sabato 5 gennaio 2019

Storia del giallo storico (1)


Storia del giallo storico
Quando cambiano le armi per un delitto, ma non i moventi dell'assassino


(1)

Andiamoa cominciare ... dagli inizi!

Un punto fermo che abbiamo stabilito nella premessa (puntata zero: 0) è che   si  tratta   di narrativa (gialla) con ambientazione storica è giocoforza allora riferirsi a un altro punto cardinale, stella polare direi: Il nome della rosa  di Umberto Eco. Più letteratura e più storia di così!




Il giallo storico è esploso alla fine del secolo scorso. Una bibliografia sterminata, di difficile classificazione (sono già preoccupato ad andare avanti!) perché  non è limitato all'antichità o al medioevo europeo, ma è presente in tutti i continenti, arriva pure a tempi più recenti, come il XIX secolo e la prima metà del XX secolo.


Vi ricorderò, come esempio l'Australia del 1925 della detective Liberty Miss Fisher. capisco il vostro disorientamento. Prima di parlare di continenti sorge però una domanda a cui bisogna rispondere: quando è iniziato il fenomeno e chi sono gli autori?
In altre parole: Quali sono gli Archetipi?

C'era da sospettarlo: non poteva mancare zia Agatha!  Agatha Christie, Death comes as the end, 1945, trad. it. C’era una volta, Il Giallo Mondadori.




Il romanzo è ambientato in antico Egitto, a Tebe, circa nel 2000 a.C. La Christie si è ispirata per l’ambientazione a papiri egiziani dell’XI dinastia trovati in una tomba di Luxor dalla spedizione del Metropolitan Museum di NewYork:    Il punto più interessante della presentazione che fa zia Agatha  è un altro. Dice:   La località e il racconto sono puramente casuali e non hanno alcun riferimento con la storia. Qualsiasi località o altra epoca poteva servire allo scopo”.
In effetti il senso ultimo dei migliori romanzi, sia gialli, che thriller o noir è lo studio della natura umana: come uno dei suoi personaggi ricorrenti. Ricordiamo Miss Marple, fine psicologa pop, che cerca nelle persone in cui s’imbatte analogie con gli abitanti di quel piccolo microcosmo che è il suo villaggio. Allo stesso modo i membri della famiglia egiziana del 2000 a.C. protagonista del romanzo hanno i desideri, le ambizioni, i vizi e gli odi di ogni tempo. Nell’antico l’autrice cerca il sempre uguale, l'universale, e non si preoccupa di fare dell’esotismo o di insistere particolarmente sull’ambientazione, molto attenta.

Per quanto riguarda l’intreccio, costante dei gialli storici è, secondo vari soloni, la tipologia classica del whodonit (la ricerca del colpevole che ha generato anche molti giochi da tavolo). Significa che l’investigatore è spesso uno dei personaggi, manca cioè la figura del detective estraneo alla vicenda chiamato apposta per indagare. Non è una scelta stilistica, né, tantomeno di genere. Come ho detto la polizia non c'era e il potente di turno si faceva giustizia da se. Inotile allora chiamare un detective da fuori, a meno che non sia Aristotele!

Qualche anno dopo arriva Theodore Mathieson con The great detectives , 1960, trad. it. Quando il genio indaga, Club degli editori - 1961.




L’idea portante di questi racconti rimescola le carte. L' autore statunitense  mette in campo   un (una diecina in realtà, e in epoche diverse) grande personaggio storico come detective: dal  primo, Alessandro Magno,   a Florence Nichtingale l'ultima.
In ogni racconto il personaggio è colto in un momento cruciale della sua vita, per cui l’intrigo giallo si mescola con le sue vicende private e pubbliche, e a volte le determina. Nel primo racconto troviamo alcuni degli espedienti tipici del giallo classico: il detective è anche la vittima (ovviamente con morte ritardata), mentre l’identità dell’assassino (che non possiamo svelare) richiama il celeberrimo romanzo The murder of Roger Ackroyd anch'esso della Christie.

Ispirazioni trasversali



Chi mi legge sa che sono un autore di Gialli di ambientazione storica (così ho scritto nelle mia breve introduzione). Così dico e così esigo che si dica dei miei lavori. Sono infatti completamente d'accordo che quanto affermò zia Agatha: "Qualsiasi località o altra epoca poteva servire al mio scopo!".
Vi chiedete quale sia il mio scopo? Buona e legittima domanda. Innanzitutto devo dire che la raccolta di racconti di Theodore Mathieson, che lessi quando frequentavo prima liceo mi ha influenzato, anche se poi ho percorso strade differenti. Il fatto è che Mathieson si è posto (ed ha lanciato al lettore più colto) una sfida intellettuale: 'Mi e vi dimostrerò che un genio risolve misteri che hanno interferenze con le sue conoscenze più profonde, con la sua arte o comunque col suo mestiere: "Noi tutti siamo quello che facciamo!" '. Geni compresi, aggiungo io! Per non ripetere la sfida io ho messo in campo situazioni diverse.  Facciamo ora l'appello delle epoche e dei personaggi detective che uso.


Rinascimento, Mastro Bertuccio, fabbro e armaiolo: svolge indagini con l'aiuto ancillare di personaggi famosi: Michelangelo, Leonardo, Machiavelli, e altri. Tutti questi illustri sono in un momento di crisi giovanile o senile. Dall'incontro con Bertuccio traggono nuove energie. Indaga perché si trova coinvolto, non per sua scelta, in storie di delitti. La storia lo segue: è l'uomo nuovo dell'era moderna.




Fine 1700. Raimondo Santo Severi, professore di Fisica dell'ateneo pisano. Svolge le sue indagini con la collaborazione dei personaggi storici minori, ma che hanno determinato la storia della Toscana in quel fine secolo. Indaga per ordini superiori: il Granduca di toscana. La storia lo avverte dei cambiamenti: saprà seguirne le indicazioni?



Ventenno fascista. Dr. Idamo Butini, medico condotto a Montevarchi. Svolge le sue indagini con l'aiuto degli amici, ma non ha contatti con personaggi storici di rilievo. indaga per amicizia con un maresciallo dei carabinieri che ne ha colto le abilità. La Storia lo avvolge con spire soffocanti, ma saprà svincolarsi.

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