venerdì 22 marzo 2019

A presto, caro Mercurio!

Mercurio Loi al capolinea?
"Lo capiremo solo vivendo!"
Intanto lui (Loi) si dichiara morto! Ma morto non sembra e... non è!



Lo hanno paragonato a  Dylan Dog, ma è molto di più di Dylan Dog. Mercurio Loi la serie a fumetti creata dallo sceneggiatore Alessandro Bilotta, è stata probabilmente la più innovativa (e coraggiosa) pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore dai tempi dell'“indagatore dell'incubo” di Tiziano Sclavi nel lontano 1986. 
Forse fin troppo e in un momento poco propizio per il fumetto da edicola. Mercurio Loi chiude oggi 22 marzo con il numero 16. Il pubblico non ha risposto a dovere, la critica invece lo ha apprezzato. Una serie di successi importanti come il Premio Attilio Micheluzzi per il miglior sceneggiatore e la miglior serie dal tratto realistico, il Premio ANAFI come miglior sceneggiatore, il Premio carlo Boscarato al miglior sceneggiatore italiano e il Premio Gran Guinigi come miglior serie, tutti vinti nel 2018. 
Purtroppo i trofei nel fumetto contano poco e in quello italiano “men che meno”,   ma la serie ha ricevuto il plauso pressoché unanime della critica. 
  
Vi ricordo che Mercurio Loi è apparso per la prima volta nell’albo omonimo della collana antologica “Le storie”, il numero 28 del gennaio 2015, scritto da Bilotta e disegnato da Matteo Mosca.


Siamo nella Roma papalina del 1826: per le strade s'incontrano Tosca e Cavaradossi! Mercurio Loi è un professore universitario che, assistito dal giovane Ottone De Angelis, indaga sui misteri della città, dove operano personaggi bizzarri e al tempo stesso ci sono sette segrete (come la Carboneria) che cospirano contro il Papa Re: nel primo numero il personaggio ricorda un po’ Sherlock Holmes (con Ottone come Watson). 


Nel maggio del 2017 viene inaugurata la serie con copertine di Manuele Fior – fumettista noto per le sue graphic novel, in teoria molto lontano dallo stile bonelliano – e Mercurio sembra invece un Batman e Roma una Gotham City ante litteram. In realtà la serie, a partire dall’ambientazione è un unicum: come Mercurio, gran curioso, ama passeggiare oziosamente per Roma, così la serie indaga i personaggi e la città. Pochissima vera azione, rari i confronti fisici fra i personaggi, tanta introspezione, tanta voglia di esplorare le potenzialità della narrazione.
Credo che presto lo rivedremo! me lo auguro.

Nessun commento:

Posta un commento