lunedì 12 settembre 2016

Il film giallo italiano (IV)


Il film giallo italiano

Storia disincantata di un genere oscillante tra impegno sociale e spaghetti thriller.
(Parte IV)



1960
Pietro Germi, il più sottovalutato regista italiano, non (e dire che sarebbe stato importante!) fece scuola: a Cinecittà, anche se era presto per dirlo, ogni regista pensò "ricomincio da tre!" E tre, solo tre, sono le pellicole che voglio ricordare.



Il sicario è appunto del 1960. Leggete il cast: c'è anche Pietro Germi! Ma come? Dopo un film come Un maledetto imbroglio si mette a fare il caratterista in un film di serie B? "Che s'ha da fa' pe' campà", diceva il polpo!


Ma c'era anche Alberto Lupo e addirittura Lauro Gazzolo: vedi foto sopra! Attori rubati dalla TV al teatro e subito lanciati nel baratro del cinema!

Nella lista in locandina anche Sergio Fantoni, Silvia Koscina, Andrea Checchi e Belinda Lee!!! Nonostante il cast stellare il film ebbe scarso successo. Colpa del regista (Damiano Damiani) che scade in pesanti declamazioni la limite tra il ridicolo e la retorica.

1962

Due anni dopo esce Lo sgarro. Una storia ottimistica di camorra. Lieto fine quanto mai improbabile.



Gerard Blain (poco credibile giovane campano), rubato alla Nouvelle Vague, è salvato dai contadini che si ribellano al potere camorristico. Una bella favola ambientata nella terra dei fuochi quando ancora i fuochi non c'erano!


Per concludere su questo sciagurato "noir di mafia" guardiamo la foto di gruppo dei camorristi. Tre sciancati, quattro obesi e tutti "vecchiardi". Una cartolina, anch'essa poco credibile. Eppure nello studio vicino si stava girando Salvatore Giuliano! Non ho parole.
1963


Il 1963 diventa, inatteso, una data importante. Mario Bova fonda il "giallo all'italiana"! La ragazza che sapeva troppo (grazie Zio Alfred!), ultimo film B&W de regista, diventa il manifesto del nuovo genere.

Bava, eclettico regista, artigiano con tocchi geniali in molti generi (noir, giallo, horror, western spaghetti, Diabolik...). Un po' di trama non guasta:
L'americana Nora Davis arriva in Italia per trascorrere una vacanza, ma fin dal suo sbarco a Roma le cose prendono una piega spiacevole, quando in aeroporto il suo vicino di posto in aereo, con cui ha fatto conoscenza, viene arrestato per traffico di droga. È solo l'inizio, perché l'attende una prima notte che si rivela un autentico incubo ...


La ragazza che sapeva troppo è il film che fonda il genere giallo all'italiana. In questo film sono infatti presenti molti espedienti retorici che verranno usati in seguito da altri registi. Questi gli stilemi.
1.     L'inverosimiglianza della situazione di partenza;
2.     Il protagonista viene coinvolto nella faccenda per puro caso;
3.     L'assassino è una donna;
4.     L'importanza delle scenografie;
5.     L'atmosfera minacciosa;
6.     L'enfasi sui rumori;
7.     Il fantastico;
8.     L'uso delle luci.



I titoli di testa sono accompagnati dalla canzone Furore, cantata da Adriano Celentano, che ritorna poi nel corso del film, in una scena anche, ahimè, distorta dalla velocità errata di riproduzione. Da ricordare le riprese notturne della Roma Coppedè.

(IV - segue)

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