"Private Eye"
ovvero investigatori privati.
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I signori del giallo (parte III)
Nero Wolfe (1934 - La
traccia del serpente)
Nero Wolfe nasce alla fine del '900 (1893?) in
Montenegro, il gossip insinua sia figlio illegittimo di Sherlock Holmes. Come
investigatore privato è dunque figlio d'arte. Forse più bravo del presunto
padre, anche se non gli assomiglia. Io trovo che somigli più a Tino Buazzelli che
a Basil Rathbone! Non si sa quando ha cominciato. Lo troviamo a New York nel 1934 è già investigatore di successo. Megalopoli: un mercato vasto e ricco e lui sa come
"muoversi" stando immobile! Wolfe, infatti, non esce mai di casa: è
il suo assistente, e tuttofare,
Archie Goodwin a uscire per fare il
lavoro sporco e pericoloso necessario alle indagini.
Lo fa volentieri per incontrare qualche femmina
procace e anche per prendere una boccata d'aria e allontanarsi, così, dal suo
eccentrico datore di lavoro che definisce "mio signore". Tanto
lui sta con le sue orchidee. Per mantenersi la serra con migliaia di esemplari
si fa pagare parcelle astronomiche: i suoi clienti, necessariamente, sono
sempre ricchi.
E' un grande, anche fisicamente. Non si conosce con
precisione il peso di Wolfe: approssimativamente è "un settimo di
tonnellata". Questa una descrizione di Archie: "Wolfe alzò il
testone. Mi soffermo su questo, poiché ha una testa così grossa che l'atto di
sollevarla dà l'impressione di una fatica non indifferente. In realtà
dev'essere ancora più grossa di quel che sembra; infatti il resto della sua
persona è così enorme che qualunque testa, che non fosse la sua, scomparirebbe
letteralmente su quel corpo."
Nonostante la mole e la pigrizia, all'occorrenza sa
essere molto agile e persino aggraziato nei movimenti, come Goodwin nota sempre
con partecipe stupore, quando lo vede arraffare al volo una salsiccia grigliata.
Raffinato buongustaio ha alle sue dipendenze un cuoco cordon
bleu: Fritz Brenner, svizzero francofono.
Assai pignolo, lo dimostra quando passa in cucina,
considera il lavoro alla stregua di un indispensabile fastidio che gli consente
di tenere un alto tenore di vita. E' moderatamente irascibile, non parla di
lavoro a tavola e, pur avendo una vasta clientela femminile, è terribilmente
misogino. Stempera le tensioni coltivando personalmente rare orchidee nel giardino pensile della sua casa, un
elegante e ampio palazzo in arenaria rosso-bruna (brownstone) posto al numero 918 della 35a strada ovest
di New York. Conduce orari di lavoro rigidissimi (non dedica infatti alle
indagini un minuto in più del previsto,
cosa che sottrarrebbe tempo alle altre attività che predilige: la coltivazione
delle orchidee e il mangiare). Ma sappiamo che non è vero: quando annaffia i
fiori in silenzio, riflette, abduce, induce e deduce!
La sua specializzazione: intricati casi di omicidio. Li risolve stando
comodamente seduto a rimuginare sull'ampia poltrona del suo studio (magari
davanti a una scacchiera) o, come si è detto, all'ultimo piano affaccendato a
curare le proprie piantine. Sempre tra
le 9 e le 11 e tra le 16 e le 18, è nella serra. In quei periodi sacri non lo
si può disturbare.
È quindi Archie Goodwin a recarsi sui luoghi del
delitto, a prendersi le botte: lui è giovane e un po' hard boiled! Goodwin interroga i testimoni o parenti della vittima
(salvo i casi in cui questi siano disponibili a recarsi alla casa di Nero Wolfe
per essere sentiti da lui direttamente), tiene anche sotto controllo e pedina i
sospetti. Come "protesi" esterna del capo fa molto altro, svolgendo
quindi le funzioni di "gambe" e "occhi", "orecchie"
e "naso" del suo principale.
Un altro personaggio abituale, ma che, pur indispensabile,
appare poco è il giardiniere Theodore, che con Wolfe si occupa della cura delle
orchidee. Anche lui vive nella casa di arenaria.
Collaboratori occasionali, quando Archie ha bisogno d'aiuto,
sono gli investigatori Saul Panzer, Fred Durkin e Orrie Cather. L'ispettore Cramer è invece il poliziotto, un po' ottuso come da canone,
che si scontra spesso con il protagonismo di Nero.
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