giovedì 7 dicembre 2017

Andiamo a iniziare (IV)


L’incipit

(IV)

Il ritorno di Sherlock Holmes (1905) è una raccolta dei racconti, editi originariamente sullo Strand Magazine, scritti da A.C. Doyle e con protagonista  redivivo il suo famoso personaggio, Sherlock Holmes. 

Dopo Il mastino dei Baskerville, (ambientato in anni precedenti alla morte di Sherlock), gli appassionati e i seguaci di Holmes richiesero a gran voce nuove avventure del  detective, e poiché "nessun coroner ne aveva ritrovato il corpo", come lo stesso Conan Doyle scrive nell'introduzione all'ultima raccolta, fu facile per l'autore far tornare, vivo e vegeto, il suo amato-odiato personaggio. 


Il ritorno di Sherlock Holmes


Era la primavera del 1894. Tutta Londra e tutti gli ambienti più alla moda erano rimasti colpiti e sconvolti dall'assassinio dell'onorevole Roland Adair, avvenuto in circostanze straordinarie e inspiegabili. Il pubblico era già al corrente di quei particolari del delitto che erano emersi dalle indagini condotte dalla polizia anche se in quell'occasione molti dettagli erano stati tenuti nascosti, poiché i capi d'accusa erano talmente tanti e precisi che non era necessario divulgare i fatti per intero. Solo oggi, dopo che sono trascorsi dieci anni, mi è consentito fornire gli anelli mancanti di quella incredibile catena di eventi. Il delitto era già sensazionale in sé e per sé, ma mai quanto l'inconcepibile sequenza di circostanze che mi sconvolsero e stupirono più di ogni altro evento della mia vita avventurosa.

L’incipit nel giallo (classico)

Premessa semi-tecnica. Nel giallo classico il detective è ispirato all'archetipo del
superuomo. Lo è anche se donna, lo è anche se si tratta di una vecchietta: Miss Marple! Grazie alle sue abilità extra ordinarie rimette tutto (o quasi) in ordine. Pertanto è importante, per il lettore di fine ottocento, inizi del ‘900 fino agli anni ’40, capire la situazione iniziale. Non sempre il detective compare nell’incipit, ma ci sono illustri eccezioni, soprattutto verso la fine del periodo aureo del classico.
Nei romanzi di Nero Wolfe (che sono addirittura anni ’50) il primo a comparire è Archie, ma non lo porterò ad esempio perché sono storie pseudo hard boiled, che vengono concluse in modo classico: tutti insieme delittuosamente riuniti in una stanza! Nero è   border line tra il giallo classico e quello moderno. Alcuni lo considerano addirittura demodé!
Torniamo molto indietro negli anni. Di solito è la vittima che entra in scena (così ci vengono risparmiate tediose biografie a posteriori!), oppure un gruppo di persone, magari in fila indiana: Dieci piccoli indiani ne è un esempio!
“In un angolo dello scompartimento fumatori di prima classe, il signor Wargrave, giudice da poco in pensione, tirò una boccata di fumo dal sigaro e scorse con interesse le notizie politiche del "Times". Poi, depose il giornale sulle ginocchia e guardò fuori dal finestrino. Il treno correva attraverso il Somerset”.
Altre volte si tratta di un luogo che potrà risultare importante.
  

Il romanzo Sfida a Poirot, ad esempio, inizia così:
“Il pomeriggio del 9 settembre fu identico agli altri. Nessuna delle persone che erano destinate a trovarsi, in qualche modo, coinvolte negli eventi di quel giorno, ebbe alcun presentimento sinistro (nemmeno la signora Packer, di Wilbraham Crescent 47, che pure era specializzata in premonizioni e che, quando le aveva, continuava a palarne ampiamente, descrivendo i peculiari tremori che l'avevano angustiata”.

Ma quando si tratta di Jane e di Hercule, ormai famosi, be’ allora ce li aspettiamo sbucare non più tardi di dieci righe, magari accanto alla vittima inconsapevole. Lo tolleriamo solo perché ormai li conosciamo bene. Agatha Christie (vecchia zia di noi giallisti, lo zio è Alfred Hitchcock!) all’inizio non faceva così, ma quando i suoi personaggi sono diventati tanto attesi non ha potuto che derogare!
Vediamo un primo esempio. Miss Marple è costretta, per motivi di salute, all’inattività. Già una notizia del genere innesca la suspense.

Assassinio allo specchio
Miss Jane Marple sedeva vicino alla finestra che dava sul giardino, una volta fonte d'orgoglio per lei. Ma adesso non lo era più. Ora, guardando fuori dalla finestra, Miss Marple prendeva un'espressione triste. Già da parecchio tempo, il dottore le aveva proibito di occuparsi attivamente di giardinaggio. Le aveva raccomandato di non curvarsi, di non zappare, di non piantare; tutt'al più poteva divertirsi a potare qualche pianta, ma senza fare sforzi.

Dal bel romanzo uno dei peggiori film ispirati ai libri di zia Agatha. La Taylor, completamente fuori ruolo, da un contributo al fallimento.
Secondo, famosissimo esempio. Il treno sta per partire, ci si preoccupa di ricostruire, con tratti sapienti, l’atmosfera della stazione, poi un solo un particolare, buttato là come per caso, ci fa riconoscere il caro antipatico Hercule.

Assassinio sull' Orient-Express
Erano circa le 5 di una mattina d'inverno, in Siria. Lungo il marciapiede della stazione d'Aleppo era già formato il treno che gli orari ferroviari internazionali indicavano pomposamente col nome di Taurus Express, e che consisteva in due vetture ordinarie, un vagone-letto e un vagone-ristorante con annesso cucinino.
Vicino alla scaletta di uno degli sportelli del vagone-letto, un giovane tenente francese, splendido nella sua uniforme, conversava con un omino imbacuccato fino alle orecchie e del quale erano visibili solo il naso arrossato e le punte di un paio di baffi arricciati all'insù.
(IV - segue) 

Per gentile concessione da parte della premiata ditta:

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