lunedì 4 maggio 2020

Come ti piace?


A qualcuno piace caldo
( A casa, a me no!)

Ho un caro amico, appassionato di cinema noir, che ogni tanto mi invita a cena. Lui e la moglie cucinano peggio di Livia, la fidanzata di Montalbano, ma i film che propongono nel dopo gena nel dopo cena sono sempre digestivi da gustare!  
Purtroppo ha "costruito" un suo bunker, un suo home theatre, maximo! Anzi minimo: stanza di 3x4 metri alta metri 2,6. Schermo con proiettoe 16/9 a tutta parete. Il tutto rivestito di polistirolo verniciato di nero! Ci fa rivedere, isolati dal mondo in quel buco claustrofobico, i film noir del passato che, a suo tempo, quasi tutti, avevamo visto al cinema. Ho di nuovo provato repulsione, un rigurgito non  troppo dissimulato. Mi son posto una domanda: "Per rivedere un film noir degli anni '40 è meglio un home theatre o un televisore normale. (non oltre 52 pollici)"? Ho però taciuto.
Tornato a casa, "a mezzanotte e tre", ho consultato Wikipedia. Sì, per digerire e  per trovare una risposta credo sia obbligatorio spararsi prima in testa, tramite una Wikiflebo, un po' di solida teoria. Parafraso allora McLuhan.

 
Ecco il principio base che distingue un medium caldo” (la radio o il cinema), da un medium freddo” (il telefono o la TV): "è caldo il medium che estende un unico senso fino a un’“alta definizione”: fino allo stato, cioè, in cui si è abbondantemente colmi di dati"

Dal punto di vista visivo, una fotografia è un fattore di “alta definizione”, mentre un cartoon comporta una “bassa definizione”, in quanto contiene una quantità limitata di informazioni visive.


Il telefono  (ai tempi di  McLuhan ora non più!) era un medium freddo, o a bassa definizione, perché attraverso l’orecchio si riceve una scarsa quantità di informazioni. Ora si fanno videoconferenze e si smartlavora! 
Lasciamo perdere e torniamo ai i media caldi: non lasciano molto spazio che il pubblico debba colmare o completare; comportano perciò una limitata partecipazione e ... un alto coinvolgimento! 
I media freddi, invece, implicano un alto livello di partecipazione o di completamento da parte del pubblico. È naturale quindi che un medium caldo come la radio abbia sull’utente effetti molto diversi da quelli di un medium freddo come il telefono. Un medium caldo permette meno partecipazione di un medium freddo.

Con questa premessa credo di essermi messo le spalle al sicuro! Ordunque la questione è: "Vuoi rivedere il film da spettatore passivo o, essendo del mestiere (come me), lo vuoi vedere per capirne la struttura narrativa?"



E' chiara a questo punto la mia risposta: non mi sognerei mai di guardare per l'ennesima (ventunesima?) La fiamma del peccato o Il grande sonno, in una sala cinematografica simulata, sarei terribilmente nervoso, m'inquieterei con me stesso! Pertanto: A me piace freddo! (a casa , ovvio!)
Il motivo, l'avrete capito, è che il film vado prima a vederlo al cinema: per la gente, per la sala, per la novità. Più tardi, superata la fase delle emozioni, NON VOGLIO ESSERE PASSIVO, VOGLIO CAPIRE! La possibilità di selezionare le scene mi consente di fare una vera e propria autopsia della pellicola.
Per concludere, non è un caso che ho scelto questo titolo. Mi rifiuterei, anche se mi pagassero parecchio, di rivedere  A qualcuno piace caldo in home theatre. L'ho già visto ventisette volte (non è un modo di dire) e ancora non ho capito come mai è così perfetto! 

Forse perché, come ammonisce Billy Wilder "Well, nobody's perfect!"

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