L’incipit
(III)
Il segno dei quattro (The Sign of the Four), secondo romanzo di cui è protagonista il celebre detective Sherlock Holmes, venne pubblicato nel 1890 e riscosse immediatamente un enorme successo. E' uno dei più importanti casi che vedono come protagonista l'investigatore Sherlock Holmes col suo fido aiutante biografo Dr Watson.
Il segno dei quattro
Sherlock Holmes prese il suo flacone dall'angolo della
mensola del caminetto e la sua siringa ipodermica da un elegante astuccio di
marocchino. Con le dita lunghe e nervose infilò l'ago sottile e arrotolò la
manica sinistra della camicia. Per un po', osservò pensoso l'avambraccio
muscoloso e il polso, costellati di innumerevoli segni di punture. Alla fine,
infilò con gesto deciso la siringa, premette il pistone e si abbandonò nella
poltrona di velluto con un lungo sospiro di soddisfazione...
L’incipit nel noir
L’incipit in medias res
Premessa tecnica. Nell’hard boiled, e quindi
nel noir, il contesto è importantissimo. Spesso è il vero protagonista. Il
lettore ci dev’essere calato “di brutto” subito. In questo genere l’autore,
di solito, entra in modo diretto nel mezzo della vicenda (in medias
res appunto), in modo improvviso, creando in questo modo un’atmosfera
dinamica. Spesso la storia comincia da un incontro, da un trauma, oppure
addirittura con un delitto, con una sparatoria, o con un pericoloso viaggio. Ci
vorrà poi molto flashback per recuperare tutte le informazioni!
Si ricordi il fulminante incipit del film La
fiamma del peccato: «Io ho ucciso per denaro ... e per una
donna … E non ho avuto i soldi... e non ho avuto la donna».
E’ come se
le frasi venissero tratte da un discorso di cui, però, non viene riportato
l’inizio. Questo ovviamente non deve influire sulla comprensibilità dell’argomento
o della vicenda. Ci vuole talento a usare il flashback, non tutti ce l'hanno!
Vediamo un primo esempio di Raymond Chandler: The Big Sleep.
Il grande sonno, in italiano, ma stendiamo velo pietoso su
questa copertina da Grand Hotel; sospetto che chi l'ha disegnata non avesse letto
il romanzo!
Il grande sonno
Erano
pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia
di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline.
Portavo un completo blu polvere, con camicia blu scuro, cravatta e fazzolettino
assortiti, scarpe nere e calzini di lana neri con un disegno a orologini blu
scuro. Ero corretto, lindo, ben sbarbato e sobrio, e me ne sbattevo che lo si
vedesse. Dalla testa ai piedi ero il figurino del privato elegante. Avevo
appuntamento con quattro milioni di dollari. …
Il lettore,
trascinato nel cuore della narrazione, riesce in poche righe a comprendere
molte informazioni (dall'ambiente sociale in cui l'azione si svolge, alla
parentela o le ascendenze di alcuni personaggi, alla sofferta attesa
dell'evento meteo) e a predisporsi per seguire il racconto.
Secondo
esempio, sempre di Raymond. Qui la copertina migliora, parecchio, ma sipotrebbe far di meglio!
Addio, mio amata
Mi trovavo
nei pressi di uno di quei casamenti della Central Avenue non ancora
completamente invasi dai negri. Ero appena uscito da un negozietto di barbiere
dove, secondo un'agenzia, avrebbe dovuto trovarsi un certo Dimitrios Aleidis,
lavorante barbiere. La moglie di Dimitrios Aleidis aveva dichiarato d'essere
disposta a spendere qualche soldo perché lui tornasse a casa. Non lo trovai
mai. Del resto dalla signora Aleidis non ebbi mai un quattrino.
Nel film l'incipit è diverso dal romanzo, si crea credo anche una tensione maggiore a vedere philip Marlowe bendato e interrogato dai poliziotti!
Per concludere. Il lettore dev’essere consapevole che quando la narrazione è in prima
persona (nei tre esempi che ho riportato lo è) l’incipit non può e non deve
disorientarlo. E’ il protagonista a raccontare e quindi si ha un solo punto di
vista. Nel flashback, quello della sua memoria. Se la narrazione è invece in
terza l’incipit può essere più articolato o complesso o … addirittura
complicato!
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