarie nelle vicende di Bertuccio, il fabbro che vive a cavallo tra 1400 e 1500; uno per tutti e su tutti, Leonardo da Vinci. Anche ne Il pegno senza presto l’autore ci ha confezionato una clamorosa sorpresa. Montani ci regala un quadro chiaro del periodo in cui si svolgono le vicende di Mariotto, la prima metà del 1600 tra il Valdarno, Firenze e Roma, un quadro completo o per lo meno approfondito di alcuni aspetti del tempo. Ne Il pegno senza presto al centro troviamo il Monte Pio, un ente di pegno (un’Istituzione di Carità)  che invece di aiutare i bisognosi con prestiti onesti li affossava ancor di più concedendo somme irrisorie per depositi importanti ed esigendo invece riscatti esosi per oggetti da poco. Inutile precisare che per i notabili e i ricchi il trattamento era esattamente l’opposto. Dietro tutti i romanzi di Oscar Montani c’è un gran lavoro preparatorio di ricerca, di documentazione, che però non viene a pesare sul risultato finale: il quadro dell’epoca emerge dagli eventi stessi e soprattutto dai dialoghi, fondamentali nella scrittura del nostro autore per tratteggiare il carattere dei personaggi.

 

Quanto a Mariotto Casadei, si presenta subito all’inizio del romanzo per quello che è: un picaro bastardo. Partiamo da questa ultima connotazione: bastardo, un figlio di padre ignoto (o incognito). Intrigante, avvincente una delle possibili etimologie di questo vocabolo. Per alcuni deriverebbe da basto. Pare che i mulattieri, i mercanti a sera, giunti alle locande per pernottare, per risparmiare si facessero il letto con il basto delle loro cavalcature e lì se la spassassero con le inservienti. I figli così concepiti venivano appunto chiamati bastardi. Mariotto è orgoglioso di questa sua condizione, non la nasconde affatto, per lui è come una medaglia da esibire in ogni occasione.

 

(I - segue)

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