L’incipit
(IV)
Il ritorno di Sherlock Holmes (1905) è una raccolta dei racconti, editi originariamente sullo Strand Magazine, scritti da A.C. Doyle e con protagonista redivivo il suo famoso personaggio, Sherlock Holmes.
Dopo Il mastino dei Baskerville, (ambientato in anni precedenti alla morte di Sherlock), gli appassionati e i seguaci di Holmes richiesero a gran voce nuove avventure del detective, e poiché "nessun coroner ne aveva ritrovato il corpo", come lo stesso Conan Doyle scrive nell'introduzione all'ultima raccolta, fu facile per l'autore far tornare, vivo e vegeto, il suo amato-odiato personaggio.
Il ritorno di Sherlock Holmes
Era la primavera del 1894. Tutta Londra e tutti gli ambienti più
alla moda erano rimasti colpiti e sconvolti dall'assassinio dell'onorevole
Roland Adair, avvenuto in circostanze straordinarie e inspiegabili. Il pubblico
era già al corrente di quei particolari del delitto che erano emersi dalle
indagini condotte dalla polizia anche se in quell'occasione molti dettagli
erano stati tenuti nascosti, poiché i capi d'accusa erano talmente tanti e
precisi che non era necessario divulgare i fatti per intero. Solo oggi, dopo
che sono trascorsi dieci anni, mi è consentito fornire gli anelli mancanti di
quella incredibile catena di eventi. Il delitto era già sensazionale in sé e
per sé, ma mai quanto l'inconcepibile sequenza di circostanze che mi
sconvolsero e stupirono più di ogni altro evento della mia vita avventurosa.
L’incipit nel giallo (classico)
Premessa
semi-tecnica. Nel giallo classico il detective è ispirato all'archetipo del
superuomo. Lo è anche se donna, lo è anche se
si tratta di una vecchietta: Miss Marple! Grazie alle sue abilità extra
ordinarie rimette tutto (o quasi) in ordine. Pertanto è importante, per il
lettore di fine ottocento, inizi del ‘900 fino agli anni ’40, capire la
situazione iniziale. Non sempre il detective compare nell’incipit, ma ci sono
illustri eccezioni, soprattutto verso la fine del periodo aureo del classico.
Nei romanzi
di Nero Wolfe (che sono addirittura anni ’50) il primo a comparire è Archie, ma
non lo porterò ad esempio perché sono storie pseudo hard boiled, che
vengono concluse in modo classico: tutti insieme delittuosamente riuniti in una
stanza! Nero è border line tra il giallo classico e quello moderno.
Alcuni lo considerano addirittura demodé!
Torniamo
molto indietro negli anni. Di solito è la vittima che entra in scena (così ci
vengono risparmiate tediose biografie a posteriori!), oppure un gruppo di
persone, magari in fila indiana: Dieci piccoli indiani ne è un
esempio!
“In un
angolo dello scompartimento fumatori di prima classe, il signor Wargrave,
giudice da poco in pensione, tirò una boccata di fumo dal sigaro e scorse con
interesse le notizie politiche del "Times". Poi, depose il giornale
sulle ginocchia e guardò fuori dal finestrino. Il treno correva attraverso il
Somerset”.
Altre volte
si tratta di un luogo che potrà risultare importante.
Il romanzo Sfida
a Poirot, ad esempio, inizia così:
“Il
pomeriggio del 9 settembre fu identico agli altri. Nessuna delle persone che
erano destinate a trovarsi, in qualche modo, coinvolte negli eventi di quel
giorno, ebbe alcun presentimento sinistro (nemmeno la signora Packer, di
Wilbraham Crescent 47, che pure era specializzata in premonizioni e che, quando
le aveva, continuava a palarne ampiamente, descrivendo i peculiari tremori che
l'avevano angustiata”.
Ma quando si tratta di Jane e di Hercule, ormai famosi, be’ allora ce li aspettiamo sbucare non più tardi di dieci righe, magari accanto alla vittima inconsapevole. Lo tolleriamo solo perché ormai li conosciamo bene. Agatha Christie (vecchia zia di noi giallisti, lo zio è Alfred Hitchcock!) all’inizio non faceva così, ma quando i suoi personaggi sono diventati tanto attesi non ha potuto che derogare!
Vediamo un primo esempio. Miss Marple è costretta, per motivi di
salute, all’inattività. Già una notizia del genere innesca la suspense.
Assassinio allo specchio
Miss Jane
Marple sedeva vicino alla finestra che dava sul giardino, una volta fonte
d'orgoglio per lei. Ma adesso non lo era più. Ora, guardando fuori dalla finestra,
Miss Marple prendeva un'espressione triste. Già da parecchio tempo, il dottore
le aveva proibito di occuparsi attivamente di giardinaggio. Le aveva
raccomandato di non curvarsi, di non zappare, di non piantare; tutt'al più
poteva divertirsi a potare qualche pianta, ma senza fare sforzi.
Dal bel romanzo uno dei peggiori film ispirati ai libri di zia Agatha. La Taylor, completamente fuori ruolo, da un contributo al fallimento.
Secondo,
famosissimo esempio. Il treno sta per partire, ci si preoccupa di ricostruire,
con tratti sapienti, l’atmosfera della stazione, poi un solo un particolare,
buttato là come per caso, ci fa riconoscere il caro antipatico Hercule.
Assassinio sull' Orient-Express
Erano circa
le 5 di una mattina d'inverno, in Siria. Lungo il marciapiede della stazione
d'Aleppo era già formato il treno che gli orari ferroviari internazionali
indicavano pomposamente col nome di Taurus Express, e che consisteva in due
vetture ordinarie, un vagone-letto e un vagone-ristorante con annesso cucinino.
Vicino alla scaletta di uno degli sportelli del vagone-letto, un giovane tenente francese, splendido nella sua uniforme, conversava con un omino imbacuccato fino alle orecchie e del quale erano visibili solo il naso arrossato e le punte di un paio di baffi arricciati all'insù.
Vicino alla scaletta di uno degli sportelli del vagone-letto, un giovane tenente francese, splendido nella sua uniforme, conversava con un omino imbacuccato fino alle orecchie e del quale erano visibili solo il naso arrossato e le punte di un paio di baffi arricciati all'insù.
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