martedì 13 dicembre 2011

Saluti da Vigata (05)

A proposito del dialetto di Vigata

ovvero

il teatro dei pupi di Montalbano



 
(5)

Il dialetto non piace alla critica
Nella critica letteraria italiana, il dialetto, come una varietà usata assieme ad altre varietà linguistiche (italiano letterario, neostandard, pastiche, ecc.) nella stessa opera, non ha mai ricevuto l'interesse che forse si meriterebbe.  Per  tenere il discorso su un piano molto concreto, riporterò in estrema sintesi alcune analisi sull'uso del dialetto siciliano nei romanzi polizieschi di Andrea Camilleri.
La visione elitaria degli operatori culturali italiani tende a considerare chiunque venda molte copie dei propri lavori un autore solo popolare, di poca profondità contenutistica e di poca innovatività dell'espressione. Si scrive: << ...i motivi del successo di Camilleri non vanno ricercati nel suo valore letterario - spesso troppo altalenante e troppo di genere per dare una valutazione - ma nel suo non essere letterato, nel suo modo di rassicurare il pubblico: con libri brevi, che della letteratura prendono il meno possibile, e della vita il più possibile...>>.
A parte di non mostrare un giudizio sereno,   non sembra che  abbiano letto attentamente i romanzi gialli, ben articolati e inseriti nel tessuto sociale ed economico e soprattutto nell’attualità.
C'entra qui anche il fatto che i critici letterari italiani vogliono a ogni costo distanziarsi da chi si ostina a rimanere nell'ambito di un solo genere letterario, consacrato dal tempo, senza fare del romanzo un miscuglio di generi. Altre prospettive elitarie si lasciano sfuggire i commenti che fanno equivalere la popolarità a una moda e si consolano dicendo ”Tanto tra poco passa e comprare non significa leggere”. Resta il fatto che i lettori, appassionati sia dei contenuti che dello stile di Camilleri, lo seguono ormai da più di sedici anni.
Non tutti i giudizi sono negativi:  c’è chi afferma che Camilleri   (in continua evoluzione) ha lasciato un segno particolarissimo, più che letterario, di metodo. Il metodo serve a uno scopo.

Lo scopo
Incredibile e siete padroni di dubitarne, ma personalmente sono convinto che  questo “pseudo dialetto” sia costruito da Camilleri per creare suspense! E’ una scelta d’avanguardia e molto coraggiosa: molti lettori (non tanti) hanno abbandonato. Una moltitudine lo hanno seguito e sono rimasti catturati dalla sua tela. Come lettore devo dire che le frasi hanno una musicalità e un ritmo che aiutano il lettore, lo mettono in sintonia col mondo di Vigata, dopo qualche pagina, letta con fatica, si sente rassicurato.

La ripetitività delle situazioni
Anche questa è una tecnica per rassicurare il lettore. Come nei fumetti Catarella sbatte la porta, Livia si arrabbia e s’azzuffa con Salvo, Fazio recita l’anagrafe, Augello scopa ogni femmina che incontra, Alderighi viene menato per il naso da Montalbano … Le situazioni che si ripetono hanno due funzioni: rassicurare il lettore e consentire un’evoluzione più ardita del linguaggio.
(5 – continua)

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