sabato 5 maggio 2018

Donne detective (11)


Questa volta lasciamo indagare le donne!
Donne detective nella letteratura, nel cinema, nella Tv e nei fumetti di genere giallo e noir
  "Intuito femminile è come penna su freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan). 
(11)

Le professioniste (II)

Julia Kendall


Julia Kendall non è il primo personaggio di donna detective a fumetti, ma certo, in Itlia almemo, è il più fmoso. Julia  è una giovane donna che vive e lavora a Garden City, un'immaginaria città del New Jersey, a circa un'ora di macchina da New York, Praticamente limitrofa a Cop Land, nota, dopo il film con Silvester Stallone, come la cittadina dei poliziotti.  


Vive in una grande casa al 96 di Tulip Street, che condivide solo con la sua gatta Toni; ha da poco superato i trent'anni, ed è una criminologa (più comprensibile, come professione, ai lettori pop della Bonelli). Julia si occupa dello studio dei reati e dei loro esecutori. E' anche psicologa.


La vediamo spesso insieme al gatto: quello che ho mostrato nella puntata precedente è il suo. La fa nascere, dopo un'accurata ricerca di mercato, una felice intuizione della Bonelli editrice.   
In una prefazione a due storie di  Giancarlo Berardi e Laura Zuccheri (Classici di La Repubblica – serie oro) si legge che "Julia è un personaggio, non un eroe!"




Ci mancherebbe, dopo la dirompente graphic novel Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller ha smesso di far l’eroe anche Batman! Si legge anche: “Julia non è un mito. Julia ha una vita quotidiana che si svolge nonostante le sue avventure.” Be’, anche Sherlock Holmes aveva problemi con l’affitto, tant’è che si associò con Watson! Lasciamo alla Marvel gli eroi, anzi i supereroi e torniamo ad occuparci di donne che si sforzano di apparire normali.



Julia è voluta così perché chi allora sapeva di mercato (il fumetto è prodotto di massa, non dimentichiamolo. La Bonelli almeno, visto il successo, lo sa benissimo!) pensava che una donna carina (è il ritratto a matita di Audrey Hepburn), apparentemente fragile, ma colta, libera e indipendente, romantica e sognatrice, potesse creare identificazione nelle lettrici tardo adolescenti e nei lettori con la sindrome di Peter Pan! E’ soprattutto la Hepburn del film Gli occhi della notte. Gli occhi di Julia, invece, sono molto grandi e ci vedono benissimo




Molto importante è il gatto (la gatta, è femmina!) bianco a pelo lungo. Nome Toni. C’è da spazzolarlo con cura tutti i santi giorni: grande impegno quotidiano!  Il felino partecipa attivamente alle storie;   non disdegna, esibizionista come tutte le gatte, di apparire molte volte nelle copertine. 

 



Julia Kendall vive in una villetta neoclassica immersa nel verde di un quartiere di lusso e ha un’auto molto femminile, una spider  Morgan  bianco latte. Non si più certo definire un'utilitaria da routine giornaliera. Da pendolare tra il New Jersey e New York.

 




Capirete che quando sento dire che Julia “ha una vita quotidiana” mi viene un po’ da ridere.
Se poi vado a scorrere di nuovo le storie (le avevo lette qualche anno fa) le trovo semplici e complicate allo stesso tempo. Ma Julia si impegna molto, rischia e resta comunque un'icona POP e pertanto non si può criticare! 



Per vedere il suo vero volto guardate la foto, si riconosce subito! Ma forse somiglia un po' anche a Miss Cora M. Strayer... o no?

Isabell Dalhousie,

Isabell è una filosofa ed è pure scozzese. Si guadagna da vivere facendo direttrice di una rivista di etica applicata, bella, intelligente e colta, prestata alla lotta anticrimine, che a Edimburgo si interroga sul destino umano, e ogni tanto trova anche qualche colpevole. Peccato però che l’autore sia uomo: Alexander McCall Smith.

La Dalhousie sarebbe una detective per caso, quasi dilettante (come miss Marple), ma applica la filosofia per risolvere i casi. Ciò, anche se il suo metodo è a volte ridicolo, la rende una professionista.
Da Il Club dei filosofi dilettanti in poi, non bisogna farsi distrarre distrarre da amici, amanti, cioccolata bollente, dal piacere sottile della pioggia, dall’uso sapiente delle buone maniere, dalle pratiche applicazioni di un dilemma filosofico, dall’arte perduta della gratitudine o dalle  affascinanti manie degli altri. Sono tecniche di filosofia applicata molto sottili e intriganti, secondo l'autore, meno per chi sa di filosofia.
Le indagini di Isabell infatti (secondo le orgogliose imbarazzanti dichiarazioni dell'autore) si occupano  di delitti immersi in "enigmi morali e filosofici quotidiani".   Tutto parte dal  lavoro di Isabel come redattore di un diario filosofico. McCall Smith, con falsa modestia, osserva: "Non possiamo necessariamente rispondere alle grandi domande sul significato,   non puoi rispondere alla domanda su quale sia il significato della vita, ma puoi trovare un significato in un contesto limitato, e lavorare verso quello".

Un elemento chiave è la nozione secondo cui la semplicità e la gentilezza sono aspetti importanti della vita: "La gentilezza non deve essere noiosa ... può anche essere elevante e commovente". Commentando la mancanza di cattivi nelle sue storie "misteriose" , McCall Smith spiega: " Io non faccio i cattivi molto bene ". In definitiva, i libri esaminano " la domanda fondamentale su come possiamo condurre una vita buona e soddisfacente".
La serie fa frequentemente riferimenti a opere letterarie dalla Scozia, su cui, conoscendole poco, non mi posso esprimere.

(11 - segue)
 

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