mercoledì 5 gennaio 2022

Dizionoirio (X)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio


Parte X


Holmes Sherlock

 


Uno così pretende l'esclusiva della pagina! Facciamo prima la conta (o l'appello, se preferite!): 4 romanzi, 56 racconti, più di 10 apocrifi, più di 70 film, 5 serie a fumetti, 4 film d'animazione, 8 video game, più di 5 giochi da tavolo, più di 10 serie TV... per non parlare di radiodrammi, libri game e tantissimi saggi scientifici sul suo metodo.

 


Con questi numeri (probabilmente in difetto), capirete: prima di cominciare a parlare di Sherlock Holmes bisogna togliersi il cappello (anche se è senza para orecchie) e precedere con molto rispetto!

 


Un amico inglese, non so quanto affidabile, mi ha raccontato che la Regina Vittoria una volta disse: "Vorrei Holmes come Primo ministro, ma lui non vuole lasciare Baker Street per trasferirsi a Downing Street!". 

Il n. 221b di Baker Street è per me ul luogo magico, un antro di Mago Merlino; una sorta di gabinetto del dottor Caligari, pieno di meraviglie, stranezze scientifiche, informazioni pop, riflessioni ardite, aneddoti, immagini, ricordi e polverine sospette.

 


Quando Sherlock (ma anche il suo partner nelle indagini, il Dr. Watson, si mette comodo seppure con altri modi) rientra, si toglie il cappellino di tweed col para orecchie (Deerstalker per gli inglesi), il soprabito con il copri spalle a mantiglia,   la redingote scozzese, posa la pipa sul caminetto e si mette una calca veste da camera di lana di cammello con orlatura di passamaneria. Roba inventata per i film o da Sidney Paget (il più famoso degli illustratori della vita privata di Holmes), nei romanzi non c'è traccia.

 

Come del resto la celeberrima frase "Elementare Watson", con cui nei film Basil Rathbone tormenta il suo amico Nigel Bruce... quando mai l'ha pronunciata in un romanzo? Se ben ricordo, Holmes usò una sola volta la battuta secca "Elementare!", in risposta all’esclamazione "Eccellente!" dell’amico, nel racconto The crooked man (Il caso dell’uomo deforme).


Sherlock inizia a indagare in Uno studio in rosso (1887), storia del ritrovamento di un cadavere in una casa abbandonata.

Poi Il segno dei quattro (1890). Vale la pena di ricordare due saggi italiani.

 


Il segno dei tre scritto da Umberto Eco in collaborazione col semiologo Thomas A. Sebeok e Elementare Wittigenstein di Renato Giovannoli. In entrambi si analizza con acume e basi scientifiche il metodo d'indagine di Holmes: l'abduzione.

 


Dalla lettura dei testi traspare, affiora, emerge incondizionata, la fiducia di Conan Doyle nell'intelligenza fondata sull'osservazione e sull'abduzione (anche se Doyle ancora non ne conosceva il nome!). Sherlock Holmes diventa così l'alfiere del positivismo, e contribuisce al Trionfo della Ragione!

 


Fa da contrappunto un uomo comune, il dottor Watson, lo zimbello (lo zerbino anche) di Sherlock, il narratore di tutte le avventure del genio. E' un Sancho Panza, meno critico (solo raramente s'impenna!). A volte è un brav'uomo soggiogato dall'amico superuomo, altre volte appare com uno zoticone lento di comprendonio, molto vicino all'idiota. Per questo Watson è amato da tutti, anche da me!

È ovvio, è più facile, per noi comuni mortali, identificarsi con lui, impossibile con Holmes! Sherlock, alla fin fine, è il prototipo del supereroe!

Doyle non ha mai amato Sherlock. Lo fece anche morire abbracciato a perfido professor Moriarty, per poi (dieci anni dopo) resuscitarlo dopo le decine di migliaia di lettere di protesta degli affezionati lettori. 

 

(Parte X - segue)

(Ritorna alla parte IX)

 

 

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