domenica 6 maggio 2018

Donne detective (12)


Questa volta lasciamo indagare le donne!
Donne detective nella letteratura, nel cinema, nella Tv e nei fumetti di genere giallo e noir
  "Intuito femminile è come penna su freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan). 
(12)


Commento finale
Le donne detective nei media di genere.

E' arrivato il momento di tirare le somme.
La rassegna, come ho detto all'inizio, è parziale, ma pur ridotto al minimo credo sia un campione sufficiente per descrivere il fenomeno.

La prima domanda che sorge è "Perché tante donne?". E' una falsificazione della realtà, negli ultimi anni, infatti, ci sono in letteratura (e media connessi) più detective donne che uomini. Poiché le scrittrici non sono la maggioranza e molte di loro non usano personaggi donna credo non sia un fenomeno di genere ma, tristemente, di mercato. E' la risposta alla richiesta dei lettori (con prevalenza di lettrici).
La seconda domanda, meno banale e meno immediata è: "Si tratta di  mestiere inadatto a una donna o invece è il lavoro che lei sola può fare?". È una domanda ingenua,  da porsi istintivamente, visto che le  «signore in giallo» sono oggi più popolari dei loro colleghi.
Ma né le domande, né le risposte, qualsiasi esse siano, illustrano il fenomeno che mi si è presentato molto più complesso.

All'inizio (nell '800) erano quasi eroine per caso e tutte sulla carta romanzata. Poi è arrivata Miss Marple, portatrice di fierezza e orgoglio femminile che si è "allargata" nel cinema e nella TV. Era una semplice signora di messa età senza una particolare professionalità. In tal senso la più rivoluzionaria. Sì, perché Jessica Fletcher che scrive romanzi gialli di successo sembra quasi una "excusatio non petita"! Come dire: "sono una giallista, scusate il disturbo cari maschietti"!
Jessica, invece, arriva prima  in TV, è dopo che diventa romanzata. E' un'innovatrice, ma non è rivoluzionaria. Ha però, oltre che intuito, anche una robusta cultura di base: qui sta la vera rivoluzione.
Ha aperto la strada del   palcoscenico giallo a donne dotate di professionalità e cultura. Da allora le Donne Detective, sono quasi tutte molto "dotate"! Julia Kendall ne è una "voluta" e furba sintesi.

Chi  ha letto almeno un’avventura di Kay Scarpetta, l’anatomopatologa più famosa del mondo, creatura autobiografica di Patricia Cornwell se n'è subito accorto.
Il fenomeno della pervasività delle donne investigatrici  non ha contorni, almeno in termini temporali, netti. Se accendiamo la tv e spippoliamo sul telecomando è impossibile non impattare (visto che  continuano a rieditarle), in una delle investigatrici dilettanti "storiche", capeggiate dall’inossidabile Jessica Fletcher tallonata da Miss Marple (meno male) con volti diversi.  
Se uno vuol farsi proprio del male (o concigliarsi il sonno) può persino arrivare   a rivedere fino la Camilla Baudino professoressa-detective di Veronica Pivetti  che ha minacciato gli indici di ascolto di Don Matteo.  Nella rete accanto potrà trovare anche qualche poliziotta meno famosa e più recente.
Nei mercatini dell'usato si possono trovare gli albi della criminologa Julia Kendall, ma anche trovare, a trenta cm di distanza, Gialli Mondadori con Miss Marple, volumi con Jessica Fletcher.

