Film
n. 37
Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l’echafaud )
di Luis Malle
con Jeanne Moreau, Maurice Ronet, George Poujouly
Ex combattente in Indocina, Julien, uccide il
suo padrone (industriale produttore d’armi) su istigazione della di lui moglie
Florence, sua amante. Il piano sarebbe perfetto, dovrà risultare un siucidio,
ma lui rimane chiuso in ascensore. Nella stessa notte un giovane gli ruba
l'auto e uccide due turisti. Brillante esordio di Malle con un film noir in cui
più che l'azione, pur molto tesa, contano l'atmosfera (fotografia superlativa accompagnata
da stupenda colonna musicale jazz ) e l'analisi dei sentimenti dei personaggi.
A me interessa soprattutto evidenziare ciò che
accade invece a Julien. Il personaggio, di
caratteristiche hitchcockiane, è vessato dal destino beffardo, un cinico
accanimento contro il quale nemmeno un eroe di guerra, quale Julien potrebbe
rappresentare, può far nulla. La sua fine è segnata dal momento in cui
riattacca il telefono dopo aver deciso di uccidere il padrone. Forse era segnato
ancor prima: il rapporto con l’amante, sublime, intenso (fino alla morte),
folle e disperato, lo aveva già travolto. E’ la percezione di questa catena, di
questo legame al quale nessuno dei due vuole rinunciare, che traccia le suspense
della vicenda. Si specchiano sulla loro foto al negativo, la coppia d’amanti imbecilli e suicidi, stupidi,
distanti (il noir parallelo su cui Florence disperatamente indaga), nemmeno
capaci di morire l’uno con l’altra, mentre mentono di essere altre due persone,
una coppia che si ama veramente. La fotografia è altro elemento importante. Rivela di
verità, ma anche le nasconde; permette, attraverso istanti impressi su
pellicola che celano segreti e svelano realtà nascoste, che una sequenza
d’immagini riesca a intrecciare più esistenze (la doppia storia noir), dando
loro un percorso, un senso, e una fine che ci porta fuori: il cinema. È questo (anche
se parlo di meta cinema) uno degli aspetti più interessanti del film, l’esaltazione
della
pellicola impressa con arte. Il concetto
è esaltato dalla bellissima resa fotografica (bianco neri contrastati) di HenryDecae e dalle musiche di Miles Davis
(improvvisate durante la registrazione), per avere la certezza di aver a che
fare con un vero pezzo di cinema noir.
Voto ****/5
Interessante la storia e anche la fotografia, ma devo dire che non mi è piaciuto molto. Era abbastanza noioso, per i miei gusti.
RispondiEliminaCara chiara 1985, è ritenuto un classico. Lo rivisionato e devo dire che rispetto alla prima volta mi è un po' calato lattenzione. Ma è pur sempre un film notevole per vari motivi.
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