Film
n. 7
Il mistero del falco (The Maltese Falcon)
di John Huston
con Humphrey Bogart, Mary Astor, Sydney Greenstreet, Peter Lorre
Alla domanda “Di
che materia è fatto il falcone?” Sam Spade risponde cinico: “ ...
Della materia di cui sono fatti i sogni.” E’ l’ultima scena
del film: il miglior modo per riassumerlo, ma non è tutta farina del sacco, pur
pieno, di Huston. C’è il tocco di Dashield Hammett e così si raggiunge il mito. Il cast è perfetto. Humphrey è un
perfetto Sam Spade, anche se dopo qualche tempo si crederà che fosse Philip
Marlowe, con un pizzico di fortuna in più. La Astor è una dark lady molto
credibile, Lorre, occhi appallati, più viscido e sudaticcio di sempre; infine
impeccabile per ambiguità, Greenstreet (Nel trailer invita lo spettatore a "entrare" nello schemo!).
Un sogno al buio, no nella nebbia di un fumo molto noir, ma i sogni hanno bisogno dell’oscurità. Dopo questo
film si è cominciato a parlare di noir, genere che è di sua natura sfuggente,
tanto che oggi c’è una fronda di autori che si sono collocati nel post noir. Indubbiamente le tinte del
film sono fosche: l’esistenza tragica dei personaggi, la loro visione negativa
e pessimistica del mondo, i rapporti odiosi che li legano. C’è da capirli se
rincorrono un sogno!
La statuetta del falco (molto brutta, volutamente pacchiana) si
vede solo nel finale: è un brutto risveglio per tutti. Anche Sam Spade forse un
po’ ci sognava sopra! Ma si era già svegliato da un altro sogno: Brigid, l’ambigua
sgusciante e perfida bionda interpretata dalla Astor, che lo aveva coinvolto e
manipolato. La consegna alla polizia affermando, con un velo di tristezza negli
occhi, che anche gli investigatori, pur costretti a vivere borderline tra legalità e illegalità, hanno i loro valori morali.
Un film da gustare come una bottiglia di brunello del ’99. L'oltimo sorso è quello col retrogusto amaro di un sogno svanito...
Bianco e nero dalle luci oblique e denso di ombre che crea un senso di claustrofobia ossessiva: da rinchiudere in manicomio criminale quelli che ne realizzarono una versione colorata! Sceneggiatura incalzante, recitazione impeccabile. Più invecchia più lo apprezzi, come tutti i capolavori.
Bianco e nero dalle luci oblique e denso di ombre che crea un senso di claustrofobia ossessiva: da rinchiudere in manicomio criminale quelli che ne realizzarono una versione colorata! Sceneggiatura incalzante, recitazione impeccabile. Più invecchia più lo apprezzi, come tutti i capolavori.
Nessun commento:
Posta un commento