Rubrica letteraria
Il
gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Libro
n. 38
L’assassino ha lasciato la
firma
Ed McBain
Mondadori
Colui che odia i
poliziotti
Così sarebbe stata la
traduzione letteraria del titolo (Cop Hater), ma ,si sa, in Italia si pagano profumatamente i markettari che sanno meglio
storpiare i titoli dei film e dei romanzi.
Con Cop Hater inizia la saga degli sbirri
dell’87° distretto e la definizione della straordinaria location. Ci troviamo
in un’immaginaria metropoli chiamata “Isola”, in realtà è la mappa di New York che
McBain ha girato di 90°: una visione laterale della “città”. Sì il pensiero laterale fa indagare meglio e strania i lettore producendo
suspense. Qui (all’inizio somewhere in
nowhere, poi l’autore sarà più preciso) viene trovato il corpo del detective Mike
Reardon, assassinato con tre colpi di pistola calibro 45 e il giorno dopo
quello del suo partner, il detective David Foster, ucciso con lo stesso modus operandi.
Il linguaggio, lo
si apprezza dalle prime righe, è asciutto, ma scava nel luogo e nelle persone: dalla
descrizione dei loro gesti si conoscono molto bene, subito. Si capisce che è
una penna parecchio appuntita. …
Si cominciano a
intendere i rapporti con la gente e i media della “città”. Per l’opinione pubblica sì tratta di un pazzo che odia i poliziotti,
ma per la squadra investigativa dell’87° distretto, il colpevole è da cercare
tra i criminali arrestati da i due. I detective Steve Carella e Hank Bush si
mettono ad indagare tra bische e band giovanili: il caso appare più complicato del previsto …
Grande Ed McBain, e
lo pongo nella letteratura perché “il
tempo decide se un giallo è letteratura”, parole sue. I
suoi romanzi hanno ispirato tanti
telefilm polizieschi (da “Hill Street giorno e notte” a “Law and
Order”), infatti questa serie fa parte del genere police-procedural, la
rivoluzione del giallo degli anni 50. McBain è il primo a non utilizzare la classica
formula del “chi è stato?”, ma descrive in maniera dettagliata e realistica le
indagini dei detective mettendo in risalto il lavoro del team piuttosto che le abilità
del singolo investigatore.
Quello che è più
apprezzabile del romanzo (e di tutta la saga) è la caratterizzazione dei
personaggi, sono tutti vivi, reali e
credibili. Rivoluziona la visione dei detective "duri" e
solitari (l’hard boiled degli anni quaranta), li descrive come uomini comuni, con i loro
difetti e le loro debolezze.
“I poliziotti, qualunque idea uno possa farsene, sono esseri umani. Sudano
esattamente come voi e me, e non lavorano volentieri al caldo. A qualcuno di
loro non piace lavorare, nemmeno quando fa fresco, proprio come capita a voi e
me. Ma, soprattutto quando fa caldo, nessuno poliziotto si sobbarca volentieri
la noia di assistere a una sfilata con relativo confronto.”, anche queste sono parole
sue.
Tra i protagonisti emerge il detective Steve Carella
(italo-americano come l’autore), è un personaggio che crescerà molto di storia in
storia; piaceva perché cercava di scoprire il colpevole con astuzia e
determinazione, senza dimenticare il suo lato umano.
Voto ****/5
Evviva! Sono perfettamente d'accordo.
RispondiEliminaVedi Maria Teresa che non ne pensavo poi tanto male!
RispondiElimina