domenica 18 febbraio 2024

Recensione Picari bastardi (II)


A proposito dei Picari Bastardi

Una riflessione di Carmen Claps


II

Quanto all’altro termine che identifica il protagonista e insieme a bastardo dà il titolo ai romanzi che raccontano le sue vicende, i picari sono quei personaggi di genesi iberica avventurosi, irrequieti, che non mettono mai radici in nessun posto. Ebbene, quando incontriamo Mariotto per la prima volta è più o meno “nel mezzo del cammin” della sua vita, ma ha già all’attivo parecchie esperienze. In proposito è lui stesso a definirsi una personalità talentuosa, con tanti interessi, pieno di iniziative, peccato che, come confessa candidamente lui stesso fa e disfa le cose senza perseguire un meta precisa. Quindi è un picaro perfetto. 


 

Proprio per la sua versatilità ha assaggiato vari mestieri e arti, tutti molto diversi l’uno dall’altro, senza abbracciarne uno definitivamente. Ha cominciato a lavorare presso uno studio notarile come addetto alle scritture. Questo gli ha consentito di imparare tutti i cavilli le scappatoie, le trappole della legge, tanto che, dopo apposito esame ha conseguito il diploma di procuratore, una specie di patente rilasciata dalla Consorteria dei difensori in Tribunale. Ma nei 14 anni trascorsi in quello studio ha imparato anche a scrivere ed è diventato Maestro di scrittura. Queste due specializzazioni, così tecniche e, se vogliamo un po' aride, non hanno spento la sua fantasia, la sua creatività, tanto è vero che ha cominciato a scrivere poesie, cosa che gli garba parecchio, a differenza dell’attività forense, che, infatti, non ha mai esercitato.

Mariotto ha però dalla sua una caratteristica dalla quale non può prescindere: l’attrazione verso il gentil sesso e non importa che la prescelta sia impegnata o meno. Nello studio notarile si aggira la nipote del principale che dispensa volentieri le sue grazie al nostro protagonista. Quando l’anziano zio, che aveva mire pure lui sulla ragazza li scopre, caccia Mariotto e lo esilia come militare presso una banda granducale a Pistoia. Anche qui la tentazione femminile è in agguato; peccato che la signora in questione sia la moglie di uno dei suoi superiori. Mariotto ancora una volta è costretto ad andarsene; disertore, senza un soldo, finisce a Prato. Non si perde d’animo, abituato com’è a cavarsela in ogni frangente. Inventa di sana pianta una compassionevole storia a un prete di buon cuore che gli procura un lavoro presso uno speziale. Importante dire che tutte le attività esercitate da Mariotto nella sua vita gli saranno poi utilissime quando si troverà a dover fare l’investigatore.

 

Quando noi facciamo la sua conoscenza, grazie all’esperienza presso lo speziale, Mariotto diventa il preparatore di colori di un giovane pittore di talento, nato a Montevarchi e realmente esistito, Giovanni Martinelli che deve recarsi a Roma per affinare presso la bottega di un grande pittore la sua tecnica. Durante il tragitto si fermano a Montevarchi e qui Mariotto diventa investigatore. Non indaga per gene familiare, come un altro dei personaggi di Oscar Montani, Berto de’ Bardi, che ha ricevuto il talento da detective dal nonno. Non indaga per condizionamento, come Idamo Butini il medico che opera a Montevarchi a partire dal ventennio, cui la zia Ida, da piccino, invece delle favole raccontava le storie di Sherlock Holmes.

Come conduce, allora,  le sue indagini Mariotto? Come tutti gli altri investigatori del nostro autore, non è un malinconico solitario, alla Marlowe, per intenderci ma si avvale della collaborazione di un manipolo eterogeneo e se vogliamo un po' squinternato di amici. E’ il capo indiscusso, tacitamente riconosciuto di personaggi diversissimi fra di loro per età, carattere, attitudini; in questo modo, mettendo ognuno i propri talenti a servizio delle indagini, si compensano, si completano e il risultato è garantito. Può capitare che, in qualche occasione, i suoi collaboratori non comprendano o non condividano i suoi ordini e le sue iniziative, ma gli sono comunque sempre incrollabilmente fedeli e leali.

(II - Segue)

(Ritorna alla parte I) 

 

Nessun commento:

Posta un commento