A qualcuno piace caldo
( A casa, a me no!)
Ho
un caro amico, appassionato di cinema noir, che ogni tanto mi invita a
cena. Lui e la moglie cucinano peggio di Livia, la fidanzata di
Montalbano, ma i film che propongono nel dopo gena nel dopo cena sono sempre digestivi da gustare!
Purtroppo ha "costruito" un suo bunker, un suo home
theatre, maximo! Anzi minimo: stanza di 3x4 metri alta metri 2,6. Schermo con proiettoe 16/9 a tutta parete. Il tutto rivestito di polistirolo verniciato di nero! Ci fa rivedere, isolati dal mondo in quel buco claustrofobico, i film noir del passato che,
a suo tempo, quasi tutti, avevamo visto al cinema. Ho di nuovo provato repulsione, un rigurgito non troppo dissimulato. Mi son posto una domanda:
"Per
rivedere un film noir degli anni '40 è meglio un home theatre o un televisore
normale. (non oltre 52 pollici)"? Ho però taciuto.
Tornato a casa, "a mezzanotte e tre", ho consultato Wikipedia. Sì, per digerire e per trovare una risposta credo sia obbligatorio spararsi prima
in testa, tramite una Wikiflebo, un po' di solida teoria. Parafraso allora McLuhan.
Ecco il principio base che distingue un medium “caldo” (la radio o il cinema), da un medium
“freddo” (il telefono o la TV): "è caldo il medium
che estende un unico senso fino a un’“alta definizione”: fino allo
stato, cioè, in cui si è abbondantemente colmi di dati".
Dal punto di vista visivo, una fotografia è un fattore di “alta definizione”,
mentre un cartoon comporta una “bassa definizione”, in quanto contiene
una quantità limitata di informazioni visive.
Il telefono (ai tempi di McLuhan ora non più!) era un medium freddo, o a bassa definizione, perché attraverso l’orecchio si riceve una scarsa quantità di informazioni. Ora si fanno videoconferenze e si smartlavora!
Lasciamo perdere e torniamo ai i media caldi: non lasciano molto spazio che il pubblico debba colmare o completare; comportano perciò una limitata partecipazione e ... un alto coinvolgimento!
Il telefono (ai tempi di McLuhan ora non più!) era un medium freddo, o a bassa definizione, perché attraverso l’orecchio si riceve una scarsa quantità di informazioni. Ora si fanno videoconferenze e si smartlavora!
Lasciamo perdere e torniamo ai i media caldi: non lasciano molto spazio che il pubblico debba colmare o completare; comportano perciò una limitata partecipazione e ... un alto coinvolgimento!
I media freddi,
invece, implicano un alto livello di partecipazione o di completamento da parte
del pubblico. È naturale quindi che un medium caldo come la radio abbia
sull’utente effetti molto diversi da quelli di un medium freddo come il
telefono. Un medium caldo
permette meno partecipazione di un medium freddo.
Con questa premessa credo di essermi messo le spalle al
sicuro! Ordunque la questione è: "Vuoi rivedere il film da spettatore
passivo o, essendo del mestiere (come me), lo vuoi vedere per capirne la
struttura narrativa?"
E' chiara a questo punto la mia risposta: non mi sognerei mai di guardare per l'ennesima
(ventunesima?) La fiamma del peccato o Il grande sonno, in una sala cinematografica simulata, sarei terribilmente
nervoso, m'inquieterei con me stesso! Pertanto: A me piace freddo! (a casa , ovvio!)
Il
motivo, l'avrete capito, è che il film vado prima a vederlo al cinema: per la
gente, per la sala, per la novità. Più tardi, superata la fase delle emozioni,
NON VOGLIO ESSERE PASSIVO, VOGLIO CAPIRE! La possibilità di selezionare le scene mi consente di fare una vera e propria autopsia della pellicola.
Per concludere, non
è un caso che ho scelto questo titolo. Mi rifiuterei, anche se mi pagassero parecchio,
di rivedere A qualcuno piace caldo in
home theatre. L'ho già visto ventisette volte (non è un modo di dire) e ancora
non ho capito come mai è così perfetto!
Forse perché, come ammonisce Billy
Wilder "Well, nobody's perfect!"
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