Una smorfia
al Natale
- 45 giorni al Natale
secondo l'accreditata smorfia napoletana: il vino
Il vino, nel Rinascimento era un pericolo, non perché fosse cattivo. Certo non era buono come quello che si beve oggi: dicono che fosse più acidulo e più corposo. Un sapore forte insomma: adattoa nascondere i cattivi sapori e odori dei veleni. I Borgia sapevano fare dei micidiali cocktail. Vediamo con quali componenti.
Arsenico e cantarella
Iniziamo con quello sicuramente più conosciuto e più diffuso: l’arsenico.
Un veleno piuttosto potente, presente in natura in forma minerale, è già piuttosto tossico ma può essere raffinato e reso
letale. Si pensa che sia stato Alberto
Magno il primo a isolare l'arsenico elementare, nel 1250. La dose mortale è di
circa 60-120mg per un uomo. L’arsenico porta alla morte per shock
dell’apparato gastroenterico. Infatti l’arsenico danneggia molto gravemente
questo apparato, quasi distruggendolo e portandolo allo shock. Inoltre l’arsenico è molto solubile in acqua, quindi anche
nel vino.
La cantarella è una variante
dell'arsenico, molto efficace e difficile da rintracciare. Questo veleno è
ottenuto cospargendo l'arsenico nelle viscere di suini e poi facendole
essiccare. Quando sono ben croccanti vengono accuratamente macinate. Si usava anche
fare una mistura di urina e arsenico che fatta essiccare veniva triturata.
Si presenta come una polvere bianca simile allo
zucchero. È un veleno molto tossico che provoca la morte, tra atroci tormenti,
in 24 ore.
Come ho detto, secondo gli storici, fu l'arma di cui si servirono i
Borgia, ed in particolare Cesare e Lucrezia Borgia. Non con un vino specifico,
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