mercoledì 1 gennaio 2020

La serialità del delitto


La nobile arte della serialità

Seriali si nasce... e io lo nacqui!...

Ho sempre "seriato" me stesso, ma non è una cosa seria!

 
Da Salvo Montalbano a Rocco Schiavone, tutti hanno bisogno dei consigli di Snoopy, il cane di D'Artagnan

Invece la serialità è una cosa molto sera, anzi parecchio! per avvia re riflessioni (immancabilmente surreali) sulla serialità occorre partire da Totò. Soprattutto quello dei primi film (tanti) è una maschera del teatro classico che reitera motti e lazzi. Quindi un universale, ergo un seriale nato! Non rispondeva: "Seriale sarà lei, s'informi!", rispondeva altro che qui non ripeto!
Ci gongolava, endava in sollucchero, perché sapeva di venire dopo Dumas, ma prima di Snoopy. Non venite a dirmi che D'Artagnan non aveva un cane, semmai un cavallo! Dumas non parla del cane, ma c'era, e si chiamava Snoupì, con l'accento sulla "i"!

Vi spiego. L'aspirante moschettiere è, per sue doti caratteriali ed esistenziali, personaggio seriale, Snoopy, che di problemi di carattere ne ha da vendere, multiforme e sfaccettato è il Re indiscusso dei personaggi seriali. E' anche aspirante scrittore e quando non riesce neppure a iniziare con "Era una notte buia e tempestosa..." ci fa tanta tenerezza.

Piccola premessa teorica. Un  racconto  seriale  può  essere  di due  tipi. Se del primo tipo la storia si suddivide in parti separate e consecutive per far venire al lettore la voglia di continuare (parlo del feuilleton: romanzo che usciva su un quotidiano o una rivista, a episodi di poche pagine ). Nel secondo invece si  ripete   un  modello,  uno  schema,  una  struttura  narrativa sviluppando varianti, variazioni e sfumature. 





La  seconda  modalità  è  forse  la  più   antica:  deriva  dal  meccanismo  di  comunicazione  orale  del  racconto  e  può  essere   identificata  già  nella  fiaba,  nel  racconto  mitologico,  nei  cicli  omerici e nelle  saghe   nordiche. 
Ma anche nei  cicli  cavallereschi  medievali,  nell’epica  rinascimentale  (e  oggi   nella  paraletteratura,  nelle  saghe  cinematografiche  e  nelle  serie  televisive  a   episodi) e nei fumetti a strisce.

 




La  prima  emerge  soprattutto  nei tempi moderni (apice nel 1800)  ed  ha  come  tratto   distintivo  la  pianificazione  della  suddivisione  in  unità  discrete,  pubblicate  a   intervalli  di  tempo  regolari, come appunto I tre moschettieri. Se ci pensate bene D'Artagnan appartiene a tutte e due le modalità: si merita un cane come Snoopy! 

Non il gatto con gli stivali, pur pertinente, non figura! Credo che avesse un cane e che fosse un regalo del duca di Buckingahm!


In  entrambe  le  sue  forme,  con  le  infinite  ibridazioni  possibili,  la  serialità  è   stata  adottata  da  tutti  i  generi  e  da  tutti  i  media:  dal  fumetto  al  cinema,  dalla   radio  alla  televisione,  dai  videogiochi  al  web. La verità è che la serialità è l'evoluzione adulta della ripetitività della fiaba. La serialità ci mantiene fanciulli. E' per questo che piace tanto.  


La  serialità  è  “contagiosa”:  passa  da  un  mezzo  di  comunicazione  ad  un  altro,   dall’oralità  alla  scrittura,  dalla  scrittura  ai  media  tecnologici. Colpische gli intellettuali alla pari degli analfabeti. 
In  "buona sostanza"   la  serialità  è democratica,  intermediale  e  interculturale,  perché  appartiene  sia  alla  cultura  di   élite  che  alla  cultura  popolare  (e  spesso  mette  in  contatto  culture  diverse  tra  loro   mediante  i  meccanismi  delle  comunicazioni  di  massa),  perché  coinvolge  logiche   di  creazione  innovative  e  allo  stesso  tempo  logiche  di  mercato,  perché  i   meccanismi  della  ripetizione  o  della  successione  che  la  regolano  possono  essere   allo  stesso  tempo  molto  semplici  quanto  estremamente  complessi  e  raffinati,  e   migrano  da  un  medium  ad  un  altro  con  estrema  facilità.  

  

Il  racconto  seriale,  soprattutto quando è giallo, noir o thriller,  crea  una  complessa  interazione  tra  narrazione e   attribuzione  autoriale,  spesso annulla la  separazione  tra  autore  e  fruitore, annulla la  compiutezza  e  a   volte  perfino  la  conoscibilità  di  un  universo  narrativo  che  può  espandersi  fino  a  diventare  incontrollabile. Charlie Chan ne è un esempio:  arrivò al cinema, alla radio, ai fumetti, in teatro fino a contagiare Hollywood.


Detto questo, era importante farlo, vediamo di dare, per bocca di Snoopy (personaggio seriale, e autore d'incipit "bloccanti") qualche consiglio agli aspiranti autori seriali. Non andate a cercare consiglio in rete. Nel web ci sono i consigli,in abbondanza, ma sono offerti da: sedicenti agenti letterari (la mossa successiva è offerta di pubblicazione a pagamento!), sedicenti editor (spero abbiano la laurea, ma hanno copiato da internet la tesi!), sedicenti autori con varia esperienza di pubblicazione (andate a controllare le case editrici: le trovate sulle pagine gialle sezione tipografie!) o cialtroni che vogliono spillarvi i soldi dal cassetto (non il manoscritto!).

Così parlò il Grande Piccolo Cane:



0. Se è il primo romanzo di una storia che prevedi sarà seriale prepara bene i caratteri dei personaggi e solo dopo un po' pensa alla trama.



Disse a Snoopy il gatto del vicino: "La salsiccia è cibo seriale. Per cui, quando scriverai i seguiti, abbi sempre la regola del macellaio: "Le salsicce devono essere tutte diverse e tutte eguali!". 


In altre parole:


1. Rispetto per il lettore ultimo arrivato:


a. ripetere alcuni elementi essenziali per descrivere i personaggi


b. dare tutti gli elementi necessari a comprendere l'evoluzione dei personaggi;




2. Rispetto per il lettore che c'è fin dall'inizio:


a. non dilungarsi in tediosi riassunti


b. non dilungarti sulla descrizione dei caratteri: usa i dialoghi per farli intuire






3. Ricerca l'equilibrio stilistico tra il punto 2. e il punto 3.




4. Rispetto per i personaggi:


a. Non far loro cambiare troppo carattere e vita. Nel reale non succede così,


b. Falli agire e chiacchierare in pace, sanno loro, meglio di te, cosa dire e soprattutto, cosa possono fare.




5. Rispetto per se stessi: sei un autore non svenderti a idee editoriali perverse. Ce ne sono di tutti i tipi, troppo lungo l'elenco!
Lezione di scrittura gentimente ( e aggratis!) offerta dallla premiata ditta:

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