giovedì 6 gennaio 2022

Dizionoirio (XI)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio



Parte XI


I

Ingravallo Francesco (detto Ciccio)

 


Siamo a Roma, all'inizio del 1927. Seguiamo un indagine del   commissario della Squadra Mobile di Polizia Francesco "Don Ciccio" Ingravallo, arguto e orgoglioso molisano. Si occupa di un furto di gioielli ai danni di un'anziana donna  veneta, la vedova Menegazzi. Nello stesso palazzo che era stato teatro della rapina,  viene uccisa, la moglie di un uomo piuttosto ricco, la signora Liliana Balducci. Il luogo del furto e dell'omicidio è un tetro palazzo al civico 219 di via Merulana, noto come "Palazzo degli Ori", situato poco distante dal Colosseo.


Ma chi è "don Ciccio"?   Il dottor Francesco Ingravallo è comandato alla mobile: "uno dei più giovani e, non si sa perché, invidiati funzionari della sezione investigativa: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi. Di statura media, piuttosto rotondo della persona, o forse un po' tozzo, di capelli neri e folti e cresputi che gli venivan fuori dalla fronte quasi a riparargli i due bernoccoli metafisici dal bel sole d'Italia, aveva un'aria un po' assonnata, un'andatura greve e dinoccolata, un fare un po' tonto come di persona che combatte con una laboriosa digestione: vestito come il magro onorario statale gli permetteva di vestirsi, e con una o due macchioline d'olio sul bavero, quasi impercettibili però, quasi un ricordo della collina molisana..." (dal romanzo)

 


Nel film Un maledetto imbroglio è interpretato dallo stesso regista: Pietro Germi. Andrea Camilleri (che molto lo ammirava) lo prende a modello per il commissario Montalbano, peccato che Luca Zingaretti fosse calvo!

 

Izzo Jean-Claude

 

Izzo era un personaggio difficile, da prendere con le molle. Il suo percorso, i suoi strappi, la sua sensibilità continuamente offesa dalla vita: di questo risentono le sue splendide opere, che alcuni considerano opere di poesia. Non dimentichiamo che nella pianura sterminata del giallo/noir di poesia se ne trova poca: come l'acqua nel deserto!

Nato e cresciuto a Marsiglia. Figlio di un barista e di una sartina "doveva" fare l'operaio o al massimo il tecnico: gli toccò, nonostante i suoi interessi altri, l'Istituto Professionale per tornitori e fresatori. Jean Claude frequentava il pensionato di un Convento di Domenicani: gli studenti (liceali) discutevano di temi sociali e pure politici. Izzo divenne subito un punto di riferimento: lo nominarono capo redattore del giornalino del pensionato: Le canard technique. Aveva trovato la sua strada.

 


Sta via da Marsiglia per qualche anno a causa del servizio militare, quando torna si avvicina al Partito Socialista Unificato. Nel '68 è candidato alle legislative. Passa poi al Partito Comunista. Si mette a scrivere e pubblica Casino totale. Un successo enorme, di vendite e di critica.

 


E' il primo della trilogia marsigliese. con protagonista Fabio Montale (anni dopo impersonato da un maturo Alain Delon!). Izzo si guadagna un posto di prim'ordine nel paronama del giallo francese ed europeo. Meritato: è da poeta che approfondisce con sofferta sensibilità l'eterno contrasto tra ombre e luci, tra pessimismo (da canna del gas!) ed edonismo, tra cupa disperazione e luminosità mediterranea della città di Marsiglia: la vera protagonista dei suoi romanzi.

 


I romanzi di Izzo sono una dichiarazione d'amore a quel porto multiculturale aperto sul mondo, di cui ci invita a percorrere i diversi quartieri per seguire la sua prospettiva realistica.

Dopo aver letto la trilogia mi recai a Marsiglia convinto di trovare una guida alla città ispirata alla trilogia. Mi accorsi subito che i librai non si ricordavano di Jean Claude Izzo. Col mio zoppicante francese non fui in grado di spiegare bene chi fosse!

 


Il personaggio di Fabio Montale incarna le delusioni dell'autore ed è come lui alla ricerca del piacere. Ex delinquente diventato poliziotto grazie a una redenzione coatta è orientato a sinistra, gli piace leggere ma soprattutto mangiare! Spigole al finocchio, ma soprattutto Bouillanbaisse, il cacciucco marsigliese. Quello di Livorno è meglio!

 


Per finire (ma anche per cominciare): Pastis . Almeno tre bicchieri!

 

La vita è spesso triste, ma si può rallegrare!


(Parte XI - segue)

(Ritorna alla Parte X)

 

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