sabato 24 marzo 2012

Il NOIR (IV)

NOIR: dal romanzo al film
(parte IV)



Romanzi in white&noir
le influenze della letteratura noir sul cinema
(Gli autori cap. 2)

Tra il 1935 e il 1936 James Mallahan Cain pubblica a puntate, sul famoso settimanale Liberty, il romanzo Double Indemnity. Le copertine del settimanale sono ora mitiche, pura arte liberty, in quella del 22 febbraio, in basso a sinistra, si nota il  nome di Cain. La rivista già pubblicava, onore al merito, anche le storie di Perry Mason!


Non so il motivo, ma il romanzo esce in forma di libro solo nel 1943.

L’anno dopo, 1944, Billy Wilder, che se n’era innamorato, lo  sceneggia avvalendosi di  Raymond Chandler. Più che altro, visto che Chandler faceva colazione con l’alcol e lavorava poco, lo sceneggia lui stesso (lo si sa da una sua intervista) e lo dirige realizzando un capolavoro.

Il tocco di Wilder è magico. Famoso l'incipit del racconto-confessione, la voce è di Neff, il protagonista-narratore: «Io ho ucciso per denaro... e per una donna. E non ho preso i soldi... e non ho preso la donna». Altrettanto indimenticabile è l'ultima battuta di Phyllis prima della resa dei conti: «No, io non ti ho mai amato, non ho mai amato nessuno. Sono guasta dentro.»
Dopo aver visto il film lessi il romanzo e ne restai deluso, non l’ho più ripreso in mano. Credo che mai lo farò, sono troppo innamorato di questo film.
Mildred Pierce   è invece  il titolo di un romanzo che  James M. Cain aveva  pubblicato nel 1941.
Ha ispirato il film omonimo del 1945, diretto da Michael Curtiz, che nell'edizione italiana si intitola Il romanzo di Mildred. Un noir molto melò, dove Joan Crawford gigioneggia da grande mattatrice. Lo considero solo un documento d’epoca: si noti il verde sul manifesto: un colore usato in quegli anni per il noir!


Non lo recensirò nel blog con una scheda dedicata. Sentite che roba. Los Angeles, anni '30. Mildred Pierce, donna volitiva ma molto dura, divorzia dal marito disoccupato e inefficiente e lotta, da sola, per mantenere se stessa e le sue due figlie durante gli anni che seguono alla Grande depressione. L'eccessivo attaccamento nei confronti della figlia maggiore Veda la spinge alla   scalata verso il successo. Da cameriera  diventa proprietaria di ristoranti; per raggiungere la vetta è costretta  a fare scelte sbagliate sul piano professionale e su quello privato. Siccome il passato passa sempre a riscuotere, quelle scelte la condurranno a conseguenze disastrose …
(IV- gli autori - 2 -segue)

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