NOIR: dal romanzo al
film
(parte
III)
Romanzi in white&noir
le influenze della letteratura noir sul cinema
(Gli autori cap. 1)
Premessa
A novembre, nei primi due articoli di questa serie, avevo già parlato, in altro modo, della letteratura noir che ha generato film ancor più noir. Devo ritornare sull’argomento per prepararmi a una conferenza che terrò a fine maggio. Vediamo se (missione impossibile) riesco a dire qualcosa di originale!
A novembre, nei primi due articoli di questa serie, avevo già parlato, in altro modo, della letteratura noir che ha generato film ancor più noir. Devo ritornare sull’argomento per prepararmi a una conferenza che terrò a fine maggio. Vediamo se (missione impossibile) riesco a dire qualcosa di originale!
Per
iniziare a parlare del rapporto tra cinema noir e letteratura, ci sono solo tre
difficoltà: “da dove cominciare?”,
“dove finire?”, ma soprattutto "di chi parlare?". Ho deciso seguendo le mie personali passioni e il mio
divertimento nel cercare locandine d’epoca; mica devo fare un discorso
scientifico! Mi piacciono i film in bianco e nero: mi limiterò allora al
periodo che va dal 1940 al 1955. Un’epoca d’oro del B&W. Ho scelto quattro soli autori: James M. Cain, Cornell Woolrich, Dashiell Hammett e Raymond Chandler. Citati come li ho disposti nel collage dei quattro ritratti. Vedrete che hanno fatto la storia del cinema di genere noir.
Cap. 1
Inizierò, per affezione a un film (La fiamma del peccato) da James M. Cain, un autore che non tutti conoscono. Ma prima di arrivare al capolavoro di Billy Wilder, devo togliermi di mezzo un’Ossessione di troppo!
Cap. 1
Inizierò, per affezione a un film (La fiamma del peccato) da James M. Cain, un autore che non tutti conoscono. Ma prima di arrivare al capolavoro di Billy Wilder, devo togliermi di mezzo un’Ossessione di troppo!
Intanto,
visto che di crime fiction si tratta, darò un indizio. Osservate bene la
locandina del film Il postino suona sempre due volte (1946).
Fissate la vostra pupilla sull’angolo
in basso a sinistra. Vedrete che vi è malamente riprodotta la copertina di un
romanzo. E’ aggiunta dopo e sciattamente accostata alla veste della donna: le
sciupa le delicate (si fa per dire!)
curve. I colori, inoltre, sono cambiati; infatti quella originale (che vedete
sotto) era con onde rosso mattone, non azzurre.
E' la copertina della prima
edizione (1934) del romanzo noir di James M. Cain che ha ispirato il film. Dopo
il successo della pellicola il romanzo
uscì anche in edizione pocket con tiratura da urlo (per l’autore!), vedi sotto
la copertina ammiccante.
Si tratta di un romanzo che ha molto ispirato il cinema. Per primo lo sceneggiò, e lo diresse,
Pierre Chenal (Le dernier tournat –
1939), poi ci provò Luchino Visconti (Ossessione - 1943). Nel 1946 è la
volta di Tay Garnett, che poté contare sul fascino perverso (lo era, perversa,
anche nella vita reale) e inquietante di Lana Turner. Anni dopo un remake
(stesso titolo - 1981) di Bob Rafelson ( con Jessica Lange, che fuori dalla
protezione di King Kong rende meno) che sarebbe meglio dimenticare, locandina
compresa!
Ma il discorso su James M. Cain non finisce
qui, nella prossima puntata lui ci aspetta orgoglioso (vorrei vedere!) a fianco di Billy Wilder!
(III- gli autori - 1- segue)
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