Nel mucchio, pronti al macero o ad esser venduto un tanto al kg, anche  romanzi di Kinsey Millhone personaggio donna della giallista Sue Grafton autrice della serie dei romanzi sull'alfabeto! Romanzi prontamente alienati dal lettore.
E' la dimostrazione di quanto siano diffuse e pervasive le Donne Detective. Riemerge allora la prima domanda, semplice e complessa allo stesso tempo: "Perché tante donne?".
Credo che l'unica risposta venga dal marketing. Con una premessa che va tenuta in evidenza: le donne leggono più degli uomini. Il peso delle lettrici è quindi maggiore.
Vediamo alcuni casi.
Provate a chiedervi perché Asa Larsson (scrittrice nordica) sia una delle più vendute in tutto il mondo grazie a improbabili titoli quali Tempesta solare, Il sangue versato, Sacrificio a Moloch (sono del 2003 in poi, in Italia pubblicati da Marsilio). Protagonista dei suoi romanzi è Rebecka Martinsson, avvocatessa con un terribile passato familiare, che non ha paura di affrontare casi complicati. Un personaggio duro, eccessivo e improbabile a dire il vero.
Ma andiamo un po' indietro nel tempo. Con Postmortem, pubblicato nel 1990, Patricia Cornwell iniziò la sua carriera di scrittrice di gialli.   Continua ancora oggi, con oltre venti casi che vedono protagonista Kay Scarpetta. Kay è un medico legale che conosciamo quando ha già quaranta anni, è divorziata e amante della cucina italiana. Inoltre, è meticolosissima allorquando dà inizio a una investigazione. Se andiamo a ben analizzare il personaggio si comprende quanto sia stato costruito a tavolino per soddisfare i gusti di molti lettori e lettrici.


Molto più credibile, nonostante le spigolosità del carattere , Petra Delicado, creata da Alicia Giménez Bartlett. Si tratta di un ispettore della polizia di Barcellona che appare per la prima volta nel romanzo Riti di morte del 1996. Donna competente, dura e con una complicata vita personale che vuole lasciarsi alle spalle.


Riassumendo si ottiene una ricetta quasi infallibile (se uno sa scrivere o sa sceneggiare per la TV!): ambientazione geograficamente ben connotata, riconoscibile e, meglio se turisticamente appetibile; amore per il cibo; peripezie sentimentali; polso di ferro (due palle così!); sensibilità;  sesto senso e bellezza. Sono le caratteristiche delle storie della Signora in giallo, ma anche quelle   del giallo e del thriller al femminile che spopola in libreria (poco noir, l'ho già detto). Queste  signore del mistero sanno dare una lezione di stile non solo di scrittura ma anche di vita, almeno lo pretendono.

Ma non bisogna meravigliarsi troppo. Come abbiamo visto, un filo  rosa attraversa la storia del genere giallo fin dalle origini:  la prima investigatrice è addirittura più vecchia del primo investigatore. Mademoiselle de Scudéry  esce dalla penna di T.A. Hoffmann negli anni Venti dell’Ottocento, mentre Monsieur Dupin, di Edgar Allan Poe, entrerà in azione soltanto nel 1841.  Anche Sherlock Holmes ha le sue concorrenti:  le Lady Detective.    

E, col passar del tempo, sempre più autori le hanno elette a protagoniste.   Alcune sono veramente hard boiled, ma la gran parte    combatte il male non con una pistola alla mano, ma con l’attenzione alle sfumature, la fine sensibilità femminile e anche, e soprattutto, con le armi    dei sentimenti.
Ovvero le specialità della "madre, nonna e sorella di tutte le investigatrici": Miss Marple. Creata da  Agatha Christie, regina del mystery di ogni tempo, vanta centinaia di milioni   di libri venduti. 


Il suo segreto? Secondo i linguisti dell’università di Warwick, che hanno analizzato al computer le sue opere, la scrittrice inglese usava nella narrazione tecniche simili a quelle utilizzate da ipnoterapeuti e psicologi per catturare l’attenzione dei pazienti. Vero o no che sia, la Christie conosceva bene la psicologia ed ha usato Miss Marple, per dimostrarlo. Jane Marple ha un motto: «La natura umana è sempre la stessa».
Nel bene come nel male: ed ecco perché un insignificante fatterello che avviene nel suo paesino può fornire all’infallibile vecchietta la chiave per risolvere un delitto avvenuto chissà dove. Certo, bisogna essere capaci di focalizzare particolari che agli altri sono sfuggiti: un oggetto fuori posto, una frase inopportuna, addirittura un battito di ciglia. Saper vedere, e saper ascoltare con gli occhi di una donna, detective per giunta!.

FINE
 

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