giovedì 22 marzo 2018

Tre "Gialli" in giallo (7)


Il caso dei 3 "Gialli" a Hollywood
Charlie Chan, Mr. Moto e Mr. Wong

(7)


Noir di china

Visto che in questa puntata (e anche nella successiva) parleremo di fumetti gialli-noir con detective di etnia cinese, questo titolo è particolarmente ambiguo o bifido. Intendetelo come più vi garba.
I fumetti dedicati a Charlie Chan iniziano nel 1938. Di conseguenza dobbiamo allora parlare  prima dell'arrivo del terzo detective: Mr. Wong.




James Lee Wong , in arte Mr. Wong , è il detective cinese, tutto americano, ideato da Hugh Wiley (1884-1968), un autore molto attento alla domanda del mercato POP. Mr. Wong, coevo e "concorrente" di Mr. Moto nel far concorrenza a Charlie Chan, è apparso nel 1934 in storie di riviste "dime" e poi in una serie di film a partire dal 1938.



Il personaggio di Mr. Wong fu utilizzato per  una serie di film della Monogram Pictures. I primi cinque ebbero come interprete Boris Karloff, che con queste interpretazioni allungò il viale del tramonto. Furono  diretti da William Nigh, un regista "mestierante" molto utilizzato in produzioni di serie C mai arrivate in Italia.


Dei tre, il personaggio di Mr. Wong è quello che più segue gli stilemi e le logiche del giallo classico. Analitico, attento ascoltatore, grande memoria, capace di far collegamenti e raffronti analogici. E' curioso come Miss Marple, raziocinante e tignoso come Poirot, scientifico come Holmes e apparentemente divergente come Philo Vance.



Ovviamente la Polizia non lo capisce e ha difficoltà a seguirne il ragionamento. In tutti i film c'è come co-protagonista Grant Withers, interpreta il personaggio del Capitano di Polizia, amico di Wong. Ricordiamo che Karloff aveva   interpretato  anche un altro cinese, il personaggio minaccioso del Dr. Fu Manchu in La maschera di Fu Manchu (1932).



Il sesto film di Mr. Wong vide come protagonista l'attore cinese-americano Keye Luke.  In precedenza, Luke aveva interpretato il figlio n. uno di Charlie Chan accanto a Warner Oland, per datre un tocco di comicità alla storia. Nel sesto film di Mr. Wong, il giovane "Jimmy Wong" (Luke) viene presentato al Capitano di Polizia, con cui il personaggio di Karloff aveva lavorato nei film precedenti. Un articolo del 1940, Keye Luke Sleuths on his Own, sull'Hollywood Citizen News, annunciò che Luke aveva firmato per quattro film di Mr. Wong all'anno. Ma a causa dell'abbandono di Karloff, i produttori cinematografici persero interesse, e la serie di Mr. Wong  fu conclusa.



Nel frattempo, nonostante la morte di Olland, la stella di Charlie Chan non accennava a tramontare. Merito di Sidney Toler, ma di più di Alfred Andriola. Alla morte di Oland, avvenuta nel 1937, la 20th Century Fox (ligia al motto The Show Must Go On e alle ragioni di business!) non interruppe le avventure di Charlie Chan. Decise di continuare a produrre la serie (sempre con film di durata inferiore ai 75 minuti) scritturando l'attore Sidney Toler al quale affiancò l'attore giapponese Sen Yung affidandogli il ruolo di Jimmy Chan (figlio numero due). Nel frattempo Keye Luke, reso famoso per l'interpretazione del figlio numero uno, aveva imboccato altre strade.





Alfred Andriola, quando Oland morì non restò orfano, aveva già avuto il permesso di ritrarre il suo volto, e anche il fisico, nelle sue avventure a fumetti.




In Italia, col volto di Oland in copertina, Charlie Chan veniva stampato dalla Nerbini con un albo per ogni indagine.



Negli USA era stato pubblicato, dai quotidiani maggiori, in tavole a colori la domenica col semplice titolo di Charlie Chan.


Qualche quotidiano, venuto dopo, lo pubblicava in strisce giornaliere in bianco e nero. Andriola continuò a lavorare a Charlie Chan per più di quattro anni.

Andriola aveva lavorato a fianco di Milton Caniff (Terry e i pirati). Si notano eleganti influenze di carniff Sullo stile grafico di Andriola, ciò con continuità in ogni striscia. Eccellente il gusto delle inquadrature e la sapiente tracciatura delle ombre.




E’ soprattutto sulle tavole che si apprezza l’abilità grafica, l'arte della composizione e il gusto per la suspense narrativa. 



La tavola domenicale che vedete ancora sopra, l'abbiamo utilizzata più volte, è del 30 ottobre 1938, una delle prime. Un caso raro. E' una delle poche suddivisa in due fasce orizzontali. Quasi tutte le altre sono su tre piani: undici riquadri e il titolo. Questa ha un’altra eccezione: l’immagine finale occupa ben un quarto di tavola, ma è per meglio presentare il personaggio: avrà un ruolo molto importante anche se è presentato in tranquillo relax prima che inizi l’azione. Chi mai sarà costui? provate a indovinare.


 

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