Romanzi in B&W
influenze della letteratura americana
sui film noir anni '40
Parte V
Donne "dark" o senza nome
(parte I)
Mildred Pierce è invece
il titolo di un romanzo che James
M. Cain aveva pubblicato nel 1941. Una
trama melò con risvolti tragici e potenzialmente delittuosi.
Ha ispirato il film omonimo girato 1945, da Michael Curtiz. Il regista ricalca la
trama, con poche ma sostanziali modifiche. Lo gira come un noir (ma ancora non
lo sapeva) e cerca di rappresentare la condizione della donna americana nel
periodo bellico.
Una storia tipicamente americana, irripetibile
in Italia o in Francia. Negli USA, nel periodo della Seconda guerra mondiale,
le donne non avevano a che fare direttamente coi tedeschi (o i giapponesi). Esprime
quindi la condizione e la forzata e rapida emancipazione delle donne rimaste
sole perché gli uomini erano impegnati al fronte.
Cornell Woolrich (New York,
dicembre 1903 – New York,
settembre 1968), nome completo Cornell George Hopley-Woolrich, è noto anche con gli
pseudonimi William Irish e George Hopley. Era prolifico e amava confondere le
idee ai lettori e agli editori.
La donna fantasma (Phantom Lady)
è un romanzo del 1942, il primo firmato con lo pseudonimo William Irish.
Da questo romanzo è stato tratto nel 1944 l'omonimo film Phantom Lady diretto da Robert Siodmak.
New
York, anni '40. L'ingegnere Scott Henderson discute con la moglie il giorno del
loro anniversario, e per calmarsi va in un bar: qui incontra una misteriosa
donna, di cui non sa neanche il nome. I due trascorrono la serata a teatro, ma
quando Henderson torna a casa, trova la polizia alla porta e la moglie morta
strangolata. I sospetti della polizia si dirigono su di lui e, non riuscendo a
rintracciare la donna misteriosa, Scott non riesce a fornire un alibi
convincente.
Una grande prova di regia. Un noir che mostra
(e dimostra) il rapporto allucinato del protagonista (lo spettatore
s'immedesima subito) con una realtà priva di certezze dove ogni tentativo di
ottenere una conferma delle proprie percezioni viene frustrato.
Scene di solitudine esistenziale, con
chiaroscuri duri come la pece e luci radenti, ispirate dal pittore Edward Hopper.
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