Film
n. 9
L’ombra del dubbio
(Shadow of a Doubt)
di Alfred Hitchcock
con Josefh Cotten, Teresa Wright, McDonald Carey
E' uno
dei film di Hitchcock che amo di più; con me è d’accordo il regista, ma anche
se non lo fosse non cambierei di una virgola la mia opinione. Innanzitutto
tengo a precisare che per me non è un noir. So che questa affermazione si
scontra con opinioni diffuse, ma io lo considero un fine, raffinato,
coinvolgente e inquietante giallo psicologico. La latente passione tra zio
e nipote è il filo conduttore della storia: crea e distrugge emozioni, porta a
una morte violenta. Quella dello zio assassino. Eppure, sotto sotto, Charlie
ama Charles (che assonanza di nomi!) lo zio mitizzato: la delusione per
quell’amore impossibile le fa superare ogni remora morale e con determinazione
gli procura una morte violenta.
Joseph
Cotten non è mai antipatico, non è mai viscido, non è mai odioso: è un perfetto
essere diabolico. Lo si nota dallo sguardo sempre attraversato un'ombra sinistra. Il fatto che abbia ucciso alcune vedove danarose non ci fa
sorgere repulsioni morali: il fascino del diavolo è davvero seducente. Temiamo
invece per la sorte della nipote: ci aspettiamo che da un momento all’altro la
faccia fuori.
La
famiglia dei parenti, dominata dalla matriarca (Emma, la sorella di Charles) è
un perfetto utero materno: lui vi si rifugia per tentare di sfuggire alle
ricerche della polizia, già sulle sue tracce. Anche la cittadina,
autoreferenziale, superficiale e chiusa in se stessa, di fatto lo protegge.
Purtroppo la nipote è ancora in grado di pensare e ha un interesse smodato per
lo zio. Lo osserva , lo studia e infine lo scopre.
Lo spettatore, informato prima, segue le mosse della ragazza e si preoccupa. Qui c’è tutta la maestria del regista: la piccola fragile donna contro il diavolo in persona. Così come il “lector in fabula”, su cui ci ha illuminato Umberto Eco anche, anche lo “spectator” diventa il vero protagonista di questa storia. Recitazione stupenda, doppiaggio orribile. Si spendono soldi a restaurare film: questo avrebbe bisogno d’essere ridoppiato: vederlo in lingua originale è davvero un’altra cosa.
Lo spettatore, informato prima, segue le mosse della ragazza e si preoccupa. Qui c’è tutta la maestria del regista: la piccola fragile donna contro il diavolo in persona. Così come il “lector in fabula”, su cui ci ha illuminato Umberto Eco anche, anche lo “spectator” diventa il vero protagonista di questa storia. Recitazione stupenda, doppiaggio orribile. Si spendono soldi a restaurare film: questo avrebbe bisogno d’essere ridoppiato: vederlo in lingua originale è davvero un’altra cosa.
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