mercoledì 21 novembre 2018

Conto alla rovescia (-33)



 Una smorfia

al Natale

- 33 giorni al Natale

secondo l'accreditata smorfia napoletana: gli anni di Gesù


33 erano gli anni di Gesù quando morì... Non mi piace commemorare le morti, preferisco le nascite, e poi quella di Gesù è una "Natività", è Natale! 
Vi propongo allora un raccontino su due muti (finora) testimoni della sua nascita. 

Il bue e l’asinello (*)

Macché bue, macché asinello! Recenti studi condotti da Natural Geographic su reperti calcificati d’escrementi e su  tracce di urina nella grotta di Betlemme hanno stabilito che si trattava  di uno zebù e d’un cammello. A dire il vero lo zebù non voleva neppure prestarsi, ma siccome era il più adatto (per l’altezza rispetto alla mangiatoia) lo convinsero con trenta carrube e tre carote (mica facile trovare tre carote in Palestina!). Sembra che al cammello, vedendo tutta quella grazia divina, si rizzasse il pelo.
« Lo sapevo che era tutta una mangiatoia. E a me? ».
Borbottò acido, implorando cibo.  
« Tu zitto! Piuttosto tira giù la gobba, che da noia alla ripresa  TV! ».
Gli ordinò il Pastore capo. Il cammello notò che assomigliava vagamente al giornalista dello sbarco sulla luna. 
“Luna o cometa sarà lo stesso”, pensò  sperando di ottenere qualche carota.  Tirò giù talmente bene la gobba, stirandola sulla groppa, che da lontano sembrava uno juppi, vestito con uno di quei cappottini striminziti di cammello che vanno tanto di moda tra gli asini metropolitani.
Appunto.
« Che asino, che sei!»,  gli sibilò lo zebù « Se ti metti a fare obiezioni, resistenze, qui ci giochiamo l’audience! ».
Il cammello, appena reduce da tre anni nel Wadi rum (tempo passato a sognare arbusti di lavanda e cicoria rupestre), lo guardò pieno di sospetto.
« Che sarebbe codesta audience, una carota ancora più grossa?».
Lo zebù biascicò dileggio, supponenza e forse anche un po’ di disprezzo.
« Ma dove sei stato tutto questo tempo? Il mondo cambia alla svelta ». 
Il cammello cercò di giustificarsi:
« Ho portato in groppa un inglese, fissato d’essere beduino. Vestiva di bianco e mi ha confuso un po’ ».
« Ancora quel fanatico di Lawrence, sai quanti ne ha messi di mezzo di cammelli! ».
Lo zebù, animale di mondo, ghignò. Dette una ruminata puzzolente sprigionando rigurgiti acidi, poi sentenziò.
« Qui è diverso, ti devi impegnare e ricordati, questa è una fiction, anzi un reality: io sono un bue e tu un asino! ».
Il cammello era molto perplesso:
« Continui a  offendermi, perché?».
Lo zebù si sistemò in posa pia come il famoso pio bove, poi, con un sussurro da fuori onda, rassicurò il cammello:
« E’ per l’audience: più audience, più carote! Fidati, non è un’offesa vera, calati nel tuo ruolo: tu devi fare l’asino laborioso e paziente. Se qualche giornalista ti  domanda  se la Madonna ti è pesata, a portarla col pancione da Nazareth fino a Betlemme, tu rispondi: leggera e buona come una santa! Ok? ».
Il cammello, anche se non aveva capito bene cosa fosse l’audience, si sentì rassicurato dall’idea delle carote. Stirò ancora di più la gobba: sembrava proprio un asinello desideroso di far carriera. Chissà se un giorno l’avrebbero preso per “L’isola dei ciuchi famosi”?

(*) I dialoghi degli animali sono tratti da un fuori onda di Rai 2, prima di una telecronaca sensazionale di Tito Stagno. Traduzione a cura di Angelo Lombardi.

( da -33 a -32) 

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