sabato 13 aprile 2019

Sommelier del giallo (07)

Saper ascoltare
Come diventare fruitori consapevoli di gialli, noir e thriller raccontati nelle diverse forme artistiche: libro, film, fiction TV, fumetto e radio

Versione 2019
(tappa 07)



La scelta della persona narrante non è solo un fatto tecnico (la tecnica viene dopo), quindi non è semplice: ha molte implicazioni e può portare su differenti sentieri narrativi! 

Vediamo alcuni esempi.


Il ten. Colombo  fa ancora eccezione (lui è l'eccezione!): non può che essere raccontato in terza persona. Sono convinto che sia parecchio difficile tenere alta la suspense con un racconto scritto alla “Colombo”, la fiction televisiva è altro!
Il commissario Montalbano è un esempio virtuoso (da parte dell’autore):la vicenda è narrata in terza persona, ma sempre attraverso i suoi occhi: A. Camilleri è Montalbano!
Esempi di narrazione in seconda persona ce ne sono pochi. Il più famoso è quello del Dr. Watson: amico e comprimario  partecipa attivamente alle azioni. Offre un contributo operativo a volte decisivo a Holmes. E' tecnica molto ottocentesca e poco gettonata dagli autori.
Il Dr T. Berra, sodale del funzionario di polizia A. Jelling (La bambola cieca), personaggio narrante della serie Bostoniana di Scerbanenco, ascolta il racconto del suo “sodale” non nascondendo una vena di scetticismo per la logica del detective. Anche Philo Vance è narrato in seconda persona: S.S. Van Dine s’impersona suo segretario! Ma Van Dine era astioso con Agatha Christie e pure con Raymond Chandler... dimostrandosì cos' uomo di poco acume! Infatti, con le sue 20 regole, se la prende con gli autori che narravano in terza persona: una moltitudine!
Quando si narra in terza persona (la forma più facile, più ricorrente e più difficile da tenere sotto controllo) sono importanti le dinamiche, l’introspezione dei personaggi e la struttura (il montaggio) del racconto: il lettore ne può sapere di più del detective (Colombo docet), il rischio ricorrente è che ne sappia di meno (regole di S.S Van Dine). I cattivi autori seguono questa via per "sorprendere" i lettori con colpi di scena ad effetto, ma di bassa qualità. Sono dei disonesti, ne cito solo due: Dan Brown e Camilla Lackberg. Diffidatene, vi fanno solo perdere il vostro tempo e non vi arricchiscono la mente... anzi cercano di farvi sentire stupidi!

I più onesti (io infatti sono tra questi!) sono i narratori in prima persona. In prima persona sono estremamente importanti l’attrattività, i comportamenti (soprattutto i dialoghi) e il carattere del narratore. Il lettore vede attraverso i suoi occhi (la sequenzialità) e conosce tutti i suoi pensieri (la complessità dell'interazione): è importante che ci si possa identificare.

Quante possibilità! Tre tipi di detective, tre modi di narrazione, almeno quattro generi (ma se si considera lo storico e il post noir sono di più) … alcune combinazioni sono assurde pensate a un poliziesco ambientato nel medioevo! Ma tutto è possibile: gli autori a volte si lasciano trasportare dall'emozione: adrenalina e  creatività sono una miscela esplosiva. Può nascere il capolavoro (raro) o storie ridicole (tante)! Dovrebbero preoccuparsi del lettore che, oltre che leggere, giudica. Ma quanti autori fanno una scelta   tenendo conto, con rispetto, della propria audience potenziale. Purtroppo il lettore, non smaliziato, è soggetto a messaggi pubblicitari (perlopiù subliminali) che lo possono influenzare non solo all'acquisto, ma anche alla sopravvalutazione dell'opera!

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