I trucchi del mestiere
Come
imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir
e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare
la sfida.
Revisione del corso qui proposto nel 2019
Quattordicesima lezione
Prima o poi (senza annoiare troppo) si arriva alla resa dei conti: come ottenere le prove.
Qualsiasi
sia il modo di concludere la vicenda (processo, uccisione, suicidio, o altro, del colpevole)
alla fine, come sostiene Perry Mason, ci vogliono le prove: non fosse altro
che per quietare la fame di sapere del lettore!
Nel racconto è opportuno far precedere la deduzione
(la trasformazione degli indizi in prove che inchiodano il colpevole) da una o
più scene che elevino o mantengano alta la suspense della storia. E' anche bene che siano di aiuto a capire le
deduzioni finali, in tal modo il lettore si sentirà (anche se è uno stratagemma dell’autore)
coinvolto; meglio però se se ne accorge dopo! Come ho già detto, con la
deduzione si conclude la storia, poi non ci si può ritornare sopra! E' bene essere a soli due passi dalla fine, la noia e la
prolissità sono in agguato!
Questo problema non preoccupa gli autori del Tenente Colombo.
Le
sue indagini invertite (per lo spettatore) possono essere però
didatticamente molto formative per aspiranti scrittori. Vi consiglio di
riguardarvi qualche episodio delle prime serie, quelle più acute.
Ma torniamo a noi. Quali sono i
tipi di prove, o meglio, quali i tipi di azioni che le possono produrre?
Gli indizi, spesso sovrabbondanti, vanno selezionati, quelli
rimanenti consolidati in modo da trasformarli in prove. Meno numerose, ma
determinanti. Il detective che ha i mezzi (il poliziotto, commissario o ispettore capo) può scatenare i suoi
scagnozzi per scandagliare tutte le strade di New York alla ricerca dell’infima
lavanderia cinese che ha stirato “quella camicia” insanguinata (prova fisica) o
(come fa Maigret) condurre a turno un interrogatorio della durata di 28 ore per
portare allo stremo il sospettato (prova psicologica … diciamo così!).
Per gli investigatori privati professionisti (priv[at]i
di mezzi… facile il giochino di parole!) il discorso è più difficile:
solitamente, nelle pagine centrali della seconda metà del romanzo, sono
minacciati di morte dal sospettato e anche in rotta con la polizia che minaccia
loro il ritiro della licenza. Devono far lavorare il cervello per sfruttare
rare situazioni favorevoli che ordiscono (trappole vere e proprie) per cercare
di sfuggire e inguaiare il sospettato.
Se poi il detective è un
dilettante (vedi Miss Marple o Jessica) è minore la minaccia da parte della
polizia, ma i mezzi sono ancora più risicati... ma un tè al latte con
l’assassino se lo può permettere e il poliziotto di turno, anche se è un po’
tonto, dà amabilmente una mano... Purtroppo anche se ci sono tartine al burro
(con terribili cocumber!) o pasticcini le situazioni offrono meno possibilità
di successo … ma i dilettanti, si sa, sono sagaci e hanno mille risorse!
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