Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 99
I nuovi racconti del maresciallo
Mario Soldati
Rizzoli
Vent'anni dopo: ci son le
novità tecnologiche!
Mario
Soldati per assecondare la voglia di regia del figlio Giovanni, diciassette
anni dopo, scrive 5 Nuovi racconti del maresciallo. Li scrive come fossero
proto sceneggiature di telefilm. Che 'un si fa pe' figlioli! No, c'è da credere
che avessero, padre e figlio, già in tasca il contratto firmato Rai.
Non
gli vengono bene come le prime tenere storie del maresciallo Arnaudi. Quelle
erano corti calibrati e pieni di sottile umanità. Questi sono racconti tre o
quattro volte più lunghi dei primi e un tantino più macchinosi. meno fluenti e meno
leggeri. Il maresciallo non si reca più in bici sul luogo del delitto, ma ci arriva
con una gazzella a sirene spiegate. Si avvale anche del "programmatore elettronico"
per classificare e "incrociare" le prove. Anche Mario soldati, suo malgrado, si deve confrontare con le evoluzioni tecnologiche. Si
vede che non gli sono congeniali. Lui così pieno di umana pietas e sensibilità
verso il prossimo è impacciato persino con un paio di cuffie di walkman. Non se
la cava meglio col guanto di paraffina, che oggi, a noi drogati da CSI e da
analisi RIS, ci fa ridere!
Peggio
di tutti ne esce il maresciallo Arnaudi. Praticamente esce di scena, fa da
carta da parati. La sua mente psico analitica non è più utile. Perché fargli fare una fine così anonima?
Che
dire della scrittura? Anche su questa ci sono troppe concessioni alla
destinazione televisiva. Narra al presente e trattasi di meta racconto:
l'autore narra il racconto del maresciallo. Così la prosa di Soldati, che di
solito è sciolta e leggera, risulta zoppicante e debole nel montaggio. Per non
parlare di alcuni imbarazzanti flashback.
Anche
i personaggi sono premoderni. Hanno comportamenti tardoromantici e l'esito
delle storie è, a dir poco, ottocentesco. Soprattutto mancano di dinamismo
interiore, i loro caratteri s'abbioccano nei dialoghi. Insomma un tran tran di
routine che poi dette luogo agli sceneggiati interpretati da Arnoldo Foà. Un
attore che non meritava così misero copione. Anche i filmetti tv non lasciarono
traccia.
Voto **1/2/5
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