Questa volta lasciamo indagare le donne!
"Intuito femminile è come penna su
freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan).
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Commento
finale
Le
donne detective nei media di genere.
E' arrivato il momento di tirare le somme.
La rassegna, come ho detto all'inizio, è parziale,
ma pur ridotto al minimo credo sia un campione sufficiente per descrivere il fenomeno.
La prima domanda che sorge è "Perché tante donne?". E' una falsificazione della
realtà, negli ultimi anni, infatti, ci sono in letteratura (e media connessi) più
detective donne che uomini. Poiché le scrittrici non sono la maggioranza e
molte di loro non usano personaggi donna credo non sia un fenomeno di genere ma,
tristemente, di mercato. E' la risposta alla richiesta dei lettori (con
prevalenza di lettrici).
La seconda domanda, meno banale e meno immediata è: "Si
tratta di mestiere inadatto a una donna
o invece è il lavoro che lei sola può fare?". È una domanda
ingenua, da porsi istintivamente, visto
che le «signore in giallo» sono oggi più
popolari dei loro colleghi.
Ma né le domande, né le risposte, qualsiasi esse siano,
illustrano il fenomeno che mi si è presentato molto più complesso.
All'inizio (nell '800) erano quasi eroine per caso e
tutte sulla carta romanzata. Poi è arrivata Miss Marple, portatrice di fierezza
e orgoglio femminile che si è "allargata" nel cinema e nella TV. Era
una semplice signora di messa età senza una particolare professionalità. In tal
senso la più rivoluzionaria. Sì, perché Jessica Fletcher che scrive romanzi
gialli di successo sembra quasi una "excusatio
non petita"! Come dire: "sono
una giallista, scusate il disturbo cari maschietti"!
Jessica, invece, arriva prima in TV, è dopo che diventa romanzata. E'
un'innovatrice, ma non è rivoluzionaria. Ha però, oltre che intuito, anche una
robusta cultura di base: qui sta la vera rivoluzione.
Ha aperto la strada del palcoscenico giallo a donne dotate di
professionalità e cultura. Da allora le Donne Detective, sono quasi tutte molto
"dotate"! Julia Kendall ne è una "voluta" e furba sintesi.
Chi ha letto
almeno un’avventura di Kay Scarpetta, l’anatomopatologa più
famosa del mondo, creatura autobiografica di Patricia Cornwell se n'è subito
accorto.
Il fenomeno della pervasività delle donne
investigatrici non ha contorni, almeno
in termini temporali, netti. Se accendiamo la tv e spippoliamo sul telecomando
è impossibile non impattare (visto che continuano a rieditarle), in una delle
investigatrici dilettanti "storiche", capeggiate dall’inossidabile
Jessica Fletcher tallonata da Miss Marple (meno male) con volti diversi.
Se uno vuol farsi proprio del male (o concigliarsi il
sonno) può persino arrivare a rivedere fino la Camilla Baudino
professoressa-detective di Veronica Pivetti che ha minacciato gli indici di ascolto di Don
Matteo. Nella rete accanto potrà trovare
anche qualche poliziotta meno famosa e più recente.
Nei mercatini dell'usato si possono trovare gli albi
della criminologa Julia Kendall, ma anche trovare, a trenta cm di distanza,
Gialli Mondadori con Miss Marple, volumi con Jessica Fletcher.
Nel mucchio, pronti al macero o ad esser venduto un tanto al kg, anche romanzi di Kinsey Millhone personaggio donna della giallista Sue Grafton autrice della serie dei romanzi sull'alfabeto! Romanzi prontamente alienati dal lettore.
Nel mucchio, pronti al macero o ad esser venduto un tanto al kg, anche romanzi di Kinsey Millhone personaggio donna della giallista Sue Grafton autrice della serie dei romanzi sull'alfabeto! Romanzi prontamente alienati dal lettore.
E' la dimostrazione di quanto siano diffuse e
pervasive le Donne Detective. Riemerge allora la prima domanda, semplice e
complessa allo stesso tempo: "Perché tante donne?".
Credo che l'unica risposta venga dal marketing. Con una premessa che va tenuta in evidenza: le donne leggono più degli uomini. Il peso delle lettrici è quindi maggiore.
