Il film giallo italiano
Storia
disincantata di un genere oscillante tra impegno sociale e spaghetti thriller.
(Parte V)
1964
Nel 1964 il giallo all'italiana è ormai un fiume
in piena: sulle acque limacciose e putride galleggiano cadaveri di ogni genere.
Ma è sempre Mario Bava a dettare gli
stilemi. Ripercorre quel sentiero di
morte con Sei donne per l'assassino,
ma stavolta in Technicolor: è lo
stesso tema del film precedente, ma delinea con precisione (quasi maniacale) altri
stilèmi che, da lì a qualche anno, il cinema italiano avrebbe fatto suoi. Dalla
rappresentazione grafica e ricca di dettagli dei delitti (compiuti all’arma
bianca) al look del killer, spesso vestito con impermeabile nero, cappello e
guanti …
E' iniziata una
stagione felice per il botteghino, meno per l'arte cinematografica in generale.
registi pasticcioni, attori sciatti, marketing "borgataro". Purtroppo
è una storia che è durata due decenni abbondanti: per me una calamità.
Basta dare
un'occhiata ad alcuni titoli degli immediati anni a seguire, e questi non sono
i peggiori! In sottofondo il fumetto giallo horror all'italiana, dove (seguendo
gli stilemi di Bava) donne malvagie e perverse spandono cadaveri.
1967
Nel 1966 Leonardo
Sciascia pubblica il suo capolavoro: A ciascuno il suo. Un noir secco, crudo
e impietoso. Il successo del romanzo invoglia un regista di alto livello a
trarne un film.
« Feci il film per quest'essere "A ciascuno il
suo" il sensuoso e ironico ritratto d'un intellettuale umanista e
sessualmente incompetente. » (Anche ingenuo, anche bravo analista del particolare: vedi foto sopra
n.d.a)
(Elio Petri, 1979)
Elio Petri, si mette
controcorrente. Ingaggia un cast eccellente e si mette a adattare il romanzo.
L'anno dopo esce nelle sale e il successo è immediato.
Presentato in concorso
al 20° Festival di Cannes, il film conquistò
il premio per la migliore sceneggiatura e fu protagonista ai Nastri d'argento 1968,
con quattro premi vinti: regista del miglior film, migliore sceneggiatura, miglior
attore protagonista (Gian Maria Volonté) e miglior attore non protagonista (Gabriele
Ferzetti).
Come se niente fosse accaduto. Gli altri (avidi e insensibili) continuano
imperterriti a seviziare cinema e spettatori con storie sempre più pessime assai, ma incassano molti soldi, nonostante
i pochi consensi.
Nessun commento:
Posta un commento