mercoledì 13 maggio 2020

Intervista al seriale


Sono un serial thriller!
Intervista a un autore seriale
Lo scorso ottobre, Helen e Demetriu, due sedicenti giornalisti, mi hanno bloccato nella Pineta di ponente di Viareggio mentre pedalavo tranquillo sulla mia Atala black bike, modello anni '50.  Costretto su una panchina davanti ai campi da tennis ho dovuto rilasciare questa orrenda intervista! Solo dopo lunga trattativa (quattro cecine e due pizze… per non parlar della birra) ho ottenuto il file con la registrazione dell'intervista. Ve la ripropongo trascritta tale e quale.

INTERVISTA
H+D: Confessa, sei uno scrittore seriale!


Oscar: Lo ammetto, e non è solo un fatto statistico (quattro personaggi con più di venti titoli!)... è che mi piace esserlo!
H+D: E... non te ne vergogni?

Oscar: Questa poi! Allora Dante che ha scritto una trilogia? Si dovrebbe vergognare pure lui?
H+D: Che c'entra l'Alighieri?
Oscar: Tre tomi con gli stessi due personaggi principali e un'unica donna, Beatrice. Se non è seriale questo!
H+D: Lasciamo stare Dante, che è meglio! Spiegaci perché si diventa autori seriali.
Oscar: Due i motivi principali. Il rifiuto dell'incompiuto, l'economia dell'impianto e il sindacato dei personaggi. Vi spiego. Confesso di essere un autore che toglie più che mettere. Tra l'altro per evitare pagine di descrizioni metto figure all'inizio di ogni capitolo. Purtroppo quando termino un romanzo mi accorgo che "forse avrei dovuto dire di più"! Su questo fanno leva le richieste "sindacali" dei personaggi. Davanti a queste io cedo. Allora entra in gioco un ragionamento gretto: se faccio un sequel questo mi costa almeno la metà di un nuovo romanzo con personaggi nuovi. Capite ora?

H+D: Intendi l'economia di aver già il contesto, la location, la carta d'identità e il profilo dei personaggi? Come esempio sarebbe più pertinente Corto maltese che Dante Alighieri.
Oscar: Proprio così, ma citare Dante fa più colpo! In più ci sono i lettori che nella serialità entrano con meno fatica. Sono abituati al racconto reiterato delle favole, alle strisce dei comics… sono insomma pronti!
H+D: Saranno anche esigenti.
Oscar: Stranamente esigenti e anche stranamente pignoli. Come i bambini quando racconti loro le novelle. Bisogna stia attento alle loro storie personali precedenti, purtroppo io, a volte, non sempre tendo a dimenticarmene… sapete non rileggo mai i miei romanzi e allora…
H+D: Non rileggi! Ma come?
Oscar: No, non rileggo. Che senso avrebbe dopo un anno o due? Non riconoscerei la mia scrittura, magari mi potrebbe anche fare schifo. Meglio non rischiare… certo, a volte, mi capita di consultare, per non fare salti troppo bruschi o errori marchiani. Potete capire ho tanti personaggi sulla scena.


H+D: Pirandello ne aveva sei, tu quanti?
Oscar: Sì, sei! Un dilettante! Fatemi fare un conto, vi metto solo i principali e i comprimari ricorsivi… Diciamo tra i cinquanta e i sessanta
H+D: Poi ci sarebbero i saltuari…
Oscar: Quelli che appaiono una sola volta mi danno meno problemi. Il problema nasce se ho lasciato loro troppo spazio e vogliono ritornare in gioco, allora sono della peggiore specie.
H+D: Esigenti?
Oscar: Molto. Tornano e vorrebbero anche più spazio. Ma c'è un rimedio estremo.
H+D: Quale?


Oscar: Minacciarli di farli morire ammazzati!
H+D: E se non ubbidiscono lo fai?
Oscar: Certo!
H+D: Ma allora tu sei un serial thriller!
Oscar: Ebbene sì, ma sapreste quanto si campa meglio a far sopprimere un personaggio scomodo!

FINE




















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