A
proposito del dialetto di Vigata
ovvero
il
teatro dei pupi di Montalbano
(5)
Il dialetto non piace alla critica
Nella
critica letteraria italiana, il dialetto, come una varietà usata assieme ad
altre varietà linguistiche (italiano letterario, neostandard, pastiche, ecc.)
nella stessa opera, non ha mai ricevuto l'interesse che forse si meriterebbe. Per tenere
il discorso su un piano molto concreto, riporterò in estrema sintesi alcune
analisi sull'uso del dialetto siciliano nei romanzi polizieschi di Andrea
Camilleri.
La
visione elitaria degli operatori culturali italiani tende a considerare chiunque
venda molte copie dei propri lavori un autore solo popolare, di poca profondità
contenutistica e di poca innovatività dell'espressione. Si scrive: << ...i motivi del successo di
Camilleri non vanno ricercati nel suo valore letterario - spesso troppo
altalenante e troppo di genere per dare una valutazione - ma nel suo non essere
letterato, nel suo modo di rassicurare il pubblico: con libri brevi, che della
letteratura prendono il meno possibile, e della vita il più
possibile...>>.
A
parte di non mostrare un giudizio sereno, non sembra
che abbiano letto attentamente i romanzi
gialli, ben articolati e inseriti nel tessuto sociale ed economico e
soprattutto nell’attualità.
C'entra
qui anche il fatto che i critici letterari italiani vogliono a ogni costo
distanziarsi da chi si ostina a rimanere nell'ambito di un solo genere
letterario, consacrato dal tempo, senza fare del romanzo un miscuglio di generi.
Altre prospettive elitarie si lasciano sfuggire i commenti che fanno equivalere
la popolarità a una moda e si consolano dicendo ”Tanto tra poco passa e comprare non significa leggere”. Resta il
fatto che i lettori, appassionati sia dei contenuti che dello stile di Camilleri,
lo seguono ormai da più di sedici anni.
Non tutti
i giudizi sono negativi: c’è chi afferma
che Camilleri (in continua evoluzione) ha lasciato un segno
particolarissimo, più che letterario, di metodo. Il metodo serve a uno scopo.
Lo scopo
Incredibile
e siete padroni di dubitarne, ma personalmente sono convinto che questo “pseudo dialetto” sia costruito da
Camilleri per creare suspense! E’ una scelta d’avanguardia e molto coraggiosa:
molti lettori (non tanti) hanno abbandonato. Una moltitudine lo hanno seguito e
sono rimasti catturati dalla sua tela. Come lettore devo dire che le frasi
hanno una musicalità e un ritmo che aiutano il lettore, lo mettono in sintonia
col mondo di Vigata, dopo qualche pagina, letta con fatica, si sente rassicurato.
La ripetitività delle situazioni
Anche
questa è una tecnica per rassicurare il lettore. Come nei fumetti Catarella
sbatte la porta, Livia si arrabbia e s’azzuffa con Salvo, Fazio recita
l’anagrafe, Augello scopa ogni femmina che incontra, Alderighi viene menato per
il naso da Montalbano … Le situazioni che si ripetono hanno due funzioni:
rassicurare il lettore e consentire un’evoluzione più ardita del linguaggio.
(5 –
continua)
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