Storia del giallo storico
Quando cambiano le armi per un delitto, ma non i moventi dell'assassino
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Andiamoa cominciare ... dagli inizi!
Un punto fermo che abbiamo stabilito
nella premessa (puntata zero: 0) è che si tratta
di narrativa
(gialla) con ambientazione storica è giocoforza allora riferirsi a un altro punto cardinale, stella polare
direi: Il nome della rosa di
Umberto Eco. Più letteratura e più storia di così!
Il giallo storico è esploso alla fine
del secolo scorso. Una bibliografia sterminata, di difficile classificazione (sono già preoccupato ad andare avanti!)
perché non è limitato all'antichità o al
medioevo europeo, ma è presente in tutti i continenti, arriva pure a tempi più
recenti, come il XIX secolo e la prima metà del XX secolo.
Vi ricorderò, come esempio l'Australia
del 1925 della detective Liberty Miss Fisher. capisco il vostro
disorientamento. Prima di parlare di continenti sorge però una domanda a cui
bisogna rispondere: quando è iniziato il fenomeno e chi sono gli autori?
In altre parole: Quali sono gli Archetipi?
C'era da sospettarlo: non poteva
mancare zia Agatha! Agatha
Christie, Death comes as the end, 1945, trad. it. C’era una volta, Il Giallo Mondadori.
Il romanzo è ambientato in antico
Egitto, a Tebe, circa nel 2000 a.C. La Christie si è ispirata per
l’ambientazione a papiri egiziani dell’XI dinastia trovati in una tomba di
Luxor dalla spedizione del Metropolitan Museum di NewYork: Il
punto più interessante della presentazione che fa zia Agatha è un altro. Dice: “La
località e il racconto sono puramente casuali e non hanno alcun riferimento con
la storia. Qualsiasi località o altra epoca poteva servire allo scopo”.
In effetti il senso ultimo dei migliori
romanzi, sia gialli, che thriller o noir è lo studio della natura umana: come
uno dei suoi personaggi ricorrenti. Ricordiamo Miss Marple, fine psicologa pop,
che cerca nelle persone in cui s’imbatte analogie con gli abitanti di quel
piccolo microcosmo che è il suo villaggio. Allo stesso modo i membri della
famiglia egiziana del 2000 a.C. protagonista del romanzo hanno i desideri, le
ambizioni, i vizi e gli odi di ogni tempo. Nell’antico l’autrice cerca il sempre uguale, l'universale, e non si
preoccupa di fare dell’esotismo o di insistere particolarmente
sull’ambientazione, molto attenta.
Per quanto riguarda l’intreccio,
costante dei gialli storici è, secondo vari soloni, la tipologia classica del whodonit (la ricerca del colpevole che ha generato anche molti giochi da tavolo). Significa
che l’investigatore è spesso uno dei personaggi, manca cioè la figura del
detective estraneo alla vicenda chiamato apposta per indagare. Non è una scelta
stilistica, né, tantomeno di genere. Come ho detto la polizia non c'era e il
potente di turno si faceva giustizia da se. Inotile allora chiamare un
detective da fuori, a meno che non sia Aristotele!
Qualche anno dopo arriva Theodore
Mathieson con The great detectives , 1960, trad. it. Quando il genio indaga, Club degli editori - 1961.
L’idea portante di questi racconti
rimescola le carte. L' autore statunitense mette in campo un (una
diecina in realtà, e in epoche diverse) grande personaggio storico come
detective: dal primo, Alessandro Magno, a
Florence Nichtingale l'ultima.
In ogni racconto il personaggio è colto
in un momento cruciale della sua vita, per cui l’intrigo giallo si mescola con
le sue vicende private e pubbliche, e a volte le determina. Nel primo racconto troviamo
alcuni degli espedienti tipici del giallo classico: il detective è anche la
vittima (ovviamente con morte ritardata), mentre l’identità dell’assassino (che
non possiamo svelare) richiama il celeberrimo romanzo The murder of Roger Ackroyd
anch'esso della Christie.
Ispirazioni trasversali
Chi mi legge sa che sono un autore di
Gialli di ambientazione storica (così ho scritto nelle mia breve
introduzione). Così dico e così esigo che si dica dei miei lavori. Sono infatti
completamente d'accordo che quanto affermò zia Agatha: "Qualsiasi
località o altra epoca poteva servire al mio scopo!".
Vi chiedete quale sia il mio scopo?
Buona e legittima domanda. Innanzitutto devo dire che la raccolta di racconti
di Theodore Mathieson, che lessi quando frequentavo prima liceo mi ha
influenzato, anche se poi ho percorso strade differenti. Il fatto è che Mathieson si è posto (ed ha lanciato al lettore più colto) una sfida intellettuale: 'Mi e vi dimostrerò che un genio risolve misteri che hanno interferenze con le sue conoscenze più profonde, con la sua arte o comunque col suo mestiere: "Noi tutti siamo quello che facciamo!" '. Geni compresi, aggiungo io! Per non ripetere la sfida io ho messo in campo situazioni diverse. Facciamo ora l'appello delle epoche e dei
personaggi detective che uso.
Rinascimento, Mastro Bertuccio, fabbro e armaiolo: svolge indagini con l'aiuto
ancillare di personaggi famosi: Michelangelo, Leonardo, Machiavelli, e altri.
Tutti questi illustri sono in un momento di crisi giovanile o senile.
Dall'incontro con Bertuccio traggono nuove energie. Indaga perché si trova
coinvolto, non per sua scelta, in storie di delitti. La storia lo segue: è
l'uomo nuovo dell'era moderna.
Fine 1700. Raimondo Santo Severi, professore di Fisica dell'ateneo pisano. Svolge le
sue indagini con la collaborazione dei personaggi storici minori, ma che hanno
determinato la storia della Toscana in quel fine secolo. Indaga per ordini
superiori: il Granduca di toscana. La storia lo avverte dei cambiamenti: saprà
seguirne le indicazioni?
Ventenno fascista. Dr. Idamo Butini, medico condotto a Montevarchi. Svolge le sue indagini
con l'aiuto degli amici, ma non ha contatti con personaggi storici di rilievo.
indaga per amicizia con un maresciallo dei carabinieri che ne ha colto le
abilità. La Storia lo avvolge con spire soffocanti, ma saprà svincolarsi.
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