Rubrica letteraria
Il
gufo giallo
recensioni di romanzi
gialli
Libro
n. 40
Rosa elettrica
Giampaolo Simi
Einaudi
L’agente Rosa, “sbirra dimmerda”
(come la chiama Cociss il suo “protetto”), vive ancora i sogni, e gli incubi,
di quando era bambina. Ce lo spiega un prologo breve e fantastico prima di
gettarci in una narrazione aspra, cruda e realistica. Dopo le prime due pagine,
troviamo Rosa già “grande”. E’ entrata in polizia ed ha un incarico importante,
ma - “Io non sono nell’investigativa!” dice - formalmente non è riconosciuta
come detective. Lo leggevo per cercare il suo metodo d’indagine, in questo caso
al femminile (Simi ha disegnato in modo molto realistico e sofferto questa
donna!). Rosa però “non ha un metodo” né, come si è visto, afferma di volerlo
avere. Mi sono detto, deluso, dopo un centinaio di pagine. Superficiale il mio
pensiero e pia illusione quella di Rosa.
Come si fa a scortare un giovanissimo boss della camorra, chiamato Cociss,
sotto protezione perché pentito e deciso a collaborare, senza esser costretta a
indagare? Incarico breve, di pochi giorni, un rito, una procedura
amministrativa quasi, di passaggio che permetterà a Rosa di fare un salto
di carriera. Ma le cose non sono mai
semplici e soprattutto non tornano. Per capire che lei indagava di brutto l’ho
dovuto rileggere con occhio più freddo, frammentando. Cosa non facile: la trama
e il modo di scrivere di Simi sono davvero un punto di forza, coinvolgono il
lettore, lo fanno stare dentro la vicenda. Alla fine emerge un metodo freddo e analitico,
capace di arrivare alla soluzione dei problemi se non fosse costretta a
muoversi in un teatro di pupi con un puparo
troppo, troppo in alto. Credo che il "personaggio" Rosa esca da
questa storia formato a più dimensioni per esperienze d’investigazione pura (restando nel noir: di cui mi sembra già eccellente rappresentante), ma
farle far carriera è un problema tutto dell’autore. Cme quello di "portarla" al cinema! Sotto un'immagine per una possibile locandina...
Un romanzo noir che ti prende fin
dalle prime pagine, ti prende, e non ti molla fino alla fine. E anche dopo
continua a farsi sentire... E' un libro crudele, spietato, secco e asciutto nel
suo narrare, con i piccoli paragrafi ben congegnati che scorrono veloci senza
annoiare mai.
La scrittura di Simi è serrata,
veloce, sembra di correre a 200 all'ora in macchina, sfuggendo a non si sa
cosa, a qualcosa che non si vede ma si percepisce, qualcosa di invisibile e
pericolosissimo. Ci si sente sempre sul filo del rasoio, o su un precipizio. La
tensione non cala mai, si ha sempre la sensazione che qualcosa di tragico,
inevitabile e adrenalinico stia per accadere. Ed effettivamente accade, ma
senza mai corrispondere a quello che ci si aspettava...
Sono personaggi veri quelli che si
muovono in queste pagine; sfaccettati, imprevedibili, non c'è spazio per eroi o
anti-eroi, macchiette o stereotipi. Qui c'è la realtà, durissima, che piaccia o
no.
Voto ****/5
Il libro di Simi che amo di più. Sergio Calamandrei
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