Rubrica letteraria
Il
gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
recensioni di romanzi gialli
Libro n.
34
La talpa
John Le
Carré
Rizzoli
Ripreso in mano per
via del film
L’avevo letto 21 anni fa, perché
riesumarlo? Ieri dovevo andare al cinema e volevo richiamare alla memoria alcune
cose. Perché? La guerra fredda non c’è più, il muro è caduto e la Russia s’è
smontata in tanti pezzi. “Che resta ora
di Smiley?” mi sono chiesto “Perché
un film?”.
Ben poco
credo. Sono passati mille anni e forse più, il clima del romanzo fa respirare a
fondo il clima dolente e disperato del mondo dello spionaggio negli anni '60 e,
in contrasto, della swinging London (impersonato da Anna, la gaudente moglie di
Smiley, di cui sempre si parla, senza mai farla apparire, come la moglie del
tenente Colombo!).
Il
titolo italiano entra subito in argomento: la talpa è il traditore da cercare
dentro i servizi segreti inglesi dopo che un intera rete è stata smantellata.
Il
titolo inglese riprende una "conta" che i bambini fanno per iniziare
il gioco:
“Tinker, Tailor, Soldier, Sailor, Rich Man, Poor Man, Beggar Man, Thief.”
“Tinker, Tailor, Soldier, Sailor, Rich Man, Poor Man, Beggar Man, Thief.”
L'indizio è questo: tra i 5
agenti si nasconde il colpevole, ma visto che sono tutti sono agenti operativi
o al vertice di chi fidarsi, come scoprire il gioco? Tocca a George Smiley,
stanco, scalcagnato, erudito ex agente sul campo, farsi carico dell'indagine
che lo porterà fino in fondo a far cadere il mondo a cui anche lui appartiene.
E il
tono con cui Le Carrè fa muovere la narrazione è proprio dolente e disperato,
come il senso di un mondo che sta andando verso la distruzione. L’olocausto
nucleare per adesso non c’è stato, ma l’angoscia la viviamo ancora, anche se
viene dai misteri e dalle minacce della
finanza. La grandezza della scrittura di Le Carrè sta nel saper disegnare
benissimo i personaggi, i caratteri, gli ambienti di un mondo desolato, che ora
è un paradigma: ogni tassello del mosaico si paga con sangue e
intorpidimento crescente. Tutto sembra ricoperto da una polvere che proviene da
faldoni e incartamenti, l'azione è bloccata dal sospetto e dalla burocrazia,
per cui Smiley, non si muove, a volte appare bloccato. Non con eroismo o con
potenza, ma con intelligenza e senso del dovere riesce alla fine a compiere
questa discesa agli inferi. Un’esplorazione
fatale per i Servizi ma soprattutto per lui e i suoi affetti.
Il romanzo
aveva anticipato i tempi anche con la struttura. Adesso, dopo decenni, è più
che naturale cominciare un romanzo d'azione o una spy-story con due o tre
situazioni che iniziano separate, poi si intersecano e infine sfociano
impetuose nel finale. Le Carrè ha fatto
scuola, insegnato a costruire una storia
a incastro: solo che lavorava lento, con paziente cesello. A volte la suspense
difetta, ma lo possiamo perdonare per avrci regalato Smiley, capostipite degli
eroi dolenti, al limite di un mondo che sta finendo o che sta definitivamente
cambiando. Solo non poteva prevedere quanto in peggio!
Roba
d’altri tempi, ma pur sempre un classico. Voto d’affetto e di nostalgia! Il film, però, non merita recensione.
Totale: ****/5
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