Saper ascoltare
Come
diventare fruitori consapevoli di gialli, noir e thriller raccontati
nelle diverse forme artistiche: libro, film, fiction TV, fumetto e radio
Versione 2019
(tappa 07)
La scelta della persona narrante non è solo un
fatto tecnico (la tecnica viene dopo), quindi non è semplice: ha molte
implicazioni e può portare su differenti sentieri narrativi!
Vediamo alcuni esempi.
Il ten. Colombo fa ancora eccezione (lui è l'eccezione!): non
può che essere raccontato in terza persona. Sono convinto che sia parecchio difficile
tenere alta la suspense con un racconto scritto alla “Colombo”, la fiction televisiva è altro!
Il commissario Montalbano è un esempio virtuoso (da parte dell’autore):la vicenda è narrata in
terza persona, ma sempre attraverso i suoi occhi: A. Camilleri è Montalbano!
Esempi di narrazione in seconda persona ce ne sono pochi. Il più
famoso è quello del Dr. Watson: amico e comprimario partecipa attivamente alle azioni. Offre un
contributo operativo a volte decisivo a Holmes. E' tecnica molto ottocentesca e poco gettonata dagli autori.
Il Dr T. Berra, sodale del funzionario di
polizia A. Jelling (La bambola cieca), personaggio narrante della serie Bostoniana di Scerbanenco, ascolta il racconto del suo “sodale” non nascondendo una
vena di scetticismo per la logica del detective. Anche Philo Vance è narrato in
seconda persona: S.S. Van Dine s’impersona suo segretario! Ma Van Dine era astioso con Agatha Christie e pure con Raymond Chandler... dimostrandosì cos' uomo di poco acume! Infatti, con le sue 20 regole, se la prende con gli autori che narravano in terza persona: una moltitudine!
Quando si narra in terza
persona (la forma più facile, più ricorrente e più difficile
da tenere sotto controllo) sono importanti le
dinamiche, l’introspezione dei personaggi e la struttura (il montaggio)
del
racconto: il lettore ne può sapere di più del detective (Colombo docet),
il
rischio ricorrente è che ne sappia di meno (regole di S.S Van Dine). I
cattivi autori seguono questa via per "sorprendere" i lettori con colpi
di scena ad effetto, ma di bassa qualità. Sono dei disonesti, ne cito solo due: Dan Brown e Camilla Lackberg. Diffidatene, vi fanno solo perdere il vostro tempo e non vi arricchiscono la mente... anzi cercano di farvi sentire stupidi!
I più onesti (io infatti sono tra questi!) sono i narratori in prima persona. In prima
persona sono estremamente importanti l’attrattività, i
comportamenti
(soprattutto i dialoghi) e il carattere del narratore. Il lettore vede
attraverso i suoi occhi (la sequenzialità) e conosce tutti i suoi
pensieri (la complessità dell'interazione): è importante che ci si possa
identificare.
Quante possibilità! Tre tipi di detective, tre
modi di narrazione, almeno quattro generi (ma se si considera lo storico e il
post noir sono di più) … alcune combinazioni sono assurde pensate a un
poliziesco ambientato nel medioevo! Ma tutto è possibile: gli autori a volte si lasciano trasportare dall'emozione: adrenalina e
creatività sono una miscela esplosiva. Può nascere il capolavoro (raro) o storie ridicole (tante)! Dovrebbero preoccuparsi del
lettore che, oltre che leggere, giudica. Ma quanti autori fanno una scelta tenendo conto, con rispetto, della
propria audience potenziale. Purtroppo
il lettore, non smaliziato, è soggetto a messaggi pubblicitari (perlopiù
subliminali) che lo possono influenzare non solo all'acquisto, ma anche
alla sopravvalutazione dell'opera!
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