NOIR: dal romanzo al film
(parte
IV)
Romanzi in
white&noir
le influenze
della letteratura noir sul cinema
(Gli autori cap.
2)
Tra
il 1935 e il 1936 James Mallahan Cain pubblica a puntate, sul famoso
settimanale
Liberty, il romanzo Double Indemnity. Le copertine del settimanale sono ora
mitiche, pura arte liberty, in quella del 22 febbraio, in basso a sinistra, si
nota il nome di Cain. La rivista già
pubblicava, onore al merito, anche le storie di Perry Mason!
Non
so il motivo, ma il romanzo esce in forma di libro solo nel 1943.
L’anno dopo, 1944, Billy Wilder, che se n’era
innamorato, lo sceneggia avvalendosi di Raymond Chandler. Più che altro, visto che
Chandler faceva colazione con l’alcol e lavorava poco, lo sceneggia lui stesso
(lo si sa da una sua intervista) e lo dirige realizzando un capolavoro.
Il tocco di Wilder è magico. Famoso
l'incipit del racconto-confessione, la voce è di Neff, il
protagonista-narratore: «Io ho ucciso per
denaro... e per una donna. E non ho preso i soldi... e non ho preso la donna».
Altrettanto indimenticabile è l'ultima battuta di Phyllis prima della resa dei
conti: «No, io non ti ho mai amato, non
ho mai amato nessuno. Sono guasta dentro.»
Dopo aver visto il film lessi il romanzo e ne restai deluso, non l’ho
più ripreso in mano. Credo che mai lo farò, sono troppo innamorato di questo
film.
Mildred Pierce è
invece il titolo di un romanzo che James M. Cain aveva pubblicato nel 1941.
Ha ispirato il film omonimo del 1945, diretto
da Michael Curtiz, che nell'edizione italiana si intitola Il romanzo di
Mildred. Un noir molto melò, dove Joan Crawford gigioneggia da grande
mattatrice. Lo considero solo un documento d’epoca: si noti il verde sul
manifesto: un colore usato in quegli anni per il noir!
Non lo recensirò nel
blog con una scheda dedicata. Sentite che roba. Los Angeles, anni '30. Mildred
Pierce, donna volitiva ma molto dura, divorzia dal marito disoccupato e
inefficiente e lotta, da sola, per mantenere se stessa e le sue due figlie
durante gli anni che seguono alla Grande depressione. L'eccessivo
attaccamento nei confronti della figlia maggiore Veda la spinge alla scalata verso il successo. Da cameriera diventa proprietaria di ristoranti; per
raggiungere la vetta è costretta a fare
scelte sbagliate sul piano professionale e su quello privato. Siccome il
passato passa sempre a riscuotere, quelle scelte la condurranno a conseguenze
disastrose …
(IV- gli autori - 2 -segue)
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