Perché un detective dilettante e pure seriale?
Il mio personaggio (Di EIKONES e altri romanzi), Corto (soprannome nobile), è un dilettante detective "suo malgrado", ma molto abile. I lettori continuano a chiedermi: "Perché un dilettante e perché tanta serialità?".
Domande legittime occorre rispondere. Subito mi assalgono: "Come Maigret, come Jessica Fletcher, come Miss Marple, come Lolita Lobosco, come...!".
Non è questo il punto, qui si parla di economia e di gusto, che a volte formano un eccellente connubio!
Punto uno: il detective dilettante consente all'autore di non preoccuoarsi dei rilievi della "scientifica", ma di focalizzarsi sulla psicologia e sulle motivazioni socio economiche. Questo, obbligando all'approfondimento dei caratteri, arricchisce l'aspetto letterario. I rilievi della scintifica sono freddi e procedurali... ripetitivi alla noia!
Punto due: il detective seriale consente all'autore di utilizzare materiale già pronto (caratteri, costumi, vizi e virtù), di velocizzare, insomma, lo sviluppo del plot!
Punto tre: i lettori amano le favole. Da piccoli se le sentivano raccontare decine di volte, le stesse... La risposta è allora: "perché le strisce dei fumetti seriali hanno tanto successo"!
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