lunedì 12 dicembre 2011

Lanterna gialla (07)

Film n. 7



Il mistero del falco (The Maltese Falcon)
di John Huston  
con Humphrey Bogart, Mary Astor, Sydney Greenstreet, Peter Lorre



Alla domanda “Di che materia è fatto il falcone?” Sam Spade risponde cinico: “ ... Della materia di cui sono fatti i sogni.” E’ l’ultima scena del film: il miglior modo per riassumerlo, ma non è tutta farina del sacco, pur pieno, di Huston. C’è il tocco di Dashield Hammett e così si raggiunge il mito. Il cast è perfetto. Humphrey è un perfetto Sam Spade, anche se dopo qualche tempo si crederà che fosse Philip Marlowe, con un pizzico di fortuna in più. La Astor è una dark lady molto credibile, Lorre, occhi appallati, più viscido e sudaticcio di sempre; infine impeccabile per ambiguità, Greenstreet (Nel trailer invita lo spettatore a "entrare" nello schemo!).


Un sogno al buio, no nella nebbia di un fumo  molto noir, ma i sogni   hanno bisogno dell’oscurità. Dopo questo film si è cominciato a parlare di noir, genere che è di sua natura sfuggente, tanto che oggi c’è una fronda di autori che si sono collocati nel post noir. Indubbiamente le tinte del film sono fosche: l’esistenza tragica dei personaggi, la loro visione negativa e pessimistica del mondo, i rapporti odiosi che li legano. C’è da capirli se rincorrono un sogno!


La statuetta del falco (molto brutta, volutamente pacchiana) si vede solo nel finale: è un brutto risveglio per tutti. Anche Sam Spade forse un po’ ci sognava sopra! Ma si era già svegliato da un altro sogno: Brigid, l’ambigua sgusciante e perfida bionda interpretata dalla Astor, che lo aveva coinvolto e manipolato. La consegna alla polizia affermando, con un velo di tristezza negli occhi, che anche gli investigatori, pur costretti a vivere borderline tra legalità e illegalità, hanno i loro valori morali.





Un film da gustare come una bottiglia di brunello del ’99. L'oltimo sorso è quello col retrogusto amaro di un sogno svanito...
 Bianco e nero dalle luci oblique e denso  di ombre che crea un senso di claustrofobia ossessiva: da rinchiudere in manicomio criminale quelli che ne realizzarono una versione colorata! Sceneggiatura incalzante, recitazione impeccabile. Più invecchia più lo apprezzi, come tutti i capolavori.

Voto *****/5
(Film successivo) 

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