Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 85
La semplice arte del delitto
Raymond Chandler
Universale Ecomomica Feltrinelli
Si chiama Philip e anche Marlowe,
ma non è ancora lui!
Un libro
storico che (grazie al genio di Oreste Del Buono) storicizza Raymond Chandler. Fa
impressione, leggendo, scoprire a pag. 3 il nome di Philip Marlowe nel racconto "Il
testimone" (1934), ma "che
sa' da fa' pe' campà!" (soprattutto se si fa uso smoderato di
superalcolici) valeva anche per Raymond. Già aveva, senza pudore alcuno, "cannibalizzato" i suoi racconti pubblicati
sulle riviste "dime". Raggiunto il successo col suo personaggio, prima apparizione in The
Big Sleep, romanzo originale, s'era infatti messo aa attingere senza pudore dai suoi racconti.
Con Addio,
mia amata gli era andata bene, troppo bene. Delirio d'onnipotenza! Fece apparire Philip
Marlowe, nato nel 1939 con Il grande sonno, ribattezzando Philip tutti i suoi precedenti private
eye, anche quelli che si chiamavano Mario Rossi (Marius Red)! Ma via, non eran fatti
della stessa pasta! Lo si nota e si capisce,
leggendo, che sono solo racconti "di formazione", ma anche "alimentari".
I direttori delle dime (Black Mask, soprattutto)
volevano violenza, sangue, battute sapide e scene improvvisamente brutali o sorprendenti.
Se poi la trama aveva più buchi di una forma di gruviera, pazienza! C'è da capirli,
le riviste venivano lette dai pendolari, in treno, bus o metro, si doveva tenerli
attaccati al testo!
Il problema è
che il geniale cannibale, così bravo a scrivere, qualche buco, anche nei romanzi,
l'ha lasciato.
Questi racconti non
sono eccezionali. Le parti di commento scritte da Oreste, invece sì. Mi manca tanto Del
Buono, non tanto per Linus che dopo la sua uscita di scena è diventato settario, dogmatico, manieristico
e sciapo, ma per il suo saper capire e saper raccontare i difetti dell'autore da lui più amato: Raymond
Chandler. I suoi commenti e le sue annotazioni ne fanno un Natalino Sapegno (che poverino s'occupava di Dante) dell'Hard Boiled. Un bel libro e anche interessante, soprattutto, non mi
stanco di ripeterlo, per i pezzi di OdB, che sono di altissimo livello!
Voto ****/5
La semplice arte del delitto
Raymond Chandler
Universale Ecomomica Feltrinelli
Si chiama Philip e anche Marlowe,
ma non è ancora lui!
Un libro
storico che (grazie al genio di Oreste Del Buono) storicizza Raymond Chandler. Fa
impressione, leggendo, scoprire a pag. 3 il nome di Philip Marlowe nel racconto "Il
testimone" (1934), ma "che
sa' da fa' pe' campà!" (soprattutto se si fa uso smoderato di
superalcolici) valeva anche per Raymond. Già aveva, senza pudore alcuno, "cannibalizzato" i suoi racconti pubblicati
sulle riviste "dime". Raggiunto il successo col suo personaggio, prima apparizione in The
Big Sleep, romanzo originale, s'era infatti messo aa attingere senza pudore dai suoi racconti.
Con Addio,
mia amata gli era andata bene, troppo bene. Delirio d'onnipotenza! Fece apparire Philip
Marlowe, nato nel 1939 con Il grande sonno, ribattezzando Philip tutti i suoi precedenti private
eye, anche quelli che si chiamavano Mario Rossi (Marius Red)! Ma via, non eran fatti
della stessa pasta! Lo si nota e si capisce,
leggendo, che sono solo racconti "di formazione", ma anche "alimentari".
I direttori delle dime (Black Mask, soprattutto)
volevano violenza, sangue, battute sapide e scene improvvisamente brutali o sorprendenti.
Se poi la trama aveva più buchi di una forma di gruviera, pazienza! C'è da capirli,
le riviste venivano lette dai pendolari, in treno, bus o metro, si doveva tenerli
attaccati al testo!
Il problema è
che il geniale cannibale, così bravo a scrivere, qualche buco, anche nei romanzi,
l'ha lasciato.
Questi racconti non
sono eccezionali. Le parti di commento scritte da Oreste, invece sì. Mi manca tanto Del
Buono, non tanto per Linus che dopo la sua uscita di scena è diventato settario, dogmatico, manieristico
e sciapo, ma per il suo saper capire e saper raccontare i difetti dell'autore da lui più amato: Raymond
Chandler. I suoi commenti e le sue annotazioni ne fanno un Natalino Sapegno (che poverino s'occupava di Dante) dell'Hard Boiled. Un bel libro e anche interessante, soprattutto, non mi
stanco di ripeterlo, per i pezzi di OdB, che sono di altissimo livello!
Voto ****/5
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