Rubrica letteraria
Il
gufo giallo
recensioni di romanzi
gialli
Libro
n. 46
Una lama di luce
Andrea Camilleri
Sellerio
Divertente, “magari” se troppo seriale
Ritorna Montalbano, non è una
sorpresa, si sa che a giugno torna! E’ un personaggio seriale, ma non è né Topolino,
né Charlie Brown, che restano sempre (più o meno) eguali. Salvo evolve,
invecchia e rincitrullisce; anche se ne è consapevole, rincoglionisce. Chissà
se nel suo futuro ci sarà una badante rumena a cui lascerà tutto? Non voglio
pensarci, ma forse (spero) lo salverà Livia.
Certo che le fìmmine lo dirottano parecchio. E’ questo un tema che ricorre da
sempre, ma ormai da cinque o sei storie s’è fatto motivo conduttore. A dire la
verità mi avrebbe stufato, non perché lo sbandamento non sia credibile, ma
perché gli indugi attenuano il giallo, annacquano la trama e rendono sottile
anche il paradigma indiziario.
In ogni caso il romanzo regge ed
è godibile, basta stare al gioco. Un gioco semplice, come nei fumetti, appunto:
Catarella che s’impappina, Mimì che seduce, Fazio che analizza, Livia che
intuisce, Salvo che s’innamora, si distrae, ma poi risolve …
L’abilità (direi la genialità) di
Camilleri sta nell’affabulazione, nel come muove i suoi pupi, nei dialoghi
sempre brillanti anche se attesi. Non ci sarebbe bisogno di storie d’amori
transitori, ma si vede che il marketing vuole così! Lo perdono, perché lo amo.
Lo detesto per lo stesso motivo!
La cosa che voglio evidenziare è
però il meccanismo con cui, sempre più spesso, costruisce suspense narrativa, anziché
indiziaria. Cose semplici, ma efficaci. Pone il lettore in attesa delle battute sciagurate di
Catarella, della risposta da sbirro “positivo” di Fazio, delle osservazioni del
dongiovanni Mimì, … Benché chi legge (l’affezionato lettore) si aspetti l’esito,
Camilleri riesce sempre a sorprenderlo con guizzi istrionici o acuti da tenore.
L’autore tesse una tela sottile, ma elegante. La sua ragnatela è imbastita di fili
di seta. Il gioco funziona anche grazie al linguaggio (una sorgente di acqua gasata)
frizzante e spontaneo. Devo dire che mi piace stare a questo gioco e mi garba anche
di più da quando sono stato a Modica, a Ragusa Ibla e, soprattutto, a Scicli. Il linguaggio di
Camilleri è barocco come quei luoghi, ma essenziale, leggero, luminoso e lampeggiante: una goduria.
Voto
****/5
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