SOCIOPOLITICA E GIALLO
dentro e fuori lo specchio
riflessioni molto serie sul "genere giallo"
(libero sviluppo da una nota di Giorgio Galli)
(libero sviluppo da una nota di Giorgio Galli)
Parte II
Il "capitalismo
maturo" era fondato su un contratto politico che dettava le "regole
del gioco" per la gestione del potere. Ora tutto ciò è in crisi, ma non ce
ne occuperemo: intendo fermarmi alle soglie del terzo millennio!
Il contratto
politico mise fine a quella specie di guerra civile permanente che era stato il
Medio Evo.
Ma ci vollero almeno
tre secoli perché ciò si consolidasse. In questo senso il Rinascimento è da
considerare come un periodo di transizione. C'è anche da dire che fu dura far
affermare le norme per modalità del
governo che garantissero non solo i vincitori nello scontro politico (di
potere), ma anche gli sconfitti.
Nel Medio Evo, chi
perdeva, in genere perdeva per sempre: non solo il potere ma anche la vita.
Nelle democrazie affermatesi col capitalismo maturo lo sconfitto poteva sempre
sperare in una rivincita e la sua vita era normalmente garantita (a parte
qualche eccezione di "estremisti" che non riconoscevano lo Stato di Diritto).
Queste regole del
gioco investivano e regolavano l'ambito pubblico: il "bene pubblico"
era la formula dello Stato di Diritto. Il male è allora confinato nel privato.
Il genere del giallo
classico ha la sua origine nella "privatizzazione " del male, laddove
il "bene" è appunto "pubblico" per definizione.
Prendiamo però le
distanze da questo che può sembrare facile sociologismo. La letteratura gialla
classica, più strettamente legata di quanto si creda al retroterra di filosofia
politica dell'Occidente (si considerino, come contro esempio, le indagini del cinese
giudice Dee), è pur sempre, come ogni narrativa, caratterizzata dalla fantasia
degli autori. In particolare i suoi
padri fondatori, da E.A. Poe a Conan Doyle, erano attratti e influenzati dal
soprannaturale. L'intreccio di realismo e di immaginazione è alla base dei
migliori risultati prodotti da questa letteratura. Forse l'elemento fantastico,
il mondo del soprannaturale, è oggi
troppo trascurato dai critici.
Credo che invece si
debba integrare il tentativo di illustrare il collegamento (giunto cardanico
direi meglio) tra romanzo giallo ed evoluzione socio economica con annotazioni
puntuali sulla relazione tra evoluzione della narrativa ed evoluzione storico
politica.
Ancora una volta,
prescindendo dagli antenati nella creazione del paradigma investigativo (I
principi di Serendippo o il di cui Zadig di Voltaire), è il maestro
E.A. Poe a fornirci il primo esempio dell'intreccio tra esercizio razionale e
momento storico.
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