Vediamo alcuni casi.
Vediamo alcuni casi.
Provate a chiedervi perché Asa Larsson (scrittrice nordica) sia una delle più vendute in
tutto il mondo grazie a improbabili titoli quali Tempesta solare, Il
sangue versato, Sacrificio a Moloch (sono del 2003 in poi, in Italia
pubblicati da Marsilio). Protagonista dei suoi romanzi è Rebecka Martinsson,
avvocatessa
con un terribile passato familiare, che non ha paura di affrontare casi
complicati. Un personaggio duro, eccessivo e improbabile a dire il vero.
Ma
andiamo un po' indietro nel tempo. Con Postmortem, pubblicato nel 1990,
Patricia Cornwell iniziò la sua carriera di scrittrice di gialli. Continua ancora oggi, con oltre venti casi che vedono
protagonista Kay Scarpetta. Kay è un medico legale che conosciamo quando
ha già quaranta anni, è divorziata e amante della cucina italiana. Inoltre, è
meticolosissima allorquando dà inizio a una investigazione. Se andiamo a ben
analizzare il personaggio si comprende quanto sia stato costruito a tavolino
per soddisfare i gusti di molti lettori e lettrici.
Molto
più credibile, nonostante le spigolosità del carattere , Petra Delicado,
creata da Alicia Giménez Bartlett. Si tratta di un ispettore della
polizia di Barcellona che appare per la prima volta nel romanzo Riti di
morte del 1996. Donna competente, dura e con una complicata vita personale
che vuole lasciarsi alle spalle.
Riassumendo si ottiene una ricetta quasi infallibile (se
uno sa scrivere o sa sceneggiare per la TV!): ambientazione geograficamente ben connotata, riconoscibile e,
meglio se turisticamente appetibile; amore per il cibo; peripezie sentimentali;
polso di ferro (due palle così!); sensibilità;
sesto senso e bellezza. Sono le caratteristiche delle storie della Signora in giallo, ma anche quelle del giallo e del
thriller al femminile che spopola in libreria (poco noir, l'ho già detto).
Queste signore del mistero sanno dare
una lezione di stile non solo di scrittura ma anche di vita, almeno lo
pretendono.
Ma non bisogna meravigliarsi troppo. Come abbiamo
visto, un filo rosa attraversa la storia
del genere giallo fin dalle origini: la
prima investigatrice è addirittura più vecchia del primo investigatore.
Mademoiselle de Scudéry esce dalla penna
di T.A. Hoffmann negli anni Venti dell’Ottocento, mentre Monsieur Dupin, di Edgar
Allan Poe, entrerà in azione soltanto nel 1841.
Anche Sherlock Holmes ha le sue concorrenti: le Lady Detective.
E, col passar del tempo, sempre più autori le hanno
elette a protagoniste. Alcune sono veramente hard boiled, ma la gran
parte combatte il male non con una pistola alla
mano, ma con l’attenzione alle sfumature, la fine sensibilità femminile e anche,
e soprattutto, con le armi dei
sentimenti.
Ovvero le specialità della "madre, nonna e
sorella di tutte le investigatrici": Miss Marple. Creata da Agatha Christie, regina del mystery di ogni
tempo, vanta centinaia di milioni di libri venduti.
Il suo segreto? Secondo i linguisti dell’università di
Warwick, che hanno analizzato al computer le sue opere, la scrittrice inglese
usava nella narrazione tecniche simili a quelle utilizzate da ipnoterapeuti e
psicologi per catturare l’attenzione dei pazienti. Vero o no che sia, la
Christie conosceva bene la psicologia ed ha usato Miss Marple, per dimostrarlo.
Jane Marple ha un motto: «La natura umana è sempre la stessa».
Nel bene come nel male: ed ecco perché un
insignificante fatterello che avviene nel suo paesino può fornire
all’infallibile vecchietta la chiave per risolvere un delitto avvenuto chissà
dove. Certo, bisogna essere capaci di focalizzare particolari che agli altri
sono sfuggiti: un oggetto fuori posto, una frase inopportuna, addirittura un
battito di ciglia. Saper vedere, e saper ascoltare con gli occhi di una donna,
detective per giunta!.
FINE
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