martedì 6 dicembre 2011

Saluti da Vigata (2)

A proposito del dialetto di Vigata
ovvero
il teatro dei pupi di Montalbano

(2)

Una lingua in evoluzione

Fin dall’inizio (nel ’94) avevo notato, da fanatico lettore, che in quel testo c’era qualcosa di speciale. Quando, anni dopo, cominciai a scrivere capii cosa: la lettura delle pagine di Camilleri mi aggiustava in testa il suono delle parole. Una specie di diapason che  accordava la mia mente. Se mi sentivo bloccato pigliavo un romanzo di Montalbano, dopo la lettura di una diecina di pagine riprendevo più spedito a scrivere, soprattutto i dialoghi. Magia, sortilegio, macumba? No, tecnica sopraffina.
 

 
Nei primi romanzi gli innesti erano pochi, dosati, negli ultimi moltissimi di più.  La crescita è accompagnata dai giudizi espressi (ne Il cane di terracotta) dai personaggi sulle diverse varietà linguistiche, per esempio, Catarella chiama il suo linguaggio maccheronico italiano (  p. 25); il questore dice che la lingua di Montalbano e` un italiano bastardo ( p. 54), Livia non vuole che Montalbano parli in siciliano ( p. 227).

Leggiamo due brani dal primo e dall’ultimo romanzo di Montalbano.

La forma dell’acqua (1994)

Uno

Lume d'alba non filtrava nel cortiglio della « Splendor  », la società che aveva in appalto la nettezza urbana di Vigàta, una nuvolaglia bassa e densa cummigliava completamente il cielo come se fosse stato tirato un telone grigio da cornicione a cornicione, foglia non si cataminava, il vento di scirocco tardava ad arrisbigliarsi dal suo sonno piombigno, già si faticava a scangiare parole. Il caposquadra, prima di assegnare i posti, comunicò che per quel giorno, e altri a venire, Peppe Schèmmari e Caluzzo Bruccoleri sarebbero stati assenti giustificati. Più che giustificata infatti l’assenza: i due erano stati arrestati la sera avanti mentre tentavano di rapinare il supermercato, armi alla mano. A Pino Catalano e a Saro Montaperto, giovani geometri debitamente disoccupati come geometri, ma assunti in qualità di « operatori ecologici » avventizi in seguito al generoso intervento dell’onorevole Cussumano, per la cui campagna elettorale i due si erano battuti corpo e anima (esattamente nell’ordine: il corpo facendo assai più di quanto l’anima fosse disposta a fare), il caposquadra assegnò il posto lasciato vacante da Peppe e Caluzzo, e precisamente il settore dentro la mànnara, perché in tempi immemorabili pare che un pastore avesse usato tenervi le capre. …


Facciamo due conti con un pallottoliere, vengono molto precisi! Resoconto sulla  presenza di voci dialettali:

·         7  parole su 198 = 3,5% (mediamente, per ogni pagina non supera il 5%)

·         periodo più lungo: 88 parole.

Come si vede una contaminazione dialettale moderata.
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