giovedì 11 maggio 2023

Nuovo Dizionoirio (XLVI)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio



Trilogia

 


Se ci mettessimo a parlare di tutte le trilogie letterarie si dovrebbe necessariamente parlare anche de I tre moschettieri e dia lmeno una delle mie...

 


 ... si farebbe notte e sarebbe (per ciò che mi riguarda) scorretto. Mi limiterò a poche considerazioni.

E’ stretta parente del sequel e del serial, ma è molto più seria e ordinata rispetto ai due bizzarri ed estemporanei cugini.


 

Lo dimostra quella Marsigliese o “di Fabio Montale”, scritta da Jean Claude Izzo.

Trilogia berlinese (falsa)

Phillip Kerr dopo vari insuccessi o prove deludenti trova, passando da un’entrata secondaria, la fama con un giallo ambientato nella Germania nazista: Violette di marzo. Location non originale e bisogna ricordare che ad indagare alle olimpiadi del 1936 (quello è il mese) c'era già stato Charlie Chan!

 

Forse è per questo che ne è stato tratto un fumetto (ora si chiamano pomposamente Graphic Novel!) pubblicato sul glorioso mensile Linus.

 

 


Il protagonista è Bernie Gunther, un detective privato con precedente esperienza nella Squadra Omicidi (Anche questo fa ricordare qualcosa di giù sentito, ma Philip Marlowe, è inutile dirlo, è altra roba!).

 

Alla fine due pesci fuor d'acqua: l’autore e il personaggio protagonista. La Berlino del 1936 non è Los Angeles e la storia diventa improbabile e tediosa e, al tempo stesso, prevedibile! Per cercare di dare sapore mette in campo anche un gerarca nazista del cerchio magico di Hitler, ma la narrazione, come un soufflé venuto male, si appiattisce.

Nonostante questo escono altri due tomi farlocchi, se no che trilogia sarebbe?

 

Trilogia berlinese (quella vera)

Berlino come topos e come logos è una bestia difficile da domare. Solo se hai talento puoi riuscirci! Lo dimostra Volker Kutscher.

Parlo di Babylon Berlin e dei due romanzi a seguire. Il titolo originale è Der Nasse Fisch. “Il pesce bagnato” alla lettera, ma credo che si debba più intendere come il pesce marcio. Si tratta di un modo di dire della polizia berlinese, usato per indicare i casi che tardano a dare risultati. Il pesce è come l’ospite: dopo tre giorni puzza!

 

 


Nonostante questo credo che il titolo del romanzo in italiano, influenzato dalla fiction TV, bella e di successo, sia molto centrato. Di fatto si parla soprattutto della Berlino della Repubblica di Weimar.  


Il romanzo è composto da 478 pagine:  perfetto nei dettagli e nel modo in cui l'autore ci immerge (ci trascina emotivamente) nella Berlino di quegli anni.

 


Berlino 1929, quindi. La capitale tedesca è una città caotica, sull'orlo dell'abisso, dove covano tutte le possibili tensioni: revanscismo, frustrazione, vizio sfrenato, corruzione, delitti e trame politiche, soprattutto dei russi dopo la fresca rivoluzione d'ottobre.

 


Gereon Rath, giovane ispettore appena trasferito dalla provinciale Colonia, è alla Buoncostume e deve indagare sulla produzione di filmini porno... le cose si amplieranno a dismisura... Lui è molto rallentato da un trauma post bellico e risulta un po’ tardo, ma alla fine quando gli eventi lo costringono all’azione, risolve.

 

(Parte XLVI - segue)

(Ritorna alla parte XLV)

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento