Film
n. 12
L’ombra del passato (Murder,
my sweet)
di Edward Dimitryk
con Dick Powell, Claire Trevor, Anne Shirley, Otto Kruger
Addio, mia amata (Farewell,
My Lovely) è il titolo del romanzo di Raymond Chandler da cui è tratto
il film.
Dick Powell è un Philip Marlowe parecchio convincente: Dimitryk l’aveva scelto per creare un effetto straniante sugli spettatori. Powell (fino allora attore di commedie brillanti e musical) va ben oltre e lascia il segno ma, come Gimondi nel ciclismo con Merckx, rimane secondo davanti al grande Bogart vestito degli stessi panni, l’anno dopo, ne Il grande sonno. Piacque molto a Chandler: “L’investigatore sul grande schermo ha la stessa sobria eleganza di quello del romanzo”. In effetti ne risulta un Marlowe smarrito nella scoperta e spesso tormentato da remoti principi morali, ma che presto recupera il suo sguardo triste e disincantato.
Dick Powell è un Philip Marlowe parecchio convincente: Dimitryk l’aveva scelto per creare un effetto straniante sugli spettatori. Powell (fino allora attore di commedie brillanti e musical) va ben oltre e lascia il segno ma, come Gimondi nel ciclismo con Merckx, rimane secondo davanti al grande Bogart vestito degli stessi panni, l’anno dopo, ne Il grande sonno. Piacque molto a Chandler: “L’investigatore sul grande schermo ha la stessa sobria eleganza di quello del romanzo”. In effetti ne risulta un Marlowe smarrito nella scoperta e spesso tormentato da remoti principi morali, ma che presto recupera il suo sguardo triste e disincantato.
Velma, la dark lady, è magnificamente interpretata
da Claire Trevor: ne risulta una
corrotta, ambigua e cinica arrampicatrice sociale dalla doppia identità.
L’altra donna, Helen Grayle, è anch’essa sottilmente ambigua, ma più algida,
come l’attrice Anne Shirley.
Il film, pur
solidamente fondato sul romanzo, ha una sua chiara autonomia di visione. E’ un
noir che, calando lo spettatore in un universo metropolitano oscuro e
decadente, evidenzia le paure, le incertezze, le nefandezze e le contraddizioni
degli States di quegli anni. La scena è calcata da un’umanità priva di valori
morali e in profonda crisi esistenziale: Philip scopre che l’unica via per
squarciare le tenebre dell’intrigo è lastricata di crimini, menzogne e
intrighi. E’ uno dei migliori noir del
periodo, esplora in profondità (dall’interno) i protagonisti e il contesto,
così da farli apparire border line
tra il bene e il male. In qualche momento emerge chiara la loro consapevolezza
di esser in precipitosa rovina verso l’inferno, impossibilitati a reagire
perché ormai completamente asserviti ai meccanismi di una suspense legata a
situazioni e forze che gravitano su di loro.
L’ambientazione prevalentemente notturna e la fotografia quasi “introspettiva” con un’illuminazione centrata sui personaggi sposta il focus della riflessione narrativa dentro l’animo dei due protagonisti: Marlowe e Velma.
L’ambientazione prevalentemente notturna e la fotografia quasi “introspettiva” con un’illuminazione centrata sui personaggi sposta il focus della riflessione narrativa dentro l’animo dei due protagonisti: Marlowe e Velma.
Voto ****/5
Nessun commento:
Posta un commento