domenica 28 febbraio 2021

Dialetti (delitti) di provincia (IV)


LOCALIZAZIONI GIALLE

ovvero: zone gialle letterarie  

"La cativa lavandera a' treuva mai la bun'a pera!"

Un'analisi leggera (con critiche bonarie) e scherzosa della provincia in giallo e dei suoi dialetti.

Parte IV

 

Toscana (2)

Da Firenze ci spostiamo sulla costa. La costa della Versilia è lunga poco più di venticinque chilometri, ma valgono più di cento. Ora non esageriamo: la Versilia "vera" è solo la parte della Toscana nord-occidentale, all'interno della provincia di Lucca, delimitata a nord dal fiume di Seravezza e a sud dall'antico forte del Motrone, comprendente i territori dei comuni di Pietrasanta, Forte dei Marmi, Seravezza, Stazzema. 

Oggi, per le pressioni dei Viareggini (guai a contraddirli!) motivate dalla transumanza di Russi al Forte, vi si comprende anche la conca di Camaiore e la pianura costiera che si estende fino a Viareggio, ma solo fino al molo. Di là c'è la Repubblica libera e indipendente della Darsena, dove si pratica ancora il dialetto viareggino e dove i Russi sono schifati! Questo allungamento ha aumentato molto la varietà del contesto: cento chilometri appunto!

Chi ha paura di Virginia Woolf? S'intitolava così un famoso dramma teatrale, parafrasiamolo con Chi ha paura della Barcobestia? La "Barcobestia" in viareggino è una gran bella nave goletta e il termine deriva da Best Barc: la migliore barca! Il mio personaggio viareggino, Corto, è  skipper su una Barcobestia (Perini di 35 mt), ma lui (cioè io), anche se lo sa bene, non lo ha mai detto! A soffrire di questo complesso (paura, timore o che altro) non sono solo, anzi, come vedremo, sono in buona compagnia!

 


Il viareggino Divier Nelli, con La contessa (2002), suo romanzo d'esordio, ci porta in una Viareggio invernale, fuori stagione e, anche se "classica", ormai al termine della sua gloria.

Uno sfondo dalle atmosfere liberty, dove ancora sopravvivono le memorie di famosi e tristi omicidi. Scenario per un delitto apparentemente inesplicabile che riguarda una nobildonna che vive in un suo mondo del passato. Un giallo all'inglese anche se indaga un carabiniere: il maresciallo   Di Martino, acuto e sagace detective. Dovrà impegnarsi a fondo per chiarire la vicenda.

Da un impianto così sarebbe da insensibili aspettarsi forme dialettali. Un esordiente affronta un'indagine da giallo classico: la darsena, anche dista solo poche centinaia di metri è volutamente tenuta lontana mille miglia. E' un peccato, ma il giallo è godibile ed è inutile affrontarlo com un "Sì, però, se...".

 

Falso Binario (2004) è il secondo romanzo di Divier Nelli. Protagonista come nel primo romanzo  è il maresciallo dei carabinieri Franco Di Martino che nel bel mezzo del Carnevale di Viareggio è chiamato a risolvere il caso di un drammatico delitto.

Il fotografo Tullio Gentile viene ritrovato, privo di vita sui binari della ferrovia nella zona della Stazione Vecchia. Il corpo è dilaniato dal passaggio di un treno.... dal 2009 i treni a Viareggio non sono amati. Il dialetto ancora è vissuto con senso di colpa, benché nelle librerie ci fossero già allora in vendita bellissimi dizionari della meravigliosa lingua viareggina.

Giampaolo Simi, dopo il cupo Rosa Elettrica torna alla sua Viareggio e a toni più lievi e anche sottilmente ironici.  Filo conduttore un matrimonio che si sta suicidando, nel letargo dorato dell' inverno in Versilia. Giampaolo Simi, con la sua prosa capace di svariare dalla sottile ironia alla strisciante tensione, riesce a raccontare il tendersi di una trappola da cui sembra non sia possibile  sfuggire. Anche se il linguaggio raffinato che si gusta nel romanzo non veniva dalla Darsena, mi aspettavo però che col successivo superasse la paura per la Barcobestia! Invece no!


La ragazza sbagliata, si svolge in Versilia e con personaggi che non sono viareggini: la Darsena era ancor più remota. Credo sia una scelta ponderata dell'autore, uno scrittore che tende più al classico che al dialettale. Pertanto: perfetti i luoghi, rarefatte le frasi "locali". Di servizio. Ma non diteglielo, se capisce che volete ricordargli che è viareggino, potrebbe mostrarsi permaloso, come in effetti lo è!

 

"Dèlafia, Il viareggino. è lingua pesa ma dotta!" ebbe a dirmi un noto curatore, ex capitano nautico, di uno dei più venduti vocabolari Italiano-Viareggino. L'avevo consultato, dopo aver comprato il suo libro, per un consiglio. "Te sei toscano, ma non credere, il viareggino ha più parole straniere che italiane, per via dei marinai, che per secoli le hanno importate!... anche se nessuno se n'è accorto!".

Nonostante avessi studiato e ascoltato con attenzione i gruppi di "umarell" viareggini davanti al cantiere del ponte mobile, all'inizio avevo timore, non lo superai e cercai di ridurre al minimo le frasi in dialetto. Viareggio, piccoli delitti imperfetti uscì nel 2006, nel titolo porta il nome di Viareggio, nel testo poche sono le parole viareggine. Tornassi indietro ne userei molte di più!

 

Nel 2019, tredici anni e nove romanzi (di ambientazione viareggina!) dopo ho pubblicato, sempre con protagonista lo skipper della Perini Corto, Requiem in Re minore, è il primo romanzo viareggino DOC, certificato dalla "professoressa" Elena Torre scrittrice e giornalista viareggina, nonché nocchiero di barcobestie, che mi ha aiutato a sciacquare le mie pagine nel canale della Burlamacca. L'Arno è solo a disposizione del Manzoni! Ne è venuto fuori un romanzo corale, tanti i personaggi viareggini della Darsena, viareggino DOC insomma.

Elena Torre è viareggina e non ha timori reverenziali (paura poi!!) né verso la "Barcobestia", né verso l'italiano classico (è laureata in lettere all'Ateneo di Pisa!). Leggendo Erode e la psicopatia dell'allenamento (titolo che considero un pochino difficile: non l'ho mai compreso!)  lo si capisce  dai divertenti fraseggi e dai ficcanti dialoghi, soprattutto del suo eclettico e polimorfo personaggio: il poliziotto Vincenzo Biagini.

Ho letto quasi tutti i suoi romanzi (i titoli a seguire erano più alla mia portata!) e siccome la conosco bene, mi sembrò che fosse la persona più autorevole e stimata per correggere i miei errori di vernacolo fiorentino o (peggio) del contado del Valdarno superiore.

E ora siamo pronti per imboccare l'Aurelia verso sud!

 

( IV - segue )

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