Una smorfia
al Natale
- 33 giorni al Natale
secondo l'accreditata smorfia napoletana: gli anni di Gesù
33 erano gli anni di Gesù quando morì... Non mi piace commemorare le morti, preferisco le nascite, e poi quella di Gesù è una "Natività", è Natale!
Vi propongo allora un raccontino su due muti (finora) testimoni della sua nascita.
Il bue e l’asinello (*)
Macché
bue, macché asinello! Recenti studi condotti da Natural Geographic su reperti
calcificati d’escrementi e su tracce di
urina nella grotta di Betlemme hanno stabilito che si trattava di uno zebù e d’un cammello. A dire il vero
lo zebù non voleva neppure prestarsi, ma siccome era il più adatto (per
l’altezza rispetto alla mangiatoia) lo convinsero con trenta carrube e tre
carote (mica facile trovare tre carote in Palestina!). Sembra che al cammello,
vedendo tutta quella grazia divina, si rizzasse il pelo.
« Lo
sapevo che era tutta una mangiatoia. E a me? ».
Borbottò
acido, implorando cibo.
« Tu
zitto! Piuttosto tira giù la gobba, che da noia alla ripresa TV! ».
Gli
ordinò il Pastore capo. Il cammello notò che assomigliava vagamente al
giornalista dello sbarco sulla luna.
“Luna o cometa sarà lo stesso”, pensò sperando di ottenere qualche carota. Tirò giù talmente bene la gobba, stirandola
sulla groppa, che da lontano sembrava uno juppi,
vestito con uno di quei cappottini striminziti di cammello che vanno tanto di
moda tra gli asini metropolitani.
Appunto.
«
Che asino, che sei!», gli sibilò lo zebù
« Se ti metti a fare obiezioni, resistenze, qui ci giochiamo l’audience! ».
Il
cammello, appena reduce da tre anni nel Wadi rum (tempo passato a sognare
arbusti di lavanda e cicoria rupestre), lo guardò pieno di sospetto.
« Che
sarebbe codesta audience, una carota ancora più grossa?».
Lo
zebù biascicò dileggio, supponenza e forse anche un po’ di disprezzo.
« Ma
dove sei stato tutto questo tempo? Il mondo cambia alla svelta ».
Il
cammello cercò di giustificarsi:
« Ho
portato in groppa un inglese, fissato d’essere beduino. Vestiva di bianco e mi
ha confuso un po’ ».
«
Ancora quel fanatico di Lawrence, sai quanti ne ha messi di mezzo di cammelli!
».
Lo
zebù, animale di mondo, ghignò. Dette una ruminata puzzolente sprigionando
rigurgiti acidi, poi sentenziò.
« Qui
è diverso, ti devi impegnare e ricordati, questa è una fiction, anzi un reality:
io sono un bue e tu un asino! ».
Il
cammello era molto perplesso:
« Continui
a offendermi, perché?».
Lo
zebù si sistemò in posa pia come il famoso pio bove, poi, con un sussurro da
fuori onda, rassicurò il cammello:
«
E’ per l’audience: più audience, più carote! Fidati, non è un’offesa vera, calati
nel tuo ruolo: tu devi fare l’asino laborioso e paziente. Se qualche
giornalista ti domanda se la Madonna ti è pesata, a portarla col
pancione da Nazareth fino a Betlemme, tu rispondi: leggera e buona come una
santa! Ok? ».
Il
cammello, anche se non aveva capito bene cosa fosse l’audience, si sentì
rassicurato dall’idea delle carote. Stirò ancora di più la gobba: sembrava
proprio un asinello desideroso di far carriera. Chissà se un giorno l’avrebbero
preso per “L’isola dei ciuchi famosi”?
(*) I dialoghi degli
animali sono tratti da un fuori onda di Rai 2, prima di una telecronaca
sensazionale di Tito Stagno. Traduzione a cura di Angelo Lombardi.
( da -33 a -32)
( da -33 a -32)
Nessun commento:
Posta un commento