Film
n. 23
Labirinto mortale (The House
on Carrol Street)
di Peter Yates
con Kelly McGillis,
Jeff Daniels, Jessica Tandy
New York 1951; durante la
crociata anticomunista del senatore McCarthy, una giovane giornalista, perduto
il posto perché sospettata di avere idee sovversive, va a fare da lettrice a
un’anziana signora con gli occhi stanchi. Una vecchia casa nel Queens, in
Carrol Street, con un grande e incolto
giardino.
Da lì scopre le fila di un'organizzazione clandestina che fa entrare
negli USA ex nazisti con nomi di ebrei defunti. L’aiuta un agente FBI che le
era stato messo alle calcagna. Scritta da Walter Bernstein, finito 40 anni fa
sulla lista nera come intellettuale di sinistra. Un godibile thriller di serie
B, molto ben fatto e ben recitato.
Qualcuno sostiene che la sceneggiatura sia poco credibile e che difetti di fluidità, ma alcuni personaggi di contorno sono azzeccati e le notazioni intelligenti non mancano.
Di fatto regge al passare del tempo e ora se ne apprezza ancora di più il rigore formale. Credo che il meccanismo della suspense sia ben oliato. La trama non è certo originalissima, ma Hitchcock, su atmosfere del genere, ci ha davvero abituati male!
La McGillis, reduce dall’erotismo quasi monacale, de Il testimone, ci stupisce con le sue occhiate piene di sospetto e con atletiche corse da mezzofondista (lo era davvero, però!). Daniels, attento e coinvolto è perfettamente nel ruolo. Splendida fotografia di M. Ballhaus che rende piacevolmente vintage l’ambientazione storica. Da antologia l'inseguimento alla Grand Central Station che, ovviamente, s’spira al maestro Alfred! Un buon film, credo sottovalutato, da rivedere e gustare, se vi aggrada un po' di tensione.
Qualcuno sostiene che la sceneggiatura sia poco credibile e che difetti di fluidità, ma alcuni personaggi di contorno sono azzeccati e le notazioni intelligenti non mancano.
Di fatto regge al passare del tempo e ora se ne apprezza ancora di più il rigore formale. Credo che il meccanismo della suspense sia ben oliato. La trama non è certo originalissima, ma Hitchcock, su atmosfere del genere, ci ha davvero abituati male!
La McGillis, reduce dall’erotismo quasi monacale, de Il testimone, ci stupisce con le sue occhiate piene di sospetto e con atletiche corse da mezzofondista (lo era davvero, però!). Daniels, attento e coinvolto è perfettamente nel ruolo. Splendida fotografia di M. Ballhaus che rende piacevolmente vintage l’ambientazione storica. Da antologia l'inseguimento alla Grand Central Station che, ovviamente, s’spira al maestro Alfred! Un buon film, credo sottovalutato, da rivedere e gustare, se vi aggrada un po' di tensione.
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