Film
n. 19
La donna che visse due
volte (Vertigo)
di Alfred Hitchcock
con James Stewart,
Kim Novak, Barbara
Bel Geddes, Tom Helmore
Il
poliziotto John Ferguson (James Stewart), Scottie per gli amici, soffre
di vertigini dopo un tragico inseguimento sui tetti di San Francisco.
Ha rischiato di precipitare nel vuoto; aggrappato a una grondaia, che sotto il suo peso stava per collassare ha visto un suo collega perdere la vita cadendo nel tentativo di salvarlo. Dimessosi dalla polizia, viene ingaggiato da un suo ex-compagno di college, Gavin Elster (Tom Helmore), ora grosso impresario edile, per sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak), soggetta a strani comportamenti … il resto meglio lo scopriate vedendo o rivedendo questo stupendo film.
Ha rischiato di precipitare nel vuoto; aggrappato a una grondaia, che sotto il suo peso stava per collassare ha visto un suo collega perdere la vita cadendo nel tentativo di salvarlo. Dimessosi dalla polizia, viene ingaggiato da un suo ex-compagno di college, Gavin Elster (Tom Helmore), ora grosso impresario edile, per sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak), soggetta a strani comportamenti … il resto meglio lo scopriate vedendo o rivedendo questo stupendo film.
Più
che un giallo (comunque splendido) è un viaggio lancinante nella parte scura
della psiche. Una vertigine (e anche una dark lady dalla sottile ambiguità) la
fanno emergere creando in Scottie uno
stato quasi catatonico. Il dubbio è respinto dalla passione, nonostante ci sia
in lui la consapevolezza d’esser tradito dalla razionalità. Il nodo non è
smascherare un omicidio, ma capire com’è potuto accadere che l’innamoramento
abbia potuto accecare il raziocinio del poliziotto.
La concezione della vita secondo Hitchcock viene compiutamente illustrata: Scottie passa, necessariamente, due volte attraverso le tenebre e non è detto che alla fine riesca (nonostante l’assistenza della cara amica pittrice) a rivedere la luce.
La concezione della vita secondo Hitchcock viene compiutamente illustrata: Scottie passa, necessariamente, due volte attraverso le tenebre e non è detto che alla fine riesca (nonostante l’assistenza della cara amica pittrice) a rivedere la luce.
Stewart,
stralunato, volutamente più lento (l’avevamo visto agile e scattante
all’inizio) e dinoccolato si muove per le strade luminose di San Francisco come
un fantasma a caccia di uno spettro. La Novak è assolutamente perfetta. La sua
ambiguità (fa da specchio a se stessa) è intrigante e angosciante: una fonte di
suspense.
Molte
le scene che si sono impresse nella memoria degli spettatori. Io preferisco le
visite al museo davanti al ritratto di Carlotta Valdés: qui la vediamo davanti al suo "doppio" del passato. Ma mi piace anche ricordare il salvataggio dalle
acque sotto il Golden Gate in cui ricorre la suggestione onirica di Edward Hopper .
Infine l’ultima sul campanile della missione dove il sogno s'infrange sulla dura realtà. Un capolavoro.
Infine l’ultima sul campanile della missione dove il sogno s'infrange sulla dura realtà. Un capolavoro.
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